Pakelo, protagonisti silenti

Una volta la scelta dell’olio necessario per garantire il funzionamento di una macchina o un motore era una questione tutto sommato semplice. L’offerta di settore era limitata e al di fuori del racing, dell’agonismo, tali erano anche le prestazioni dei gruppi meccanici da proteggere. L’evoluzione tecnica delle macchine e dei motori ha però lentamente cambiato tale realtà arrivando oggi a rendere la produzione di lubrificazione e grassi una vera e propria scienza in continuo sviluppo che sta portando i fluidi a specializzarsi sempre più. “Per avere successo oggi nel settore della lubrificazione, afferma Alberto Polacco, amministratore delegato del gruppo Pakelo, si deve assumere un atteggiamento che si può definire ‘sartoriale’.

Anche fluidi personalizzati e specifici

Si deve in effetti disporre di una gamma di prodotti trasversale e il più ampia possibile, ma si deve anche saper mettere a punto fluidi concepiti per far fronte alle più diverse e specifiche esigenze dei vari clienti. Un esempio in tal senso è dato dal Mondo del racing, realtà in cui Pakelo opera da anni in maniera riservata servendo con i suoi prodotti le più famose scuderie che gareggiano nella Formula 1 in Europa, nei Campionati motoristici statunitensi e nel rally. Ogni scuderia deve far fronte a problematiche proprie, spesso legate al tracciato di una singola gara e ciò fa sì che il nostro Centro di Ricerca debba mettere a punto fluidi dedicati e sempre diversi. Il nostro è quindi un Mondo che non può essere vissuto senza nutrire una spiccata propensione al nuovo e se privi di una mente aperta all’innovazione”. Il brand però non lavora solo per le corse. “Fortunatamente no, continua Alberto Polacco. Il core business della nostra produzione è costituito da una nutrita gamma di prodotti che spaziano dal trasporto pesante di merci e persone alle macchine movimento terra e agricole, crossando l’auto e la moto. Siamo inoltre presenti anche nella nautica e nell’industria, tutti settori che serviamo con prodotti finalizzati.

Ogni settore ha le sue esigenze

Per il trasporto pesante, per esempio, abbiamo messo a punto lubrificanti che garantiscono prestazioni elevate e affidabilità, al movimento terra e all’agricoltura offriamo prodotti progettati per resistere alle più intense sollecitazioni, mentre le auto e le moto sono tutelate mediante lubrificanti capaci di proteggere i motori senza incidere sulle prestazioni e sui consumi. Se non operassimo con successo in tutti tali settori difficilmente avremmo sviluppato un’azienda che oggi fattura più di 50 milioni di euro producendo oltre 12 mila tonnellate di lubrificanti all’anno”. Tutti distribuiti in Italia? “Affatto. Siamo presenti all’estero in oltre 50 Paesi con più del trenta per cento della produzione gran parte della quale viene venduta direttamente ai costruttori, in particolare quelli che si offrono sul mercato con prodotti di altissima qualità, le supercar e gli hypertrattori tanto per fare due esempi, e quindi necessitano di lubrificanti di pari livello.

A loro guarda in particolare il nostro centro di Ricerca e Sviluppo orientando in tal senso le esperienze maturate in pista, le stesse che poi vengono trasferite anche sulle produzioni correnti. Di fatto chi usa un olio Pakelo usa sempre e comunque un prodotto di altissima qualità che ha superato i più severi test funzionali prima di essere immesso sul mercato risultando anche realizzato in un’azienda molto rispettosa dell’ambiente”. Nel dettaglio? “In Pakelo siamo molto focalizzati sulla sostenibilità e sull’impatto ambientale dei nostri prodotti. Da diversi anni abbiamo ottenuto la certificazione ambientale Iso 14001 introducendo anche a listino linee di prodotti biodegradabili orientate agli impieghi più soggetti a possibili dispersioni nel terreno. L’agricolo, il forestale e il movimento terra sono in tal senso gli ambiti più rappresentativi. Siamo inoltre impegnati nei confronti della nuova frontiera del sostenibile, la valutazione delle emissioni di anidride carbonica associate all’attività industriale. In tale ottica ì abbiamo recentemente ristrutturato gli impianti produttivi di San Bonifacio prevedendo sulle loro coperture, 19 mila metri quadrati, un insieme di pannelli fotovoltaici capaci di una potenza di 143 chilowatt, sufficienti durante le giornate di sole a coprire completamente il nostro fabbisogno energetico”.

