Sollevatori telescopici Merlo serie “TurboFarmer”, veri e propri factotum

Nati ufficialmente nel 1983 da una geniale intuizione di Amilcare Merlo, i sollevatori telescopici legano da sempre il loro nome all’Azienda che li ideò. Un rapporto talmente stretto da rendere praticamente sinonimi i due termini sia in ambito agricolo sia in ambito edile. Leader nazionale nel settore dei sollevatori telescopici agricoli, il Gruppo Merlo si colloca in effetti anche ai vertici del mercato relativo al comparto industriale, ambito che presidia con macchine caratterizzate da soluzioni tecniche specifiche. Fra queste e in primis, la presenza degli stabilizzatori laterali, contenuto indispensabile per operare in sicurezza alle ragguardevoli altezze imposte dall’edilizia e con le relative e alte portate.

Gli stabilizzatori vanno letteralmente ad ancorare la macchina al terreno, ne regolarizzano l’orizzontalità e ne ampliano la base di appoggia aumentando le aree di brandeggio dei carichi. Ovviamente la loro presenza incide sulle masse e sugli ingombri, motivo per cui sono poco richiesti in campo agricolo alla luce delle minori altezze medie di lavoro, fra i sei e i nove metri, e della necessità di disporre di macchine il più possibile compatte e manovrabili, due doti raggiungibili solo attraverso da rapporti peso/potenza più competitivi di quelli proposti dai sollevatori edili. Ciò non toglie che anche in ambito agricolo alcune specifiche necessità applicative trovino comunque negli stabilizzatori dei preziosi supporti, un’opzione che Merlo ha previsto in tempi non sospetti per la sua gamma agricola più versatile e polivalente, ossia quei “TurboFarmer” che non a caso sono stati protagonisti all’interno dello stand del Gruppo cuneese dal tre al sette maggio a Samoter 2023, la fiera veronese dedicata all’edilizia e al movimento terra.

Una duplice veste quindi, agricola ed edile, che di fatto configura i Merlo “TurboFarmer” quali veri e propri factotum, posizione peraltro maturatasi già agli albori di una serie che nacque proprio con l’obiettivo di far fronte al maggior numero possibile delle attività quotidiane che si prospettano in un’azienda agricola.

Tre famiglie, tre ambiti prestazionali

Tali utilizzi sono peraltro ancora oggi alla base della serie, divisa in tre distinte famiglie costituite dai sollevatori compatti, da quelli di media capacità e dalle macchine più prestazionali, di alta capacità. I primi, siglati “Tf27.6”, “Tf30.7”, “Tf30.9”, “Tf33.7” e forti di potenze di 75 o 115 cavalli erogate rispettivamente da motori a quattro cilindri Kohler e Deutz, arrivano a offrire portate massime di 33 quintali raggiungendo altezze limite di nove metri che di fatto li orientano principalmente verso le aziende di medie e piccole dimensioni a vocazione zootecnica.



I modelli “Tf35.7”, “Tf38.10” e “Tf42.7” di media capacità, più strutturati ed equipaggiati con unità Perkins o Deutz a quattro cilindri eroganti rispettivamente 136 o 145 cavalli di potenza massima, offrono invece capacità di carico che possono arrivare a 42 quintali e altezze massime dell’ordine dei dieci metri, parametri che di fatto li rendono ideali per le aziende di maggiori dimensioni che affiancano alle attività di movimentazione nell’ambito della zootecnia intensiva anche i trasporti foraggeri su strada.

Anche potenze di 170 cavalli

Al top dell’offerta infine i “TurboFarmer” di alta capacità, tre modelli denominati “Tf45.11”, “Tf50.8”, “Tf65.9” ed equipaggiati con unità quattro cilindri Fpt Industrial da 170 cavalli di potenza massima, che mettono a disposizione portate fino a 65 quintali e altezze massime nell’ordine degli 11 metri. Val la pena di sottolineare che nell’ambito della gamma “TurboFarmer” quest’ultimo parametro non è esclusiva del modello “Tf45.11” perché Merlo propone a listino anche il modello compatto “Tf35.11” pensato proprio per crossare i settori agricolo ed edile e in tale ottica in grado di raggiungere appunto altezze massime di 11 metri grazie alla presenza di serie dei già citati stabilizzatori laterali. Equipaggiato con un motore Deutz a quattro cilindri da 143 cavalli di potenza massima, “Tf35.11” è inoltre omologato per poter usare piattaforme aeree porta-persone, abilitazione che di fatto lo rende quanto mai versatile e polivalente, garantendo agli operatori in navicella tutte le assistenze attive e passive necessarie per lavorare in sicurezza.

Comune all’intera gamma “TurboFarmer” invece la presenza di tutte le più moderne soluzioni tecnologiche sviluppate dal Gruppo Merlo per massimizzare l’efficienza produttiva delle proprie macchine.

Minimi consumi con “Eco Power Drive”

Rientrano in effetti in tale categoria gli acceleratori elettronici “Epd”, acronimo di “Eco Power Drive”, che permettono di ridurre i consumi fino al 18 per cento rispetto a un sollevatore telescopico tradizionale di pari prestazioni grazie alla gestione automatica e in tempo reale dei regimi di lavoro.



Un’efficienza operativa ulteriormente enfatizzata dalla trasmissione idrostatica Merlo “CvTronic”, in grado di incrementare la coppia motrice alle basse velocità del 12 per cento e di mettere a disposizione tre diverse modalità operative grazie alla gestione autonoma dei due motori idrostatici che compongono il gruppo. Alla sicurezza operativa guarda invece il sistema “Ascs”, acronimo di “Adaptive Stability Control System”, che sfrutta la connessione can-bus e la sensoristica di bordo per mostrare mediante un display da dieci pollici i movimenti effettuabili fino ai limiti della stabilità.

La sicurezza non penalizza l’efficienza

L’impianto rileva infatti in automatico il carico, la posizione del braccio e l’attrezzo accelerando tutte le manovre di movimentazione che non danno luogo a instabilità e bloccando invece i movimenti aggravanti. In questa fase sono però consentiti tutti i movimenti diretti verso una condizione di maggior sicurezza e ciò consente di non bloccare mai il sollevatore telescopico, in modo tale da ottimizzare i tempi di lavoro e da semplificare l’uso della macchina anche per utenti meno esperti.

Tutto un altro comfort

Come da tradizione Merlo, anche i sollevatori telescopici “TurboFarmer” possono essere equipaggiati con cabine isolate rispetto al telaio mediante sistemi di sospensione attivi. I vani, denominati “Cs e omologati a norme fops/rops, poggiano infatti su molle idropneumatiche che garantiscono sia il totale isolamento dei posti guida da vibrazioni e calore, sia l’assorbimento degli urti e degli scossoni che si innescano in fase di lavoro fra macchina e terreno.

Massimo comfort operativo quindi, obiettivo cui guarda anche la presenza di sedili a sospensione pneumatica e di impianti di climatizzazione integrali, mentre alla semplicità di gestione delle macchine sono orientati joystick capacitivi di ultima generazione integranti tutti i principali azionamenti preposti al controllo delle funzioni operative dei mezzi e dei relativi bracci telescopici.

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Titolo: Sollevatori telescopici Merlo serie “TurboFarmer”, veri e propri factotum

Autore: Redazione

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