Primo upgrade per gli arancioni

La rinnovata serie “M7002” di Kubota rappresenta la diretta evoluzione degli attuali campo aperto di media-alta potenza della Casa giapponese in un’ottica di ampliamento delle potenzialità operative e di una maggior semplicità d’uso

Kubota M7002


Esordio in quel di Hannover, in occasione di Agritechnica 2017, per la nuova serie “M7002” di Kubota, linea di prodotto che integrerà gli attuali modelli top di gamma della Casa giapponese. Come testimoniato dall’ultimo numero della sigla di identificazione rappresenta la seconda generazione dei campo aperto Kubota di media-alta potenza, trattori che furono lanciati a fine 2014 e quindi vivono oggi il loro primo upgrade tecnico-funzionale. Obiettivo degli interventi il miglioramento della versatilità operativa, traguardo cui guardano sia la massa complessiva ammissibile portata a 11 mila e 500 chili sia la nuova trasmissione full powershift realizzata affiancando sei gamme con cinque marce per un totale di 30 rapporti in avanti e 15 indietro. Velocità elevabili a livello opzionale a 54+27 attraverso un super riduttore operante sulle quattro gamme più basse in fase di avanzamento e sulle due più lente in retro. Come previsto già per le versioni “M7001”, gli utenti che prevedono di impiegare spesso e volentieri le macchine su strada, magari con rimorchio al seguito, possono in alternativa scegliere una trasmissione a variazione continua di derivazione Zf denominata “K-Vt” a elevata componente meccanica e integrante un sistema di frenatura dinamica che di fatto realizza una decelerazione assistita del motore tesa al mantenimento costante della velocità quando i trattori affrontano un percorso in discesa. La trasmissione permette inoltre alle macchine di muoversi su strada a velocità nell’ordine dei 50 all’ora ove consentito dal Codice al minor regime possibile assicurando contemporaneamente in campo la massima motricità grazie alla possibilità di montare pneumatici da 600/60 R28 all’anteriore e da 710/60 R38 al posteriore. Comuni a tutte le macchine i motori, ovviamente Kubota, serie “V6108”, dei quattro cilindri da sei litri e 100 centimetri cubi di cilindrata in grado di erogare tarature massime nell’ordine di 130, dei 150 e dei 170 cavalli, prestazioni che grazie alla funzione “OverBoost” possono elevarsi rispettivamente fino a 150, 170 e 175 cavalli quando le macchine sono impegnate alla presa di forza o nel traino su strada. Omologati stage 4 grazie alla contemporanea presenza di un impianto egr per il riciclo dei gas di scarico, di un filtro dpf per il controllo del particolato e di un sistema scr per l’abbattimento degli ossidi di azoto, i propulsori operano sulla base di alimentazioni common rail ad alta pressione, di distribuzioni a quattro valvole per cilindro e di sovralimentazioni asservite da impianti intercooler, tutte soluzioni che nel loro insieme assicurano un’elevata elasticità di erogazione e un contenimento dei consumi di carburante. A enfatizzare la polifunzionalità delle macchine guarda poi la possibilità di equipaggiare la serie “M7002” con due diversi impianti idraulici, il primo strutturato sulla base di una pompa a centro aperto da 80 litri al minuto di capacità e il secondo a centro chiuso con portata massima pari a 110 litri al minuto, entrambi destinati ad alimentare fino a cinque distributori, una presa di forza a quattro velocità di lavoro, 540 e mille giri al minuto sia in versione standard sia in modalità Eco, e un sollevatore posteriore a controllo elettronico da nove mila chili di capacità massima. Guarda infine al comfort e alla minimizzazione degli stress fisici indotti dai cicli operativi più lunghi e impegnativi la presenza di rinnovate cabine a quattro montanti sospendibili opzionalmente per via pneumatica, vani realizzati attraverso un ampio uso di pannellature atermiche che assicurano la piena visibilità dell’area di lavoro ed equipaggiati con un sedile “Deluxe” a sospensione pneumatica, con un joystick multifunzione che assicura il pieno controllo del trattore anche con una sola mano e con il sistema “Headland Management System” che grazie alla rivisitazione del software permette ora di memorizzare fino a 20 operazioni automatizzate, quali risultano essere, per esempio, quelle di fine campo.

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