Le due trincia semoventi “Big X 700” e “Big X 770” di Krone si collocano nel mezzo delle classi di potenza più gettonate dal mercato mondiale. Si propongono quindi quali mezzi in grado di soddisfare le molteplici esigenze operative cui devono far fronte le medie e le grandi aziende agricole oltre che i contoterzisti, in particolare quelli operanti su superfici molto frazionate e spesso distanti fra loro
Secondo le più recenti statistiche di mercato relative al settore delle trincia raccoglitrici semoventi, le fasce di potenza comprese fra i 500 e gli 800 cavalli concentrano il 58 per cento del mercato mondiale di categoria risultando però orientate più verso l’alto, cioè verso gli 800 cavalli, che verso il basso, cioè verso i 500. Non è quindi un caso se proprio fra i 500 e gli 800 cavalli Krone ha deciso di concentrare gran parte della sua gamma “Big X” lasciando una sola macchina, “Big X 480” a coprire le basse potenze e due, “Big X 850” e “Big X 1100” a presidiare le alte prestazioni. Ben sei invece le macchine di medie prestazioni, tre delle quali “Big X 530”, “Big X 580” e “Big X 630” azionata da un motore Mtu e una, “Big X 600”, mossa da un’unità Man. Nello stesso segmento si inseriscono poi le due “Big X” serie “700”, la “700” propriamente detta e la “770”, entrambe azionate dall’ottobre scorso da nuovi motori a marchio Liebherr, degli otto cilindri a “V” da 16 litri e 600 centimetri cubi che grazie a mappature “PowerSplit” ben si prestano per soddisfare le esigenze operative delle medie e grandi aziende agricole oltre che quelle dei contoterzisti che operano su superfici molto parcellizzate. Le nuove unità vantano in effetti elevate erogazioni di coppia, ma soprattutto un’affidabilità certificata da un marchio che vede le proprie macchine operare nelle più sperdute aree del Globo e che quindi non può permettersi il lusso di produrre motori forieri di avarie. Da qui anche un ridotto campo di lavoro che dà luogo a non pochi vantaggi in termini di contenimento dei consumi. Le due macchine abbinano quindi prestazioni di rilievo, molto vicine a quelle proposte dai mezzi di potenza superiore, ad assorbimenti molto più contenuti di quanto gli oltre sedici litri di cubatura dei motori potrebbero far supporre e ciò, appunto, grazie a un sistema di motopropulsione che opera sulla base di mappature di alimentazione plurime. In pratica accade che grazie al sistema “PowerSplit” l’erogazione di potenza e quindi i relativi assorbimenti, vengano adattati in automatico alle condizioni di lavoro della macchina alternando mappature “eco”, cioè orientate al contenimento dei consumi, a quelle “X Power” che mettono a disposizione l’intera potenza dei motori. Su strada quando ci si sposta da una parcella all’altra, o in campo quando si lavora su foraggi morbidi, la macchina lavora quindi con quel minimo di assorbimenti che servono per spostarne la massa, mentre quando deve affrontare attività pesanti quali, per esempio, la raccolta del mais, sfodera tutte le sue energie. Anche in tale frangente però il computer di bordo cerca di minimizzare i consumi, tant’è che le erogazioni di punta vengono lasciate alla discrezionalità dell’operatore e, in particolare, all’attivazione di un boost di coppia che aiuta a superare le situazioni più difficili. Naturalmente non è solo il sistema di alimentazione del motore che concorre all’efficienza di “Big X 700” e di “Big X 770”, ma l’intera catena propulsiva, a partire dalla disposizione trasversale delle unità che permette l’azionamento diretto a cinghia della pompa che alimenta i motori idraulici posti nelle ruote. Una seconda cinghia, pretensionata in automatico da un sistema idraulico, porta invece la coppia motrice ai sistemi di lavoro eliminando di conseguenza altri tipi di collegamento meno efficienti in termini meccanici. Questi ultimi, aprono con un sistema di precompressione del raccolto a sei rulli che rappresenta la connotazione saliente di tutte le “Big X” garantendo al rotore di taglio un flusso di prodotto sempre costante e omogeneo. I rotori sono inoltre sostituibili per adeguarne le prestazioni alle esigenze di lavoro, obiettivo perseguito variando il numero dei coltelli disponibili fra 20 e 40 così da realizzare lunghezze di taglio comprese fra un massimo di 31 millimetri e un minimo di due millimetri e mezzo. Le lame possono essere regolate mediante una chiave a mano che agisce su appositi eccentrici, soluzione, denominata “MaxFlow” che si inserisce in un programma di contenuti teso a minimizzare i tempi morti di manutenzione. Tra questi, oltre al sistema di ingrassaggio centralizzato e monitorato per via elettronica, si inserisce anche “VariQuick”, impianto che permette di posizionare o scavalcare in pochi minuti il rompigranella. A incrementare la produttività della macchina guarda anche il sistema “VariStream Inside”, che fa fronte senza dover fermare il lavoro a eventuali picchi di materiale come per esempio accade quando si opera su andane irregolari, mentre è stato chiamato “StreamControl” l’impianto preposto alla regolazione della velocità di lancio del tagliato, operazione gestibile agendo su due pulsanti posti sul joystick multifunzione che governa l’intera macchina. Per agevolare il lancio è anche disponibile il sistema di puntamento del rimorchio “Forage Cam” che automatizza e ottimizzare il riempimento dei rimorchi.