Nel 2022 e in questo avvio di 2023 sono cresciute le proteste plateali in nome del clima. Si è infatti assistito a incursioni nei musei da parte di attivisti che hanno imbrattato opere d’arte, per fortuna protette da vetri. Altre incursioni sono state a danno di manifestazioni sportive, come quelle realizzate da gruppi di contestatori sedutisi in mezzo alla strada in occasione del passaggio del Tour de France. A questi si sono aggiunti coloro che hanno scelto strade ad alta densità di traffico per poggiare sull’asfalto le proprie terga.
Chi percorre abitualmente il grande raccordo anulare di Roma lo ha imparato a proprie spese. Era quindi solo questione di tempo prima che qualcosa di grave accadesse davvero. Basti pensare a quanto accaduto anche il 1 novembre 2022 in Germania, per la precisione a Berlino, quando il blocco stradale degli attivisti climatici ha impedito ad un’ambulanza di giungere tempestivamente sul luogo di un grave incidente. Una ciclista era stata investita da una betoniera e versava in gravi condizioni. Una volta giunti sul posto i soccorritori hanno trasportato la vittima in ospedale, ove dopo qualche ora ne è stata dichiarata la morte cerebrale. In pratica è morta ma ancora non lo sa.
Forse ciò sarebbe accaduto ugualmente anche senza blocco del traffico, ma resta il fatto che ormai è giunta l’ora che tali manifestazioni vengano bollate per ciò che sono, puro teppismo in salsa verde.