Il trattore “Farmall” di Case Ih taglia il traguardo dei cento anni. Ma partiamo dall’estate del 1923. Nord America. Nelle sterminate pianure statunitensi lavoravano dei trattori molto particolari, a tre ruote, con una grande luce libera da terra e di aspetto minimalista, senza parafanghi e con una struttura essenziale a telaio portante per contenerne il peso. Erano i modelli pre-serie e di prova di un trattore destinato a divenire leggendario, “Farmall”. Progettato dall’ingegner Bert R.Benjamin di International Harvester, avevano una concezione agli antipodi rispetto a quella dell’ allora leader del mercato, Fordson “F”. Quest’ultimo era basso e largo, classico trattore destinato soprattutto all’aratura. “Farmall” era invece alto e snello, destinato primariamente alle colture a file, tipologia di mezzi definita “Row-Crop”.
Il “Farmall” di Case Ih progettato in un’ottica di comfort
Grazie alla importante luce libera da terra, poteva montare attrezzi ventrali che l’operatore controllava senza doversi girare all’indietro. Un notevole vantaggio per il comfort che fino ad allora era stato preso in scarsa considerazione. Il primo “Farmall” prodotto in grande serie e chiamato “Regular” e avente numero di telaio “Qc501” fu poi presentato e commercializzato a partire dai primi mesi del 1924 e aprì la strada a un successo che non fu inferiore a quello di “Fordson”, uno dei trattori più venduti al Mondo. Va precisato che le due macchine rispondevano in modo appropriato ad altrettante e diverse esigenze colturali vantando anche produzioni in grande serie che permise di abbassarne drasticamente i costi. Contrariamente a “Fordson” però “Farmall” non conobbe mai arresti produttivi negli Stati Uniti e tutte le sue versioni successive, “F20”, “F30”, “F12” e “F14”, furono commercializzate senza grossi cambiamenti fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
Le tappe più importanti del “Farmall” di Case Ih
“Farmall” di Case Ih rivisto all’insegna del design
Nel 1939 apparve infatti la nuova generazione dei trattori International Harvester, caratterizzata da una linea particolarmente gradevole firmata dal franco-americano Raymond Loewy, stilista che disegnò tra le altre cose la bottiglietta della Coca Cola e l’aereo supersonico Concord. Grazie a lui “Farmall” fu il primo trattore che beneficiò di un design integrato e sempre a Loewy s deve anche il nuovo logo della Casa che ricordava vagamente un “Farmall” con conducente visto da dietro.
Non a caso i primi trattori della nuova gamma a essere presentati il 12 Luglio del 1939 furono proprio due “Farmall”, il modello” A” e il suo derivato a tre ruote “B”, entrambi costruiti a Chicago, nello stato dell’Illinois, a differenza dei due modelli più potenti della gamma, “Farmall H” e “Farmall M” che vennero costruiti a Rock Island, sempre in Illinois. L’anno seguente fu il turno dei modelli “W4”, “W6” e “W9”, componenti una famiglia di trattori utility e standard che si aggiunse a quella dei row-crop. La loro linea era più tozza e i cofani squadrati, ma riprendevano comunque la linea “Loewy” dei “Farmall”, la stessa che nel 1941 caratterizzò anche “Farmall Wd-40”, il primo trattore ruotato americano mosso da un motore diesel, un quattro cilindri erogante 44 cavalli. La produzione continuò anche durante la Guerra tant’è che alla sua la famiglia “Farmall” si completò con il piccolo ”Cub”, presentato il 13 ottobre del 1945 in un’azienda sperimentale ubicata a Hinsdale, sempre nell’Illinois.
Era una macchina progettata per sostenere le “piccole aziende agricole come tuttofare del fattore” stando a quanto dichiarato in occasione del lancio e quindi guardava verso realtà produttive estese fra i dieci e 15 ettari, le stesse che in Europa erano invece considerate medio-grandi. Destinato a fare il lavoro di due cavalli da tiro, “Cub” riprendeva la formula progettua le “culti-vision” di “Farmall A” e di “Farmall B” basata su una meccanica spostata sulla sinistra del trattore mentre volante e sedile erano spostati sulla destra così da consentire una eccellente visuale della parte di terreno sotto il trattore.
Era un notevole vantaggio considerato che molti attrezzi erano montati tra i due assali e fissati su diversi punti di ancoraggio previsti sul telaio. “Cub” contribuì non poco al successo dei “Farmall” che nel 1947 videro scendere dalla catena di montaggio il loro milionesimo esemplare.
Nel 1958 fu poi la volta di un altro best seller della serie, “560”, mezzo spinto da un motore a sei cilindri erogante 60 cavalli al volano.
Ne vennero costruiti oltre 66 mila esemplari che si aggiunsero a tutti gli altri esemplari costruiti fra il 1923 e il 1974 permettendo al trattore di potersi fregiare di un livello di produzione difficilmente eguagliabile, oltre cinque milioni di esemplari, quota destinata a incrementarsi ulteriormente in quanto dal 2003 la produzione dei “Farmall” è ripresa e attualmente copre un range di potenza compreso fra i 55 e i 117 cavalli con dodici diversi modelli tutti personalizzabili.
Tra fusioni e acquisizioni
International Harvester, in sigla “Ih”, nacque dalla fusione dei due più importanti marchi che alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti costruivano trebbiatrici, McCormick e Deering, col secondo che non va confuso con il marchio John Deere. I due operavano in concorrenza fra loro risultando di conseguenza gravati da forti spese di promozione e distribuzione. Per questi motivi nel 1920 i rispettivi proprietari decisero di fondere le aziende in un’unica organizzazione che prese il nome di “International Harvester” diventando uno tra i più importanti costruttori di trebbiatrici e poi di trattori a livello mondiale. La cosa andò avanti per decenni fino al 1984 quando la finanziaria Tenneco, proprietaria dei marchi Case e David Brown, nel 1985 decise di acquisire anche International Harvester. Nacque così il marchio Case International, poi acquistato nel 1999 dal gruppo Fiat per affiancarla al suo marchio New Holland dando vita al gruppo Cnh, recentemente scorporato separando le attività on road da quelle off road.
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Titolo: Il trattore “Farmall” di Case Ih festeggia cento anni
Autore: Massimo Misley