Ottimi per le piccole aziende agricole, quelle che non possono permettersi grandi parchi macchine e quindi devono disporre di mezzi che fanno della versatilità la loro arma migliore. Ottimi però anche per le medie e le grandi organizzazioni, strutture che, al contrario delle prime, non lesinano sugli investimenti in parchi macchine, ma poi per ottimizzare i tempi di ammortamento non devono distrarre i trattori di alta potenza dalle loro mansioni primarie. Le attività pesanti in campo aperto per esempio, piuttosto che le lavorazioni attuate con attrezzature importanti e il trasporto su strada dei rimorchi di massa elevata. Esigenze contrapposte quindi e diverse anche rispetto a quanto necessitano le organizzazioni zootecniche ma che possono trovare un denominatore comune nei trattori McCormick serie “X5”, quattro macchine siglate “X5.085”, “X5.100”, “X5.110” e “X5.120” che per passi, pesi e potenze sono inquadrate quali “aziendali” di classe “C” ma alle quali le sole mansioni “aziendali” vanno strette potendo esprimersi in maniera ottimale anche in campo e su strada.
Sono trattori che in effetti non disdegnano le lavorazioni pesanti se attuate con attrezzature allineate alle potenze dei motori risultando anche perfetti per far fronte alle lavorazioni tipiche dell’agricoltura conservativa, alle attività foraggere e ai traini su strada attuati anche su lunghe distanze, attività cui guardano in particolare le trasmissioni robotizzate, gli assali sospesi e gli sterzi attuati per via elettroidraulica che rendono la guida quanto mai facile e sicura. Quanto sopra, senza dimenticare la possibilità di equipaggiare già di fabbrica le macchine con caricatori frontali originali McCormick serie “M15”, per il modello “X5.085”, o “M20” che permettono di far fronte a movimentazioni dell’ordine dei 12 quintali e di portare i perni di rotazione dei bracci fino a sfiorare i quattro metri di altezza. Veri e propri jolly dunque, resi tali anche dalla generosità dei motori Fpt Industrial serie “F 36” che muovono le tre macchine da 100, 110 e 120 cavalli di potenze nominali, unità emissionate in stage V senza equipaggiarle con sistemi egr e integranti tutti i gruppi di post trattamento dei gas di scarico in un unico elemento posto sotto al cofano motore così da non penalizzare la visibilità latero anteriore destra.
I motori sono inoltre alimentati con impianti common rail di ultima generazione che centellinano il combustibile assicurando i minimi consumi possibili in funzione del carico sull’acceleratore. Famosi per la loro affidabilità, gli “F 36” possono abbinarsi a cinque diverse trasmissioni che diventano dieci nel caso si desideri disporre anche di un eventuale super riduttore. L’attacco è dato da un gruppo prettamente meccanico denominato “Speed Four” che realizza 12+12 marce, mentre al vertice si colloca la trasmissione “P3-Drive”, gruppo robotizzato integrante un power shift a tre stadi che gestisce in automatico i 12 rapporti realizzati da ogni gamma grazie al sistema “Aps Auto Powwer-Shift”.
