Deutz-Fahr lancia ufficialmente i nuovi modelli serie “7 Ttv Agrotron”. Si caratterizzano per una maggior produttività e un’efficienza superiore grazie a motori omologati stage 4 da 226 e 246 cavalli e a una serie di innovazioni che ampliano gli orizzonti tecnologici di settore
L’agricoltura del futuro comincia a Dresda. Sono le stoppie dei campi delle colline della Svizzera Sassone che si disperdono intorno alla città tedesca, ribattezza la “Firenze dell’Elba” e capitale dello Stato della Sassonia. Qui Sdf ha infatti deciso di far esordire i nuovi “7 Ttv Agrotron” del suo marchio globale, Deutz-Fahr, due mezzi siglati “7230” e “7250” che oltre a confermare le performance di produttività ed efficienza offerte dalla serie precedente avanzano una serie di up grade tecnologici destinati a fungere da nuovi riferimenti per il settore. Non è un caso quindi se, come accennato, la famiglia passa da tre modelli a due mandando in pensione “7210 Ttv”, mezzo peraltro sostituito da due macchine facenti capo alla nuova serie “6 Ttv Agrotron”, ampliata quindi verso l’alto e anch’essa presentata in anteprima a Dresda. All’atto pratico Deutz-Fahr ha quindi rivisitato ex novo le sue macchine di media e alta potenza, con le prime, i trattori serie “6” che ora coprono un range di potenze comprese fra i 156 e i 212 cavalli e i “7 Ttv” che invece avanzano prestazioni massime di 226 e 246 cavalli. Unitamente alle erogazioni sono ovviamente cresciute anche le dimensioni e le masse delle macchine che nel caso dei “7 Ttv” e relativamente al passo stallano ora sui due mila e 868 millimetri a fronte di una lunghezza invariata di quattro mila e 972 millimetri e una larghezza minima di due metri e mezzo. Il passo allungato permette alle nuove macchine di migliorare le proprie performance di trazione risultando più stabili su strada e più bilanciate in campo. Cuore dei due nuovi mezzi altrettanti sei cilindri Deutz da sei litri e cento centimetri cubi di cilindrata omologati in stage 4 la cui miglior dote è senza dubbio proposta dall’erogazione di coppia, estremamente regolare già a partire da mille giri, regime che mette a disposizione il 90 per cento dei picchi massimi per il modello top di gamma sfiorando i mille newtonmetro erogati a mille 500 giri. La prestazione si mantiene poi pressoché costante fino alle soglie dei mille e 900 giri, regime cui si regista anche la massima erogazione della potenza. Nonostante le cubature relativamente ridotte le due unità vantano quindi una grande elasticità funzionale a fronte di consumi specifici minimi in linea con quelli dichiarati per i precedenti modelli, 168 e 179 grammi di gasolio per cavallo ora cui si deve ora aggiungere da un tre a un cinque per cento a seconda del carico di adblue, il fluido necessario per far operare il sistema di emissionamento scr. Questi lavora in tandem con un filtro antiparticolato passivo autorigenerante e un sistema egr preposto all’abbattimento in camera di combustione riduzione degli ossidi di azoto. A enfatizzare le prestazioni provvedono invece un impianto di sovralimentazione turbo/intercooler con intercooler refrigerato e il sistema di alimentazione Deutz “Dcr” operante a mille e 600 bar di pressione. Completamente rinnovato il sistema di raffreddamento che si avvale ora di scambiatori di calore compatti e disposti a pacchetto con apertura a libro posizionati nella parte anteriore del motore e nuova è anche la ventola “Electronic Visco” controllata elettronicamente mediante un giunto viscostatico per minimizzare gli assorbimenti energetici in funzione delle reali necessità di raffreddamento. Strutturalmente invariata la trasmissione, gruppo a variazione continua Zf serie “S-Matic” che mette a disposizione tre differenti rapporti finali in grado di realizzare velocità massime di 40, 50 e anche 60 chilometri orari a regime motore economico. Controllato elettronicamente, opera mediante un software rivisto da Deutz-Fahr in un’ottica di efficienza e quindi orientato a far lavorare il più possibile la parte meccanica in tutte e quattro le gamme disponibile. Il passaggio da una gamma all’altra è ovviamente automatico, le velocità minime di lavoro possono scendere fino a 200 metri l’ora e tre sono le modalità operative disponibili, “auto”, “manual” o “pto”, con la possibilità di modulare ogni opzione sulla base dei programmi di lavoro “eco” e “power”. Tali opzioni erano comuni anche ai precedenti trattori di pari gamma mentre del tutto nuovo risulta l’assale anteriore sospeso heavy-duty studiato da Sdf in collaborazione con Dana. Grazie a tale gruppo i trattori vantano ora bracci oscillanti di lunghezza superiore, 631 millimetri tra il perno del braccio e il centro dei cerchioni, e ammortizzatori installati sul lato anteriore dell’assale. Grazie a tali soluzioni i trattori risultano più sensibili alle sconnessioni e quindi più confortevoli all’uso, complice anche la presenza di un sistema di sospensione controllato elettronicamente e di tipo adattivo integrante la funzione “Anti-dive” che lavora durante i trasferimenti su strada assicurando maggiore sicurezza. Verso tale obiettivo guarda anche l’impianto frenante anteriore basato su freni a disco a secco esterni affiancati da un servofreno supplementare, soluzione già presente sui modelli precedenti che però non godevano della gestione idraulica di alte prestazioni proposta dai nuovi mezzi, mutuata dai trattori serie “9”. Il circuito, indipendente, opera grazie a cinque distributori idraulici posteriori e due anteriori tutti gestibili tramite nuovi controlli proporzionali e alimentati da una pompa in grado di erogare 120 o 160 litri di olio al minuto a seconda delle esigenze operative. Il circuito è in ogni caso di tipo load sensing e le portate sono interamente fruibili in lavoro essendo previsto un circuito ausiliario con serbatoio dedicato per le utenze di servizio. Da segnalare anche il nuovo sollevatore anteriore integrato nel carro e capace di quasi 55 quintali di portata realizzati avvicinando il perno di sollevamento alla macchina così da realizzare un più efficace braccio di leva. Nessuna variante per il sollevatore posteriore da dieci tonnellate di capacità gestibili, come per l’anteriore, in elettronico.