Sempre più spesso impiegate in ambito agricolo quali mezzi di supporto per le attività aziendali di movimentazione, di insilaggio e di alimentazione degli impianti di biogas, le pale gommate rappresentano soluzioni specializzate che concorrono all’ottimizzazione dei parchi macchine in un’ottica di contenimento dei costi gestionali.
Nell’ambito della meccanizzazione agricola italiana la presenza delle pale gommate può essere considerata una costante storica, sempre e comunque limitata ad applicazioni di nicchia. Solo in tempi recenti la progressiva industrializzazione delle aziende agricole e la graduale crescita del business legato alle produzioni bioenergetiche ha spinto gli operatori a guardare con maggior interesse versi tali macchine che, se da una parte risultano meno versatili dei trattori, dall’altra risultano più prestazionali quando si devono affrontare con frequenza e continuità delle movimentazioni di materiali sfusi. Ciò senza dimenticare che l’impiego di mezzi specializzati, quali sono a tutti gli effetti le pale gommate, permette alle aziende agricole di realizzare quella razionalizzazione dei parchi macchine che, consentendo di riservare l’impiego dei trattori solo alle loro lavorazioni precipue in campo o su strada, rappresenta un passo quasi obbligato verso l’ormai irrinunciabile percorso di minimizzazione dei costi gestionali. Proprio quest’ultimo obiettivo non a caso rappresenta in effetti una delle ragioni del crescente successo commerciale vissuto da tale tipologia di macchine negli ultimi anni, un trend peraltro confermato da un mercato nazionale che, annoverando anche i mezzi destinati alle attività agricole, lo scorso anno ha superato le due mila unità, suddivise tra i modelli compatti che nel settore primario trovano il loro profilo di missione nelle movimentazioni zootecniche e versioni più strutturate impiegate con crescente frequenza nelle attività di insilaggio e di alimentazione degli impianti di biogas. In queste pagine una sintetica panoramica delle gamme offerte dai principali costruttori operanti nel Belpaese che si affianca, integrandola, alla presentazione della linea di prodotto Weidemann a cui è dedicato un servizio nelle pagine precedenti.
Case
Articolata sulla base di modelli compatti e ad alta portata la gamma Case, macchine di derivazione cantieristica equipaggiabili con specifiche attrezzature dedicate alle attività agricole. Quattro le versioni compatte, tutte appartenenti alla serie “F”, caratterizzate da potenze comprese tra i 58 cavalli del modello d’attacco “21F” e i 74 cavalli del più prestazionale “321F”, tarature erogate da unità Fpt Industrial a quattro cilindri da tre litri e 400 centimetri cubi. A livello operativo propongono capacità di carico che spaziano tra i 28 e i 46 quintali, a fronte di altezze massime raggiungibili comprese tra i tre metri e mezzo e i quattro metri e 30 centimetri. Sette invece i modelli che fanno capo alla serie ad alte prestazioni “G”, le cui tarature massime, anche in questo caso erogate da motori Fpt Industrial, sono comprese tra i 142 cavalli della versione d’attacco “521G” e i 347 cavalli della top di gamma “1121G”. Coerenti con un profilo di missione che guarda direttamente alle attività di insilaggio e di alimentazione degli impianti di biogas sia le capacità di carico, comprese tra i 39 e i 102 quintali, sia i volumi delle benne che spaziano tra i due e i cinque metri cubi.
Claas
Frutto della partnership instaurata nel 2017 con Liebherr, la gamma “Torion” di Claas è strutturata sulla base di tre linee di prodotto, una pesante, una media e una leggera, che mettono complessivamente a disposizione dieci modelli, declinabili in allestimenti diversi per un totale di oltre 20 versioni. Le pale di gamma alta, denominate “1914” e “1812”, avanzano pesi operativi di 196 e 188 quintali, mentre i modelli intermedi, “1516”, “1410” e “1177”, e le versioni leggere, “956 Sinus”, “644 Sinus”, “639”, “537 Sinus” e “535”, propongono masse, rispettivamente, comprese tra i 144 e i 127 quintali e fra i 90 e i 51 quintali. A tali valori non concorrono solo le strutture costruttive di ogni singolo mezzo, ma anche le motorizzazioni e le trasmissioni, differenziate come le capacità operative in funzione della classe di appartenenza e degli specifici ambiti applicativi a cui si orientano.
