La ricerca di sistemi alternativi alla chimica atti a contrastare le malattie fogliari delle colture già da tempo ha individuato una possibile soluzione nei raggi ultravioletti emessi da lampade al mercurio o led operanti nello spettro di emissione compreso fra i 250 e i 280 nanometri.
Altro potere germicida
I dispositivi di sanificazione di tipo “Uv-C” detengono in effetti un notevole potere germicida e proprio per questo hanno trovato applicazione in ambiti civili, a partire dalla sanificazione degli ospedali e dei luoghi pubblici, fino alla disinfezione di acqua e aria. Ciò in quanto le radiazioni ultraviolette agiscono sul dna dei microorganismi, spezzandone i legami molecolari e impedendone la riproduzione. Da qui l’idea di sostituire i trattamenti chimici in vigneto o, più in generale, a livello di agricoltura specialistica, con trattamenti a raggi da svilupparsi mediante sistemi autonomi in grado di operare nelle ore notturne, quelle in cui i raggi stessi vantano la maggior efficienza. In tale ottica è stato recentemente attrezzato ad hoc un esemplare della piattaforma “Weta Robot”, messa a punto negli anni scorsi dall’azienda spagnola Teyme Agricultural Technology nell’ambito del progetto europeo “Scorpion”.
Nata quale robot autonomo mosso mediante un motore endotermico, la piattaforma è stata resa full electric in termini di propulsione grazie a quattro motori elettrici integrati nei mozzi ruota e alimentati mediante una batteria da 20 ampere di capacità per sei o dodici chilowatt di potenza, gruppo che assicura fino a quattro ore di autonomia alimentando anche il sistema di irraggiamento a ultravioletti.
Anche in interfila strette
Equipaggiato con telecamere, sensori e un sistema Lidar per garantire movimenti precisi e sicuri tra i filari e in grado di operare anche all’interno di interfila da soli 120 centimetri di larghezza, il robot si propone con lo stesso sistema di scavallamento sperimentato per attuare i trattamenti tradizionali ma al posto degli ugelli di irrorazione sono stati inserite delle lampade al mercurio pilotate per via elettronica in termini di numero e tempi di accensione. Ciò per variare in tempo reale l’intensità del trattamento. L’assenza di operatori e la presenza di un sistema di trazione di tipo integrale permettono alla macchina di lavorare oltre che nelle ore notturne anche su terreni particolarmente scoscesi e quindi attuare trattamenti fitosanitari anche in aree difficili a presidiarsi con i sistemi tradizionali.
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Titolo: Progetto “Scorpion”, la luce al posto della chimica
Autore: Redazione