Vocazione all’universalità

Rinnovati in termini stilistici e a livello di contenuti tecnico-funzionali i campo aperto “Profi” di Steyr. Disponibili con motori a quattro e sei cilindri, si propongono con un passo unificato e con tre diverse trasmissioni che ne permettono l’impiego anche in ambito zootecnico e foraggero

Foto notizia 1 (3)Di origine tardo ottocentesca, Steyr è un marchio storicamente improntato all’accuratezza e alla raffinatezza progettuale, con quest’ultima indissolubilmente legata alla qualità produttiva. Le sue prime attività, risalenti come detto alla seconda metà del XIX secolo, si incentrarono nel settore delle armi di piccolo calibro, dei fucili d’assalto e dei mitragliatori, prodotti che per la loro specifica tipologia di impiego legano in effetti la propria efficacia alla precisione e alla scrupolosità con cui sono realizzati e assemblati i singoli componenti. Una cura del particolare rimasta nel dna dell’Azienda austriaca anche quando la produzione virò nel Novecento verso biciclette, ciclomotori, automobili, camion, autobus, motori, trasmissioni e, dal 1947, trattori, divisione quest’ultima non a caso entrata nel 1999 nell’orbita del gruppo Cnh Industrial grazie anche alla raffinatezza e all’innovazione riconosciuta dal mercato alle soluzioni tecnico-funzionali alla base dell’intera linea di prodotto Steyr. Frutto di tale impronta progettuale e costruttiva anche la serie “Profi” di nuova generazione, cinque modelli da campo aperto volti a soddisfare tutte le esigenze operative delle aziende agricole a indirizzo misto, incluse quelle orientate alla zootecnia e, di conseguenza, alle attività di fienagione, grazie a due allestimenti realizzati sulla base di motorizzazioni a quattro e a sei cilindri. Contrariamente ai modelli di precedente generazione però, i “Profi” model year 2017 sono accumunati dal medesimo passo indipendentemente dall’architettura delle unità, pari a due mila 642 millimetri, soluzione che di fatto ha permesso ai tecnici del Marchio austriaco di contenere i raggi di volta di tutti i modelli entro i cinque metri e 40 centimetri, il medesimo parametro dei precedenti “Profi” a quattro cilindri e 40 centimetri in meno rispetto alle precedenti versioni a sei cilindri. Ne deriva quindi una migliore manovrabilità delle macchine di maggior potenza nelle manovre a fine capezzagna, mentre a garantirne la versatilità operativa provvedono come detto due unità Fpt Industrial a quattro e a sei cilindri, rispettivamente da quattro litri e mezzo e da sei litri e 700 di cubatura, che mettono a disposizione un range di potenze massime che spazia dai 145 cavalli del modello d’attacco “4115” ai 175 cavalli della versione top di gamma “6145”, tarature ottenute mediante alimentazioni common rail ad alta pressione, distribuzioni a quattro valvole per cilindro e turbocompressori con valvola wastegate in grado di assicurare un’ottimizzazione del rendimento termodinamico delle unità ai bassi regimi. Indipendentemente dall’architettura, entrambi i propulsori risultano inoltre allineati alle normative stage 4 attraverso la tecnologia “Hi-eScr” che delega al solo sistema di post trattamento dei gas di scarico mediante iniezioni di urea il compito di abbattere gli inquinanti, senza ricorrere a gruppi ausiliari di altro genere. Ne derivano quindi motori i cui rendimenti non sono penalizzati dalla presenza di egr o filtri anti particolato e dunque in grado di assicurare sempre ottimi rapporti fra consumi e prestazioni, obiettivo quest’ultimo cui guarda anche la possibilità di scegliere tra due diverse trasmissioni, la prima delle quali strutturata sulla base di quattro gamme e quattro marce che, abbinate a un powershift a quattro stadi e a un inversore elettroidraulico denominato “PowerShuttle”, propone 16 velocità in avanzamento e altrettante in retro tutte selezionabili a pulsante, fermo restando comunque il fatto che il gruppo è disponibile anche in versione Eco, con 17.esima marcia in avanti che permette di raggiungere i 40 all’ora al regime motore di mille 750 giri, e risulta automatizzabile durante la marcia o il trasporto su strada grazie a un sistema che opera sulle due gamme alte. La seconda ivece è una trasmissione a variazione continua, disponibile solo per i modelli a quattro cilindri, realizzata mediante l’abbinamento di un gruppo idrostatico con un cambio meccanico a due gamme che permette alle macchine di raggiungere velocità nell’ordine dei 40 all’ora al regime motore di mille 600 giri o, nel caso le norme lo consentano, i 50 all’ora a mille 750 giri. Ciò grazie in particolare alla modalità “Eco Speed” che operando congiuntamente con il sistema “Apm”, acronimo di “Automatic Productivity Management”, ogni qual volta le macchine sono impegnate nel traino su strada riduce automaticamente il regime del motore in funzione del carico, contribuendo così a realizzare un contenimento dei consumi di carburante che può raggiungere anche il 25 per cento. Guarda invece alla sicurezza il sistema di regolazione attiva dell’arresto del mezzo “Opti Stop” che durante le attività condotte su terreni in pendenza permette di arrestare il trattore semplicemente staccando il piede dall’acceleratore senza dover intervenire sul pedale della frizione, mentre alla produttività è orientato un impianto idraulico dalla portata massima di 80, 113 e 125 litri al minuto, rispettivamente per le versioni “Classic”, “Profi” standard e “Cvt”, che alimenta fino a quattro distributori ausiliari, a controllo meccanico sui modelli d’attacco e a gestione elettronica sulle versioni più ricche in termini di allestimento, una presa di forza a tre velocità di lavoro, 540 e mille giri al minuto anche in versione Eco, e un sollevatore posteriore dalla capacità massima di sette mila 864 chili. A semplificare le applicazioni sono infine orientati sia il sistema “Easy Tronic II” che attraverso il monitor a colori touch screen “S-Tech 700” permette di programmare e memorizzare le attività più frequenti per richiamarne le impostazioni quando necessario, sia i sistemi di dialogo trattore-attrezzatura isobus II e III, con quest’ultimo in esclusivo appannaggio delle versioni “Cvt” e in grado di modulare in tempo reale la velocità di avanzamento del trattore in funzione delle performance dell’attrezzatura.

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