Le “Torion” più strutturate, destinate al segmento delle produzioni bioenergetiche, propongono in effetti tarature massime di 228 e 195 cavalli, erogate da unità Liebherr che si interfacciano con trasmissioni continue Zf serie “CMatic”, che si affiancano a capacità di carico che spaziano tra i 106 e i 144 quintali e ad altezze raggiungibili comprese tra i tre metri e mezzo e i quattro metri e 10 centimetri. Di derivazione Dps, Deere Power System, le motorizzazioni che equipaggiano invece i modelli intermedi da 140, 155 e 167 cavalli di potenza, prestazioni trasferite a terra mediante trasmissioni continue “VariPower” e che a livello operativo danno origine a capacità di carico comprese tra gli 87 e i 71 quintali, a fronte di altezze massime di poco superiori ai tre metri e 70 centimetri. Sempre Deere Power System anche l’unità da 106 cavalli di potenza che muove il modello compatto “936 Sinus”, mentre sono dei quattro cilindri Yanmar i propulsori che equipaggiano le restanti versioni delle gamma compatta, le cui tarature di 73, 68 e 63 cavalli sono trasferite a terra attraverso trasmissioni idrostatiche a due velocità. Compresi tra i 61 e i 39 quintali infine i carichi utili e tra i quattro metri e 20 e i due metri e 80 centimetri le altezze massime raggiungibili.
Dieci
La gamma “AgriPivot” di Dieci è strutturata sulla base di sei modelli, tre dei quali, denominati “T40”, “T50” e “T60”, appartenenti alla serie “Compact Line” e di conseguenza caratterizzati da pesi operativi compresi fra le cinque e le sei tonnellate, mentre i restanti tre, “T70”, “T 80” e “T 90”, fanno capo alla serie “Heavy Line”, avanzando masse operative, rispettivamente, di sette, otto e nove tonnellate. La serie “Compact Line”, in particolare, propone capacità di carico comprese tra i 18 e i 22 quintali e mezzo, a fronte di altezze massime che possono raggiungere anche i quattro metri e 70 centimetri.
Di produzione Kubota invece le motorizzazioni, dei quattro cilindri da due litri e 600 centimetri cubi, sul modello d’attacco “T40”, e da tre litri e 300 centimetri cubi, sulle versioni “T50” e “T60”, che oltre a mettere a disposizione potenze massime comprese tra i 49 e i 73 cavalli si interfacciano con trasmissioni idrostatiche a due velocità. Sempre idrostatiche anche le trasmissioni che equipaggiano i modelli “Heavy Line”, a eccezione del top di gamma “T90” che propone di serie un cambio a variazione continua “Vario System Evo2”, così come è esclusiva per la versione d’attacco “T70” la presenza sotto il cofano di un motore quattro cilindri Kubota da tre litri e 800 centimetri cubi tarato a 112 cavalli, rispettivamente 17 e 24 cavalli in meno in confronto alle prestazioni erogate sui modelli più strutturati “T80” e “T90” da propulsori Fpt Industrial da quattro litri e mezzo di cubatura. Macchine di alte prestazioni quindi, come dimostrano anche capacità di carico che coprono un range che spazia tra i 30 e i 41 quintali e altezze massime raggiungibili comprese tra i cinque metri e i cinque metri e 70 centimetri.
Jcb
Ampia e variegata l’offerta Jcb. Il Marchio inglese propone infatti tre diverse linee di prodotto, una compatta, una media e una ad alte prestazioni, che si differenziano tra loro per capacità e indirizzi operativi. Alle aziende zootecniche guardano in effetti i modelli d’attacco “403”, “407” e “409”, rispettivamente da 36, 64 e 74 cavalli, caratterizzati da pesi operativi compresi tra le due tonnellate e mezza e le cinque tonnellate e da altezze raggiungibili di due metri e 88 e tre metri e 10 centimetri.
Alle imprese a vocazione mista si orientano invece le versioni intermedie “411”, “417” e “419S”, forti di tarature massime comprese tra i 110 e 144 cavalli a cui fanno eco masse operative di otto, nove e dieci tonnellate, mentre le altezze massime raggiungibili stallano a tre metri e 57 centimetri. Le versioni di classe alta “427”, “435S” e “457”, destinate principalmente al segmento delle produzioni bioenergetiche, propongono infine tarature rispettivamente di 185, 230 e 285 cavalli, a fronte di pesi operativi compresi tra le 13 e le 20 tonnellate e di altezza massime che sul modello top di gamma raggiungono i quattro metri e 30 centimetri.
Komatsu
Quattro i modelli che Komatsu mette a disposizione del comparto agricolo, tutti caratterizzati da un’impostazione progettuale heavy-duty che orienta le macchine verso le più impegnative attività di carico e movimentazione di prodotti sfusi. “Wa200-8”, “Wa270-8”, “Wa320-8” e “Wa380-8” i nomi dei mezzi, caratterizzati da potenze massime erogate da motori quattro cilindri Komatsu che spaziano tra i 128 e i 192 cavalli e da pesi operativi compresi tra le 12 e le 30 tonnellate, a cui affiancano sia capacità di carico che stallano tra i 93 e 127 quintali sia altezze massime raggiungibili di poco superiori ai quattro metri.
