Leader di mercato in Brasile e nei Paesi nordici, oltre che ben piazzato anche nel resto dell’Europa, il marchio Valtra si sta sempre più imponendo anche sul mercato nazionale grazie alla qualità costruttiva delle sue macchine e a soluzioni tecniche d’avanguardia, spesso e volentieri anche esclusive
Il marchio Valtra in Italia ha vissuto per lungo tempo una posizione di mercato marginale e sicuramente non all’altezza della qualità e dei contenuti delle sue macchine. Da un paio di anni a questa parte sembra però che il mercato si sia accorto di tale distonia dando luogo a una lenta ma costante crescita commerciale del brand, soprattutto nelle classi di potenza medio-alte che, da sempre, tendono a premiare le macchine concettualmente più avanzate. A conferma, le oltre 300 unità immatricolate fra l’agosto 2017 e lo stesso mese di quest’anno che han dato luogo a un incremento di quasi il trenta per cento in termini di volumi. Fra i trattori cui più si deve tale exploit le tre serie “A”, “N” e “T”, con i primi che si propongono quali aziendali ad ampio spettro di applicazione, i secondi quali campo aperto compatti e i “T” quali mezzi in grado di far fronte alle attività più pesanti in campo e su strada grazie ai loro motori a sei cilindri di potenza oscillante fra i 160 e i 235 cavalli disponibili in due diverse cubature. Le macchine da 160 e 180 cavalli sono in effetti propulse da cilindrate di sei litri e 600 centimetri cubi, mentre le altre vedono le cubature dei motori salire al limite dei sette litri e 400 centimetri cubi. In entrambi i casi sono due le curve di erogazione, con quelle standard che realizzano le massime prestazioni ai regimi nominali di mille e 500 e due mila e cento giri, rispettivamente per coppie e potenze, e quelle “Eco”, che portano il campo di lavoro dell’unità a oscillare fra i mille e cento e i mille e 900 giri. Due anche le trasmissioni abbinabili a ogni motore, con un power shift robotizzato a cinque stadi che guarda alle attività in campo aperto e un cambio cvt di progettazione Valtra che invece si rivela utile quando la macchina deve far fronte a frequenti traini su strada. All’atto pratico accade che l’utente Valtra possa “specializzare” la struttura stessa il proprio trattore in funzione delle attività cui il mezzo dovrà far fronte con maggior frequenza, opzione disponibile anche per tutti i restanti contenuti operativi. In primis l’idraulica, sempre basata su circuiti load sensing capaci di erogare fino a 160 litri di olio al minuto, ma che sulle versioni “Active” viene gestita in maniera tradizionale mentre sulle versioni “Versu” e “Direct” è pilotata per via elettronica. All’atto pratico accade che ogni “T” possa essere acquisito in almeno quattro configurazioni-base, fermo restando che ogni macchina è poi ulteriormente personalizzabile attingendo alle decine e decine di opzioni previste da Valtra per arricchire le macchine, orientarle a ben precisi ambiti di azione ivi comprese le attività forestali o, al contrario, contenerne i costi senza dover rinunciare a quelle imprescindibili doti prestazionali e affidabilistiche tipiche di tutti i trattori Valtra.