Esordio a fine mese, in occasione di Fieragricola 2018, per l’inedita serie “6H” di Landini. Tre modelli di media potenza progettati per far fronte a qualsiasi tipo di attività grazie alle loro doti di polivalenza e di versatilità operative
Non si è esaurito ad Agritechnica il percorso di rinnovamento e ampliamento di gamma perseguito nell’ultimo triennio da Argo Tractors. Se la manifestazione tedesca ha infatti tenuto a battesimo le nuove serie di media e alta potenza a marchio McCormick, in occasione di Fieragricola, in programma a Verona a fine gennaio, il Gruppo emiliano rilancerà anche il marchio Landini facendo esordire l’inedita “Serie 6H”, tre macchine compatte e versatili che grazie a un passo di due mila 420 millimetri e una massa a terra di quattro mila e 700 chili si orientano verso le attività di manutenzione e movimentazione aziendali e le applicazioni foraggere, ma che non disdegnano impieghi in campo aperto e il traino su strada. Macchine improntate alla massima poliedricità operativa quindi e come tali in grado di soddisfare le esigenze di un ampio range di organizzazioni agricole. In quelle di piccole e medie dimensioni i “6H” possono fungere da trattori di default, destinati a fare di tutto affrontando magari anche qualche lavorazione impegnativa del terreno, mentre nelle organizzazioni più strutturate possono fungere da validi aziendali lasciando di conseguenza i trattori di più alta potenza liberi di impegnarsi in campo o su strada coprendo le attività più pesanti. A tale versatilità concorrono oltre che le già citate configurazioni dimensionali e di massa di classe media, anche le motorizzazioni Deutz a quattro cilindri da tre litri e 600 centimetri cubi che mettono a disposizione un range di potenze massime in grado di spaziare dai 110 ai 126 cavalli. Prestazioni ottenute mediante il lavoro congiunto di alimentazioni common rail “Dcr” a gestione elettronica, distribuzioni a quattro valvole per cilindro e sovralimentazioni asservite da impianti aftercooler. Omologati in stage 4 attraverso la contemporanea presenza di impianti egr esterni e refrigerati, sistemi scr per il post trattamento degli ossidi azotati tramite urea e di catalizzatori doc, i motori vantano curve di coppia sempre lineari e progressive, atte ad assicurare un’elevata elasticità di esercizio senza dar luogo a consumi eccessivi, anche in caso di applicazioni gravose che richiedono la piena potenza. Ciò è possibile anche grazie alla presenza di una trasmissione strutturata sulla base di tre gamme e quattro marce che nella sua versione più evoluta integra pure un powershift a tre stadi dando origine a un gruppo da 36 rapporti in avanzamento e 12 in retro, con questi ultimi innestabili mediante un inversore elettroidraulico modulabile, dunque in grado, tramite un apposito comando, di rendere le risposte più o meno aggressive a seconda del lavoro da svolgere. Così configurata la trasmissione non fa mai mancare il rapporto più adatto per ottimizzare prestazioni e consumi risultando anche facile da gestire grazie alla presenza, di serie, di una frizione multidisco in bagno d’olio i cui innesti sono controllati per via elettroidraulica a pulsante, comando Landini “DeClutch”. L’elettroidraulica è anche usata per innestare la doppia trazione, il blocco dei differenziali e l’inserimento della presa di forza, un gruppo disponibile a due o a quattro velocità di lavoro che ai regimi standard di 540 e mille giri affianca quelli eco. Così strutturati i nuovi Landini “6H” sono quindi in grado di gestire meccanicamente anche le attrezzature più impegnative, le stesse cui guarda anche la presenza di un impianto idraulico a centro aperto da 66 litri al minuto di capacità nel caso risultassero invece mosse per via idraulica. Il circuito può disporre di quattro distributori ausiliari più due ventrali in opzione e muove anche un sollevatore posteriore da sei mila chili di portata massima. Da segnalare che giocano a favore della poliedricità d’impiego anche la possibilità di equipaggiare le macchine con pneumatici posteriori da 38 pollici di diametro, quindi caratterizzati da un elevato indice di carico, e la possibile presenza di un assale anteriore sospeso controllato per via elettronica che impatta positivamente sul comfort e sulla produttività. Il primo è in effetti enfatizzato dalla minimizzazione degli scossoni che si innescano nel caso una delle ruote anteriori urti un ostacolo, facendo di conseguenza sobbalzare l’intera macchina, mentre la seconda è perseguita attraverso una maggior aderenza delle ruote al terreno durante le attività in campo e una miglior stabilità in occasione dei traini su strada.