Dal primo gennaio 2018 è in vigore la nuova normativa europea “Ce 167/2013” che disciplina i contenuti costruttivi cui devono rispondere le macchine commercializzate sul Vecchio Continente. Tante le novità per i mezzi operanti nel settore della meccanizzazione agricola
Nome in codice “Ce 167/2013”, ma per gli addetti ai lavori è “Mother regulation”, la madre di tutti i regolamenti. Un appellativo che non lascia dubbi circa l’importanza di quello che si potrebbe definire un contenitore che raccoglie al proprio interno tutti i dettami costruttivi cui devono rispondere trattori, rimorchi agricoli e attrezzature agricole trainate che un qualsiasi produttore o importatore vuole introdurre sul mercato europeo. Di fatto un codice comportamentale obbligato e vincolante per tutti i Paesi europei che permetterà di armonizzare e semplificare le procedure di omologazione dei mezzi agro-forestali contribuendo contemporaneamente a renderli più sicuri all’uso. Il “regolamento di tutti i regolamenti” fu pubblicato dal Parlamento Europeo il cinque febbraio 2013, dopo due anni di lavoro e dopo aver coinvolto tutti i protagonisti dei vari settori affinché i relatori della Legge avessero piena conoscenza delle esigenze e delle problematiche in essere. Dal primo gennaio 2016 fu reso obbligatorio il suo riconoscimento da parte dei Paesi europei e dal primo gennaio di quest’anno ha raggiunto la sua pienezza obbligando gli stessi Paesi ad immettere sul mercato le nuove macchine solo se conformi alle nuove norme. Unica eccezione i mezzi di fine serie che potranno essere smaltiti, in quanto già costruiti, ancora per due anni, ma solo in misura del dieci per cento rispetto al numero dei veicoli che ogni costruttore ha venduto nei due anni precedenti. Tradotto in parole povere ciò significa che tutti i mezzi agricoli venduti in Europa ora saranno caratterizzati da una medesima impostazione di base così da permetterne una più facile commercializzazione continentale, garantirne la possibilità d’uso e renderli più sicuri. Questo non significa che la normativa si sovrapponga alle Leggi nazionali e in particolare al Codice della Strada, ma vero è che là dove le Leggi nazionali sono in contrasto con essa si deve applicare il principio della gerarchia delle fonti di diritto e quindi prevale quanto stabilito dalla “Mother regulation”. Ciò significa che lo stato membro non può rifiutare l’accettazione del regolamento comunitario, ma al suo interno può continuare a esigere il rispetto delle sue leggi nazionali. Proprio a seguito di ciò, un primo ritorno importante per il comparto nazionale è dato dal limite di velocità dei trattori che, se dotati dei contenuti tecnici previsti e quindi se omologabili in Europa in categoria “Tb”, quella che abbraccia le macchine in grado di superare i 40 chilometri l’ora di velocità massima, potranno essere venduti anche in Italia. Paese che invece fino a ieri imponeva ai costruttori di limitare tecnicamente e costruttivamente la velocità delle macchine. Anche per i trattori agricoli di categoria “Tb” il rispetto dei limiti di velocità sarà quindi delegato al driver, come peraltro da sempre avviene in campo auto. Altra liberalizzazione importante la capacità di traino, fino a ieri limitata a 20 tonnellate a pieno carico, massa oggi superabile anche di un buon 50 per cento se sia il trattore sia il rimorchio sono omologati in base alla normativa “Ce 167/2013” e ad essa si dovranno anche adeguare i dispostivi di traino. Va precisato che i nuovi standard prestazionali si legano alla presenza obbligata di tutta una serie di contenuti tecnici atti a rendere la marcia dei cantieri di lavoro più stabile e sicura di quanto non lo fosse in passato. Un esempio in tal senso è dato dai nuovi sistemi frenanti che, oltre a dover operare sui rimorchi mediante schemi a doppi circuiti, se i trattori sono omologati per velocità superiori ai 60 chilometri l’ora devono anche essere integrati da sistemi abs. Altra possibilità offerta dalla nuova normativa agli operatori nazionali la possibilità di usare alcuni dei dispositivi di accoppiamento trattore-rimorchio disponibili in Europa e, relativamente ai trattori, tutta una serie di norme tese a migliorare la sicurezza d’uso delle macchine. Fra gli input più rilevanti gli obblighi per i costruttori di ridurre gli sforzi di movimentazione degli archi di protezione, di dotare le macchine di staccabatterie esterni, di inserire protezioni fisiche sulle parti calde o in movimento e di prevedere sistemi atti a impedire che il trattore possa muoversi o operare con la presa di forza in assenza di operatore a bordo e freno di stazionamento inserito. Imposta pure l’unificazione dei colori dei comandi primari che dovranno essere rossi se di emergenza, arancioni se connessi alla movimentazione delle macchine e gialli se relativi al controllo delle prese di forza. Non obbligatorio, ma entrato nell’uso comune, il riferimento blu per gli azionamenti che riguardano idraulica e attacchi a tre punti.