Kramer
Specializzata nella progettazione e nello sviluppo di pale gommate compatte destinate in particolare alla movimentazione del foraggio e alla pulizia delle stalle, Kramer propone una gamma strutturata sulla base di 14 modelli, tutti caratterizzati dalla capacità di disimpegnarsi con successo negli ambienti con limitati spazi di manovra grazie a un sistema di articolazione in grado di realizzare raggi volta anche inferiori ai due metri.
Comprese tra 31 e 156 cavalli le potenze massime, prestazioni trasferite a terra sempre e comunque attraverso trasmissioni idrostatiche, mentre a livello operativo i carichi utili spaziano tra le dieci e 70 tonnellate e le altezze massime raggiungibili sono comprese tra i due metri e 70 e i tre metri e 60 centimetri.
New Holland
Mutuata dalla linea di prodotto che fa capo alla divisione Construction, la gamma di pale gommate New Holland dedicate al settore agricolo abbraccia quattro modelli compatti appartenenti alla serie “C”, denominati “W50C”, “W60C”, “W70C” e “W80C”, caratterizzati da elevate doti di agilità e manovrabilità. Ciò grazie anche ad altezze massime inferiori ai due metri e mezzo che permettono alle macchine di passare anche attraverso aperture ridotte, come risultano essere per esempio quelle delle stalle più datate, senza tuttavia pagare dazio in termini prestazionali.
Queste ultime sono in effetti assicurate sia da capacità di carico comprese tra le due e le due tonnellate e mezza, sia da altezze massime raggiungibili di poco inferiori ai tre metri e mezzo, mentre a garantire gli operatori circa l’efficienza del cantiere di lavoro provvede la presenza di motorizzazioni Fpt Industrial che mettono a disposizione un range di potenze massime che spazia tra i 58 e i 75 cavalli. Comprese invece tra i 144 e i 197 cavalli le tarature, sempre erogate da unità Fpt Industrial, in appannaggio alla serie heavy duty “D”, tre modelli denominati “W110D”, “W130D” e “W170D” orientati soprattutto alle attività di insilamento di foraggio, erba e mais grazie a capacità di carico comprese tra gli 82 e i 117 quintali e ad altezze massime che spaziano tra i tre metri e 60 centimetri e i quattro metri e 37 centimetri.
Venieri
Articolata sulla base di 15 diversi modelli la gamma Venieri, suddivisa tra versioni compatte, medie e heavy duty. Alla prima categoria appartengono i modelli “1.63C”, “1.63Tl”, “2.63C”, “2.63C Plus”, “3.63G”, “4.63H” e “5.63C”, mezzi equipaggiati con unità Yanmar tarati tra i 50 e i 79 cavalli e caratterizzati da capacità di carico comprese tra i 23 e i 46 quintali, a fronte di altezze raggiungibili che spaziano dai due metri e 96 centimetri della versione d’attacco “1.63C” ai tre metri e 26 centimetri del più prestazionale “5.63C”. Le versioni intermedie annoverano invece i modelli “7.63C”, “8.63Tl”, “9.63C”, “11.63B”, “12.63B” e “13.63B”, tutti mossi da unità Deutz a quattro cilindri eroganti potenze massime comprese tra i 106 e i 164 cavalli, prestazioni che in termini operativi si affiancano a capacità di carico comprese tra i 56 e i 108 quintali, mentre le altezze raggiungibili stallano tra i tre metri e 61 e i tre metri e 95 centimetri. Valore quest’ultimo di 25 centimetri inferiore rispetto ai quattro metri e 20 centimetri raggiunti dalle versioni ad alte prestazioni “18.63” e “18.63C”, accumunate anche da una capacità di carico pari a 155 quintali, ma diverse in termini di motorizzazioni, con la prima equipaggiata con un sei cilindri Perkins da 225 cavalli, mentre la seconda è massa da un’unità Deutz, sempre a sei cilindri, tarata a 228 cavalli.
Volvo
Di derivazione industriale, la gamma Volvo è strutturata sulla base di due modelli compatti affiancati da cinque versioni heavy duty. I primi, denominati “L45H” e “L50H”, sono equipaggiati con motorizzazioni Volvo a quattro cilindri tarati a 102 e 118 cavalli, offrendo a livello operativo capacità di carico di 56 e 63 quintali e altezze massime raggiungibili pari a tre metri e 49 e quattro metri e 32 centimetri. Le seconde, denominate “L60H”, “L70H”, “L90H”, “L110H” e “L120H” sono invece mosse da unità Volvo a sei e otto cilindri, a seconda del modello, che mettono a disposizione un ranger di potenze massime che spazia tra i 166 e i 276 cavalli, a fronte di capacità di carico comprese tra i 90 e i 127 quintali e di altezze massime che stallano tra i tre metri e 75 centimetri e i quattro metri.