L’uso dei nuovi motori da 18 litri “Jd18x” sulle trinciacaricatrici semoventi serie “9000” di John Deere, di potenza oscillante attorno ai 760/790 cavalli, vedono la Casa differenziare le proprie macchine le proprie macchine dagli standard tecnici del segmento in termini propulsivi, basati su motori da circa 16 litri di cubatura.
- Esordio JD18X
- Maggior omogeneità motoristica
- Sei cilindri per 16 litri
- Occhio alle masse
- Fpt Industrial Cursor 16
- John Deere JD18X
- Liebherr D9508
- Man D4276
Esordio JD18X
Esordio nell’off-road dei nuovi motori John Deere “PowerTech Jd18x”. La Casa li ha usati per equipaggiare le più recenti versioni delle sue trinciacaricatrici agricole “9500” e “9600”. Un approdo obbligato visto che le versioni precedenti delle raccoglitrici in verde serie “9000” erano equipaggiate con unità “PowerTech Pss 13.5” da 13 litri e mezzo.
Queste vedevano la loro massima taratura stallata a 625 cavalli. Affiancate sui modelli “9700”, “9800” e “9900” da unità “V12” a marchio Liebherr da 24 litri e 200 centimetri cubi. Per andare oltre e raggiungere i 956 cavalli di “9900”. Da 13 a 24 litri non era però un salto di cubatura indifferente. Soprattutto se si considera che imponeva anche il passaggio da un’architettura a sei cilindri a una “V12” con relativi aggravi di ingombri e masse. Con queste ultime che vanno a gravare sui pesi delle macchine e quindi sui ritorni da loro indotti in termini di compattazione dei terreni.
Maggior omogeneità motoristica
Con le nuove unità “Jd18x” ora la gamma “9000” risulta motoristicamente strutturata in maniera più omogenea. Godendo anche di un propulsore sviluppato in un’ottica di elevate prestazioni. Lo confermano le coppie specifiche quantificate in 237 newtonmetro/litro. Questo grazie a una coppia massima che tocca i quattro mila 250 newtonmetro a un regime di mille 400 giri al minuto quando l’unità eroga le sue massime prestazioni di punta. In termini di potenza si parla di 907 cavalli sviluppati a un regime di mille 700 giri al minuto. Prestazione che fa risultare di tutto riposo per la meccanica i 765 e i 787 cavalli accreditati alle nuove “9500” e “9600”.
Potenze del tutto allineate con quelle della diretta concorrenza. Le Claas “Jaguar 970” da 790 cavalli, le Krone “Big X 775” da 775 cavalli e le New Holland “Fr 780 Forage Cruiser” da 775 cavalli. Tutte macchine equipaggiate però con motori da circa sedici litri di cubatura e che quindi si confrontano con le nuove americane non solo in termini di prestazioni, ma anche di filosofie progettuali. Molto simili tra loro in tale ottica gli approcci al tema avanzati da Claas e New Holland.
Sei cilindri per 16 litri
Entrambe le Case dotano infatti le macchine del segmento in esame con dei sei cilindri in linea da circa 16 litri nominali di cilindrata. Nel caso di Claas sono i Man “D4276” e nel caso di New Holland gli Fpt Industrial “Cursor16”. I primi sono allestiti sulla base di canne da 170 millimetri di corsa e 142 di alesaggio per una cilindrata effettiva di 16 litri e 150 centimetri cubi, mentre i “Cursor” avanzano corse analoghe ma alesaggi inferiori di un millimetro che danno luogo a 15 litri e 920 centimetri cubi. Diversa la scelta di Krone che equipaggia le sue trincia “Big X 775” con motori Liebherr “D9508”. Dei “V8-90 gradi” con canne da 128 millimetri di alesaggi e 157 di corse per una cilindrata effettiva di 16 litri e 150 centimetri cubi.
Dalle analisi tecniche delle varie unità è possibile trarre spunti sulle caratteristiche delle rispettive macchine. Connotazioni altrettanto diverse, soprattutto in termini di modalità di erogazione e di masse a terra. Le prime sono però filtrate dalle trasmissioni e dai sistemi di lavoro previste da ogni costruttore. Così che solo prove dirette possono dar luogo a valutazioni caratterizzate da un minimo di obiettività. Le seconde possono invece dar luogo a qualche riflessione.
Occhio alle masse
I “Jd18x” del Cervo risultano in effetti caratterizzati da masse di due mila e 119 chili. Oltre due quintali e mezzo in più rispetto al “V8” Liebherr e otto quintali circa in più rispetto a “Cursor 16” e “D4276”. Pesi che è ipotizzabile vadano a incidere sulle masse totali delle macchine e quindi sulle già citate compattazioni dei terreni.
A maggior ragione se si pensa che anche confrontando le masse a terra dichiarate da Claas, New Holland e Krone si evidenzia come la superiore massa del “V8” svizzero, circa mille e 860 chili contro i circa mille e 300 dei “6L” tedesco e italiano, rappresenti da sola un buon 20 per cento circa della superiore massa a terra della trincia Krone rispetto alle rivali di Claas e New Holland.
Lo stesso accade anche per le nuove “9000” di John Deere che mediamente pesano tre tonnellate in più delle concorrenti Claas e New Holland. Anche in questo caso la maggior massa del motore incide per un 20 per cento circa sulla differenza di cui sopra.
