Si chiama “P4 Multispectral” il primo drone equipaggiato con una camera multispettrale sviluppata appositamente per impieghi professionali in ambito agricolo. A realizzarlo è stata Dji, marchio distribuito in Italia dall’organizzazione Attiva, che per la prima volta mette a disposizione degli imprenditori agricoli una soluzione integrata, ossia velivolo a gestione remota e camera multispettrale, in grado di assicurare una perfetta sinergia tra drone e sistema di rilevamento.
“P4 Multispectral” rappresenta in effetti un “unicum” nel panorama dei droni professionali per impieghi in agricoltura, visto che tutte le soluzioni oggi in commercio sono frutto di integrazioni tra componenti realizzati da vari costruttori e quindi non allestiti sulla base di un progetto originale. Proprio quest’ultimo è invece il passaggio da cui ha preso forma “P4 Multispectral”, con Dji che ha di fatto progettato e sviluppato internamente ogni singola parte del drone, assicurando in tal modo agli utenti l’evidente beneficio di poter far riferimento a un’unica garanzia. Un vantaggio evidente se si considera che essendo un drone professionale “P4 Multispectral” è commercializzato a cinque mila 999 euro, prezzo che sale a otto mila 999 euro se affiancato da una stazione terrestre Gnss Rtk. Ovviamente il drone non è oggi marchiato Ce in quanto non sono state ancora resi noti gli standard di certificazione. Al momento dunque per far volare “P4 Multispectral” si devono rispettare le norme Enac in vigore. Dal primo luglio 2020 però dovrebbero entrare in vigore in Italia le nuove normative europee che vedranno “P4 Multispectral” inserirà nella classe C2, droni di peso inferiore ai quattro chili, e quindi in grado di operare in categoria A2. Per pilotarlo basterà quindi seguire un corso online e sostenere due esami online. Poi, essendo sprovvisto di marchiatura Ce, nel 2023 dovrebbe entrare nella categoria “Open-C3”, decisamente più vincolante della A2. Il condizionale però è d’obbligo visto che l’Italia è il paese delle deroghe.