Quando una macchina agricola dispone di un impianto idraulico preposto ad azionare attrezzature esterne è prassi che mantenga sempre tale circuito a una pressione minima di lavoro denominata “pressione di stand by”, quella necessaria per assicurare risposte immediate alle richieste energetiche avanzate dagli operatori. Tale pressione è normalmente superiore a quella minima di lavoro, si innesca nel volgere di pochi secondi dopo che la macchina in questione è stata avviata. Si mantiene poi che se l’impianto idraulico non viene usato fino a quando la stessa macchina viene spenta.
Ne deriva un assorbimento energetico continuativo che grava sui consumi e sulle emissioni in misura tanto maggiore quanto più alta è la pressione di stand by, parametro particolarmente elevato nel caso dei sollevatori telescopici a causa del fatto che la maggior parte delle loro funzionalità sono proprio gestite per via idraulica. Per questo motivo, e partendo dal concetto che la pressione di stand by non è azzerabile, tutti i costruttori di settore più attenti all’efficienza e al rispetto ambientale stanno lavorando per dar luogo a soluzioni costruttive atte a minimizzare le pressioni di stand by delle loro macchine senza penalizzare la funzionalità delle stesse. In prima linea in tale ricerca c’è ovviamente Merlo, costruttore che da decenni opera in qualità di capofila del settore a livello di evoluzione tecnologica e che in tempi recenti ha voluto confermare tale sua posizione mettendo a punto proprio un sistema di gestione delle pressioni di lavoro atto a minimizzare gli assorbimenti energetici dei circuiti e quindi i consumi orari di lavoro senza penalizzare e anzi elevando l’efficienza degli stessi.
Fino a 160 litri/minuto di olio
Denominato “Hi-Flow”, il sistema Merlo si basa sulla presenza di una pompa idraulica da 72 centimetri cubi di cilindrata operante a una pressione di 250 bar e in grado di erogare fino a 160 litri di olio al minuto, gruppo cui si affianca poi un distributore di progettazione Merlo siglato “Mh01” integrante una valvola atta a permettere la discesa pilotata del braccio per gravità e un sistema di sospensione idraulica che realizza la posizione flottante del braccio. Il tutto si integra a sua volta in un circuito load sensing che già di suo ottimizza la distribuzione del flusso idraulico a tutti gli attuatori. L’impianto, che ha permesso di abbassare la pressione di stand by a soli 20 bar, è al momento previsto sui modelli “Tf50.8”, “Tf45.11” e “Tf65.9”, ma sarà progressivamente reso disponibile sull’intera gamma per dar luogo ai minimi consumi possibili in funzione delle richieste operative avanzate dagli operatori, obiettivo cui peraltro guardano anche i passaggi dell’olio proposti dal distributore, studiati in modo da minimizzare gli attriti fluidodinamici e anche gli inevitabili surriscaldamenti cui è soggetto il fluido quando lavora.
Posizioni pre-programmabili
L’impianto si integra inoltre nel sistema di controllo della stabilità Merlo andando a realizzare le funzioni di setpoint e la già citata flottazione. La prima permette di pre-programmare i punti di lavoro del braccio così da richiamarli a pulsante lasciando che sia poi il sistema a pilotare l’idraulica in modo da raggiungerli nei più brevi tempi possibili. La flottazione del braccio è invece una funzione che consente di lasciare il braccio libero di seguire gli andamenti del terreno eliminando i blocchi che limitano il movimento del cilindro di sollevamento e mantenendo attivi quelli di rotazione zattera e sfilo. E’ una funzionalità che agevola i lavori con le pale, le lame da spinta o da neve e, più in generale, con tutti gli attrezzi che necessitano di mantenere un contatto costante con il suolo. Ciò senza pregiudicare l’esecuzione di altri movimenti del braccio o della macchina quali, per esempio, sfili o rientri, le inclinazioni della zattera, la gestione delle prese idrauliche ausiliarie e, se previsti, i sistemi di tilting e di traslazione del telaio.
Titolo: Sistema Merlo “Hi-Flow”, obiettivo efficienza
Autore: Redazione