Fpt Industrial Cursor 16
Utilizzato da Cnh Industrial per muovere le sue più diverse macchine, “Cursor 16” è un’unità in grado di erogare fino a mille cavalli di potenza a due mila e 300 giri /minuto. Possibilità che la dice lunga circa la sua affidabilità se tarato a 775 cavalli erogati a mille e 700 giri per una potenza specifica di poco inferiore ai 49 cavalli/litro. La coppia specifica in tali condizioni risulta di 209 newtonmetro/litro grazie ai tre mila 323 newtonmetro che il propulsore mette a disposizione a un regime di circa mille 500 giri, mentre la riserva di coppia tocca il 37 per cento.
Prestazioni realizzate senza eccedere nelle dimensioni, con una densità di massa di poco superiore ai sette quintali per metro cubo. Concorrono a tali risultati l’alimentazione common rail a controllo elettronico, il sistema di aspirazione forzato con turbocompressore e valvola wastegate e il sistema di emissionamento “Hi-eScr2”. Sistema che esclude la presenza di soluzioni di ricircolo egr favorendo una combustione più efficacie. L’efficienza della termodinamica è comprovata anche dal buon valore della pressione media effettiva.Circa 25 bar che concorrono a mantenere la velocità del pistone sotto dieci metri al secondo.
John Deere JD18X
L’elevata cilindrata scelta da John Deere per equipaggiare le sue serie “9000” non incide sull’architettura dell’unità. Sei cilindri in linea da 148 millimetri di alesaggio per 174 millimetri di corsa che permettono di realizzare le prestazioni di target. I 787 cavalli della “9600” a soli mille 300 giri/ minuto. Concorre allo scopo anche il sistema “HarvestMotion Plus” che massimizza in automatico coppia e potenza in base al regime di lavoro e al carico. Con l’obiettivo di contenere i consumi. Basse, e quindi fautrici di altrettanto contenute sollecitazioni, anche la velocità media del pistone, che non supera gli otto metri al secondo, e la potenza specifica, circa 44 cavalli/litro nella taratura di 787 cavalli.
Alimentata per via elettronica e forzata sull’aspirazione mediante un doppio turbocompressore, l’unita statunitense affida il superamento dello stage V alla presenza di un sistema di ricircolo dei gas combusti egr refrigerato che evita il ricorso a sistemi scr e quindi la necessità di prevedere serbatoi di urea. Vantaggi che si pagano però a livello di dimensioni e pesi. Lunghezza e altezza del motore risultano superiori di circa un 15 per cento rispetto ai sei cilindri in linea utilizzati dai competitor mentre il peso a secco tocca invece i due mila 119 chili. Circa il 35 per cento in più rispetto alle unità concorrenti. Chiaro come John Deere abbia abbracciato gli approcci progettuali che caratterizzavano i “big block” americani negli Anni 60, gli stessi che potrebbero tornare in auge in campo automobilistico per assecondare le future normative di omologazione sulle emissioni, non superabili secondo molti Costruttori con l’attuale filosofia progettuale di settore improntata sul downsizing.
Liebherr D9508
Diverge nel frazionamento rispetto alla concorrenza il “V8-90 Gradi” serie “D9508” di Liebherr che muove le trincia Krone “Big X 775”. L’architettura “V8” assicura, a parità di cilindrata, la possibilità di disporre di potenze massime superiori, tant’è che la taratura massima del motore può sfiorare i 900 cavalli. Ovviamente però penalizza dimensioni e masse. A conferma la densità di potenza che nella taratura di 775 cavalli è di 222 cavalli/metro cubo e il rapporto peso/potenza di due chili e quattro per cavallo.
Vero è, però che proprio perché in grado di raggiungere erogazioni di altissimo livello le otto canne svizzere sono garantite in termini di affidabilità nel momento in cui le prestazioni vengono fermate alle soglie dei 775 cavalli, prestazione cui fa eco una potenza specifica di 48 cavalli litro cui concorrono alimentazioni common rail operanti a due mila bar e sistemi di sovralimentazione di tipo turbo/intercooler. Lo stage V è superato ricorrendo a un sistema egr refrigerato che opera in tandem con un sistema di post trattamento di tipo scr.
Man D4276
Tocca i 790 cavalli la potenza massima erogata dalle unità Man “D4276” utilizzate da Claas sulle “Jaguar 970”. Il regime operativo del motore viaggia sui mille 750 giri al minuto e la potenza specifica tocca i 50 cavalli/litro. La coppia massima dichiarata di tre mila 400 newtonmetro è sviluppata a mille 350 giri/minuto per coppie specifiche che si aggirano intorno ai 218 newtonmetro/litro.
L’unità è inoltre compatta e forte del miglior rapporto peso/potenza fra quelle in esame con in chilo e 600 grammi/cavallo raggiunti grazie a una massa a secco di mille 277 chili. Di ultima generazione le soluzioni costruttive, a partire dal sistema common rail operante a due mila e 500 bar e l’aspirazione forzata da un turbocompressore a geometria variabile. Un egr raffreddato a liquido e un sistema di post trattamento dei gas di scarico modulare che integra i filtri doc, dpf e scr provvedono ad allineare le emissioni con le normative stage V.
Trinciacaricatrici: nuovi standard propulsivi
Autore: Jacopo Oldani