Il gruppo, pilotabile mediante il joystick multifunzione “Smart Pilot”, dà inoltre luogo alla modalità di lavoro “Stop&Start” che permette di gestire arresti e retro col solo pedale del freno, fermo restando che se si propone la necessit6à di agire sulla frizione questa è azionabile a pulsante, stessa funzionalità prevista per cambiare marcia o gamma. Di fatto un gruppo tecnicamente e funzionalmente molto vicino a quelli proposto dai grandi trattori da campo aperto, affermazione suffragata anche dalla possibile presenza di un inversore elettroidraulico operante anche sotto carico e modulabile nella reattività delle risposte. Va segnalato che a facilitare il lavoro minimizzando l’impegno in tal senso dell’operatore possono provvedere anche i sistemi di sterzo “Ads+”, “Advanced Driving System Plus”, che in campo correggono in automatico le deviazioni indesiderate indotte dal terreno e su strada riallineano le ruote dopo ogni curva rendendo la guida simile a quelle di un’auto, l’assale anteriore sospeso, che smorza gli scossoni di lavoro e le vibrazioni di marcia, e il sistema frenante integrale “Ibs”, “Integral Brake System”, che riduce del 50 per cento gli spazi di arresto rispetto ai sistemi frenanti tradizionali. Equipaggiati di serie con un impianto elettroidraulico per il blocco dei differenziali, i McCormick serie “X5” dispongono anche di impianti idraulici capaci di erogare fino a 82 litri di olio al minuto interamente orientati al lavoro se equipaggiati con una pompa tripla, di sollevatori posteriori e anteriori a gestione meccanica o elettronica capaci di muovere anche masse rispettive di 45 e 22 quintali, e prese di forza posteriori a inserimento elettroidraulico le cui velocità di rotazione permettono di azionare qualsiasi attrezzatura spaziando dai classici 540 giri/minuto a 540E, 1.000 e 1.000/E.
Elettronica senza limiti
Partendo dall’idea che ogni equipaggiamento di bordo deve rispondere a ben precise esigenze operative se si vuole evitare che sia un costo fine a se stesso, McCormick ha inserito sui suoi “X5” tutte le predisposizioni necessarie per digitalizzare le macchine e permettere agli operatori di completare o meno le dotazioni con gli impianti ritenuti utili. Rientrano in tale contesto, per esempio, le predisposizioni isobus e quelle preposte ad attuare i più evoluti sistemi di guida satellitari, ma sono possibili anche le connessioni da remoto con gli uffici tecnici aziendali e le concessionarie, soluzioni concretizzabili disponendo delle piattaforme gestionali “Fleet & Remote Diagnostic Management” e “McCormick Farm Pro Pack”. Si interfacciano con l’operatore mediante monitor touch screen da oltre otto pollici di diagonale regolabili nella luminosità e nella posizione, opzione quest’ultima resa disponibile anche a livello di volante e cruscotto.
Ogni driver può quindi personalizzare l’assetto di guida e di lavoro, obiettivo reso possibile anche dall’abitabilità che caratterizza le cabine, vani serie “Total View Slim” realizzati sulla base di strutture a quattro montanti certificate fops-rops e isolate posteriormente dal carro mediante sistemi meccanici. Forti di un livello sonoro di 72 decibel, le cabine dispongono di serie di botole trasparenti a tetto per facilitare gli impilaggi effettuati con i caricatori frontali, accolgono poltrone di guida sospese per via pneumatica, risultano omologate in classe 2 e si propongono con tetti ribassati per facilitare l’accesso ad allevamenti e magazzini.
Anche un utility, due specializzati e versioni open
Alle aziende che necessitano di un trattore particolarmente robusto e stabile ma di potenza medio-bassa, McCormick propone una versione utility da 75 cavalli dei suoi “X5” mossa da un motore Fpt Industrial serie “F34”, sempre emissionato in stage V ma senza uso di urea. La macchina nulla cede in termini di dotazioni rispetto ai modelli di prestazioni superiori fatta sala l’idraulica che vede la propria capacità ridotta a 56 litri/minuto ma sempre tutti riservati al lavoro. A fianco di tale macchina la serie “X5” propone poi anche due modelli specialistici siglati “Hc” in quanto equipaggiati con ruote isodiametriche strette e alte di misura 9,5 R48 così da portare la luce libera a 700 millimetri e poter lavorare su superfici destinate alle colture orticole oltre che al riso. Disponibili anche allestimenti open con arco di sicurezza abbattibile e piattaforma isolata dal carro mediante sistemi Hydro Silent Block.
Titolo: Trattori McCormick “X5”, pronti a tutto
Autore: Redazione