Un occhio di riguardo per l’ambiente

E se il tempo è brutto? “Usiamo energia di rete comunque prodotta da fonti rinnovabili o a emissioni compensate di anidride carbonica. Tengo a precisare che l’impegno nei confronti dell’ambiente ricade anche sul prodotto mediante la continua ricerca di formulazioni in grado di ridurre attriti e usure e quindi di promuovere una sempre maggiore efficienza energetica e produttività. La filosofia aziendale non è inoltre limitata alla sola produzione e vendita del prodotto, ma si differenzia dalla concorrenza per uno standard di assistenza al cliente che trasforma Pakelo in un partner tecnologico, ben oltre la semplice fornitura. Per garantire tale supporto, ci siamo dotati di un aggiornato e attrezzatissimo Laboratorio di analisi che oltre a garantire sempre la costanza qualitativa di ogni singolo lotto di produzione permette di eseguire verifiche degli olii in servizio del cliente”.

Prossimi obiettivi? “La riduzione delle emissioni di anidride carbonica imporrà alternative ai motori a combustione interna e ai combustibili tradizionali. Una prima ipotesi di lavoro in tal senso, forse perché sembrava semplice ed è spinta politicamente, ha portato la politica a puntare sull’auto elettrica in quanto ritenuta a zero emissioni se valutata su sé stessa, cioè senza considerare le emissioni per produrre l’energia elettrica e per costruire auto e batterie. Si sono però sottovalutati alcuni fattori strategici ai fini del successo commerciale. Prima di tutto gli ostacoli infrastrutturali di ricarica ancora oggi presenti e poi l’elevato costo di tali vetture indotto da produzioni non allargate. Da qui il progressivo affacciarsi sui settore dell’autotrazione di altre tecnologie, l’ibrido in primis, e di combustibili di derivazione non fossile. Ogni tecnologia e ogni combustibile ha però i suoi pro e i suoi contro, cosa che porta a ipotizzare che in futuro non ce ne sarà una dominante, ma si assisterà a una coesistenza di sistemi.

Ogni applicazione il suo motore

Per quanto riguarda l’elettrificazione è facile ipotizzare che si imporrà nelle auto a uso urbano e sulle macchine semoventi di bassa potenza, mentre nella trazione pesante sarà limitata ad applicazioni in cui non sono richieste autonomie o prestazioni elevate. Probabile quindi che nella trazione pesante vengano privilegiati l’utilizzo dell’idrogeno, dei combustibili sintetici o di quelli ottenuti da fonti rinnovabili, produzioni che dovranno comunque essere attuate con basse emissioni di anidride carbonica sull’intero ciclo di vita del prodotto come è corretto che sia. Tali combustibili saranno peraltro indispensabili nel settore dell’aeronautica commerciale non essendo per ora possibile utilizzare sistemi di propulsione elettrici se non su brevissime distanze e avendo a bordo carichi limitati.

Quanto sopra accettando anche l’idea che i vari Paesi del Mondo differenzieranno le loro scelte motoristiche in base alle rispettive ideologie politiche, alle loro infrastrutture e alle disponibilità di energie e materie prime. Comunque vada, è certo che Pakelo seguirà da vicino le future esigenze della propulsione, tant’è che già oggi ha in gamma prodotti in grado di lubrificare le trasmissioni delle auto elettriche oltre a fluidi in grado di assicurare la termoregolazione delle batterie delle vetture ibride o elettriche sulla base di formulati idonei a garantire le caratteristiche di scambio termico e le proprietà di isolamento elettrico indispensabili per il corretto funzionamento di motori elettrici e accumulatori”.

Titolo: Pakelo, protagonisti silenti

Autore: Redazione

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