Parigi dichiara guerra a Eima International

EIMA

Parigi destabilizza il panorama fieristico della meccanizzazione agricola. Dopo aver ufficialmente annunciato lo scorso febbraio che Sima, il salone francese dell’agricoltura, avrebbe mantenuto anche nei prossimi anni la sua tradizionale collocazione temporale, nel mese di febbraio degli anni dispari, gli organizzatori della rassegna parigina hanno infatti inaspettatamente fatto retromarcia, comunicando che la prossima edizione del Salone transalpino andrà in scena dall’otto al 12 novembre 2020, di fatto in contemporanea con Eima International, in programma a Bologna dal l’11 al 15 novembre 2020. Un vero e proprio voltafaccia che apre a tutti gli effetti un conflitto tra le due manifestazioni fieristiche. La decisione, arrivata come un fulmine a ciel sereno e indotta probabilmente da un’edizione 2019 al di sotto delle aspettative in termini di novità e pubblico, è giustificata dagli organizzatori di Sima con l’ambizione “di dare modo all’industria della meccanizzazione agricola di disporre di una vetrina internazionale per presentare le loro gamme di prodotti nel cuore del primo mercato europeo di settore nel periodo chiave degli acquisti”. Peccato che da sempre la vetrina internazionale nel novembre degli anni pari sia Eima International che già nel 2007 modificò il proprio format, passando da annuale a biennale, in modo tale da eliminare il dualismo con Agritechnica, tradizionalmente in programma ad Hannover nel mese di novembre degli anni dispari, che penalizzava sia gli espositori sia gli operatori di settore. Ora, a 13 anni di distanza, l’arroganza e lo sciovinismo francesi portano in scena un nuovo conflitto fieristico che rischia di indebolire due manifestazioni in opposto stato di salute. Sima, come detto, è in difficoltà da almeno quattro anni a causa della sua connotazione generalista, come peraltro tutte le fiere italiane e straniere non focalizzate su un preciso ambito commerciale, mentre Eima Internation è in continua crescita, con risultati in termini di espositori e visitatori che la collocano subito alle spalle della tedesca Agritechnica. Quest’ultima peraltro regnerà indisturbata negli anni dispari, mentre Eima International e Sima saranno portate a tentare di cannibalizzarsi a vicenda, con l’inevitabile rischio che una delle due perda la propria connotazione internazionale. Una retrocessione a evento prettamente nazionale che al momento pare più probabile per Sima, anche alla luce dell’importanza strategica che ricopre il “Made in Italy” nel panorama della meccanizzazione agricola mondiale.

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