Nel titolo, l’obiettivo perseguito dai dirigenti e dalle maestranze di Case Ih che operano presso lo stabilimento austriaco di Sankt Valentin: zero infortuni, zero difetti, zero inquinamento, zero sprechi e, nei limiti del possibile, anche zero scorte
Le armi da fuoco prodotte fra il 1864 e il 1926 nei pressi della cittadina di Steyr furono i primi prodotti industriali austriaci che conquistarono una fama di livello europeo, realizzazioni contrassegnate con un marchio strettamente legato al luogo di produzione, Steyr appunto, i cui ritorni economici permisero di lanciare altre produzioni, dagli autobus agli autocarri passando per le biciclette e le auto, sempre caratterizzate da elevati standard qualitativi. Nel 1947 arrivarono poi i trattori agricoli, costruiti però non più a Steyr ma a Sankt Valentin, nelle immediate vicinanze, dove era stato allestito all’uopo un nuovo e grande centro di produzione. Anche i trattori riconfermarono le produzioni Steyr quale sinonimo di qualità, contenuti e prestazioni, doti strettamente legate oltre che alla validità tecnico-funzionale dei progetti via via sviluppati, anche alla cura con cui questi venivano e ancora oggi vengono concretizzati nello stabilimento di Sankt Valentine, quartier generale europeo oltre che del marchio Steyr anche del marchio Case Ih. Nel sito austriaco si costruiscono in effetti gran parte dei trattori in rosso e in bianco/rosso facenti capo al gruppo Cnh, 98 modelli che scendono da 24 linee produttive in circa quattro mila e 860 varianti per un volume totale di oltre dieci mila pezzi all’anno. A produrre il tutto circa 600 persone, in gran parte tecnici specializzati o ingegneri la cui attività a partire dal 2008 si ispira al concetto “World Class Manufacturing”, in sigla “Wcm”, un sistema basato sul miglioramento continuo del prodotto realizzato eliminando sprechi e perdite nei processi di produzione mediante l’integrazione in un unico modello di tutti gli elementi tecnici e organizzativi di un’industria. Focus del sistema il cosiddetto “Zero Optimum Concept”, la messa a punto di una produzione finale caratterizzata da zero difetti, mediante un processo che dia luogo a zero sprechi, zero forme di inquinamento e, a livello di personale, zero infortuni. Un obiettivo utopistico ovviamente, perché nel momento stesso in cui si avvia una qualsiasi produzione industriale si dà anche luogo a una serie di inevitabili ritorni negativi, ma che può essere avvicinato operando in termini di massima razionalità e attenzione oltre che puntando sull’automazione per eliminare tutte le fasi produttive in cui l’opera dell’uomo non può costituire un valore aggiunto risultando, al contrario, l’anello debole della catena produttiva. A Sankt Valentin dal 2008 si lavora proprio in tale ottica e grazie a quello che può essere definito un vero e proprio “accanimento terapeutico” messo in atto nei confronti della produzione, in soli sette anni dall’avvio del programma “Wcm” ha raggiunto il cosiddetto “livello d’argento” del programma, unico stabilimento europeo del gruppo Cnh a potersi fregiare di tale emblema. Va precisato che le valutazioni in termini di “Wcm” vengono rilasciate agli stabilimenti che chiedono di aderire a tale programma da ispettori esterni il cui giudizio finale si sintetizza nell’assegnazione a ogni singolo sistema produttivo del proprio livello qualitativo, una sorta di “voto finale” che non è numerico ma cromatico con i livelli di bronzo, d’argento e d’oro che contrassegnano gli stabilimenti più organizzati. Per rendersi conto della severità con la quale sono assegnati i livello basti pensare che dei 59 siti produttivi Cnh mondiali il bronzo è in appannaggio a 19 di loro e l’argento solo a otto tra i quali, appunto, quello di Sankt Valentin. Ciò significa che lo “Zero Optimum Concept” non è ancora raggiunto, ma lo si sta avvicinando e quindi sia i Case Ih sia gli Steyr se non sono a “zero difetti”, poco ci manca.