Weidemann avviò nei primi Anni 70 del ‘900 la produzione dei suoi “Hoftrac”, pale gommate leggere evolutesi poi nel tempo in termini di prestazioni e masse fino a dar luogo, oggi, a una gamma composta da poco meno di trenta modelli, disponibili sia in versioni articolate sia telescopiche.
Nove modelli articolati, altrettanti telescopici e altrettanti “leggeri”. Questa, molto in sintesi, la linea di prodotto che oggi può esibire Weidemann a quanti necessitano di inserire nei propri parchi macchine aziendali una pala gommata, mezzi che la Casa iniziò a produrre nei primi Anni 70 e che da allora ha costantemente rinnovato nei contenuti e nelle prestazioni. Risale in effetti al 1972 il lancio dei primi modelli “Hoftrac” denominazione che ancora oggi connota le pale leggere e articolate prodotte in Assia, macchine fin dall’inizio orientate al Mondo agricolo e oggi definibili “specialistiche” alla luce delle masse contenute, il top di gamma “1180” pesa 34 quintali, e delle dimensioni ridotte.
Gli “Hoftrac” si orientano in effetti più che alla moderna agricoltura industrializzata alla zootecnia, al vivaismo e all’agroturismo, ambiti che meglio di ogni altro mettono in luce le loro doti di agilità e versatilità. Alle aziende agricole più strutturate e ai contoterzisti guardano invece le linee di prodotto cui fan capo le pale di stazza superiore le cui masse sono comprese fra i 40 e i 120 quintali circa e i cui bracci operativi possono essere articolati o telescopici. I primi caratterizzano le pale standard, se così si possono chiamare, destinate a sostenere attività pesanti svolte in maniera continuativa, i secondi quelle più versatili e polivalenti, leggermente meno prestazionali delle precedenti in termini di forza di strappo e capacità di sollevamento, ma in grado di esibire le medesime spinte e, soprattutto, di alzare i loro carichi fino ad altezze che competono con quelle raggiunte dai veri e propri sollevatori telescopici.
Così organizzata la gamma delle pale Weidemann può soddisfare qualsiasi esigenza di movimentazione o di manutenzione spaziando dai 21 quintali di portata esibiti dal modello di attacco “2080 Lpt” ai 66 quintali brandeggiabili dall’ammiraglia “9580 T”, lanciata in occasione dell’ultima edizione di Agritechnica e caratterizzata da contenuti tecnici esclusivi. Oltre che con motori emissionati in stage V da 136 cavalli di potenza, risultano in effetti equipaggiabili con nuove e tecnicamente sofisticate trasmissioni “Power Drive 370” che permettono sia di lavorare a bassa velocità, grazie alla funzione inching, sia di marciare su strada a 40 chilometri/ora e trainando rimorchi pesanti fino a 18 tonnellate.
Gestite per via elettronica, basano la loro azione sull’abbinamento fra un gruppo idrostatico costituito da una pompa a cilindrata fissa e un motore idraulico a cilindrata variabile -variando l’inclinazione del piattello si passa da 370 centimetri cubi a zero e viceversa – con un cambio automatico a due rapporti. Ne deriva un impianto compatto e funzionale che permette di gestire gli avanzamenti della macchina con acceleratore, freni e sterzo godendo sempre di forti azioni di spinta, anche superiori alle dieci tonnellate. Il sistema lavora inoltre in maniera progressiva e senza scatti mettendo anche a disposizione due range di velocità nell’ambito dei quali la parte idrostatica della trasmissione di azzera realizzando una connessione diretta e meccanica, quindi foriera di elevata efficienza, fra il motore e il sistema di trazione.
Così concepite le “9580 T” rispondono perfettamente a tutte le situazioni di elle situazioni di lavoro tipiche dell’agricoltura e, in particolare, a quelle che devono essere espletate mediante forze di spinta e di trazione costanti a velocità di marcia comprese fra i dieci e i venti chilometri/ora. Il cambio “Power Drive 370” in tali frangenti elimina completamente le fasi di commutazione e nel caso le attività in corso richiedano forze di spinta ancora maggiori, per esempio quando si opera nei silos, agendo sul cambio meccanico è possibile aumentar le prestazioni fino al 25 per cento, oltre le dieci tonnellate di spinta, disponendo sempre di una velocità superiore ai trenta chilometri/ora. Il tutto garantendosi anche una capacità di carico che arriva alle soglie dei 66 quintali e la possibilità di alzare il punto di rotazione delle benne a quasi cinque metri e mezzo di altezza. Da segnalare anche le dimensioni compatte, la lunghezza è inferiore ai sette metri e la larghezza ai due metri e 40 centimetri, l’angolo di volta di 40 gradi che assicura raggi di sterzo esterni inferiore ai cinque metri e la cabina ribaltabile a visibilità totale con display digitale da sette pollici e joystick proporzionale “JogDial” che permette di controllare con una sola mano le principali funzionalità della macchina.
Una gamma rinnovata
Nel novembre scorso, in occasione di Agritechnica 2019 e del lancio di “9580 T”, Weidemann ha rinnovato la sua linea agricola di prodotto aggiornando contenuti e prestazioni. In particolare quelli proposti dai suoi modelli di attacco, le pale “2080” disponibili con bracci articolati e telescopici ed equipaggiati con motori Deutz eroganti 61 o 75 cavalli di potenza. La rivisitazione ha impattato anche sul design, ispirato alle serie “30”, “40” e “50”, e sul comfort di lavoro, ora di standard superiore grazie all’introduzione di nuovi fari da lavoro a led che possono essere affiancati da un comando proporzionale e multifunzione a leva che consente una più agevole gestione del terzo e del quarto circuito idraulico.
Le pale possono inoltre essere disponibili anche in allestimento “Lp”, “Low position”, nel caso sia necessario disporre di una macchina ad altezza ribassata. Come lascia intendere la sigla, viene abbassato l’intero posto guida, cosa che agevola anche l’accesso alla macchina da parte dell’operatore. Immutate le omologazioni dei tetti a norme fops e rops e la possibilità di equipaggiare la cabina con aria condizionata.
Attacchi a stacchi facili
Si chiama “Easy Coupler System”, in sigla “Ecs”, il nuovo dispositivo idraulico Weidemann che agevola e velocizza le sostituzioni delle attrezzature giocando anche a favore della sicurezza. Secondo le statistiche tedesche una considerevole mole di incidenti cui sono soggetti gli operatori agricoli è in effetti legata ai momenti di salita e discesa dalle cabine. “Ecs” riduce la frequenza di tali operazioni fino a dieci volte al giorno e quindi riduce in egual misura anche i rischi connessi a tali manovre oltre che a quelle normalmente necessarie per assicurare gli attrezzi al braccio. Il sistema è automatico e opera via idraulica mediante due perni che entrano in appositi alloggiamenti previsti sulle attrezzature dopo che queste sono state staffate sui rispettivi supporti del braccio. Basta quindi avvicinare la pala all’attrezzo e agganciarlo per far scattare i perni di fermo, tutte operazioni che posso essere eseguite dalla cabina esattamente come quelle contrarie.