I droni si evolvono molto rapidamente e anche il leader indiscusso del mercato, “Phantom”, prodotto dall’azienda cinese Dji, non sfugge a tale trend. Di seguito l’analisi dell’ultimo upgrade
Già alla sua prima versione “Phantom” sbalordì il nascente mercato dei droni permettendo di far volare in maniera semplice e sicura una piccola videocamera. “Phantom 2” dimostrò che si potevano ottenere risultati migliori se la telecamera era studiata in maniera specifica per utilizzi aerei e controllabile mediante uno smartphone, opzione che anche “Phantom 3” riprese, ma aggiungendo alle normali riprese quelle in 3D per proporsi anche in versione professionale. Ora arriva “Phantom 4” e alza ulteriormente gli standard tecnologici di settore. Mette infatti a disposizione degli utenti una vera e propria forma di intelligenza artificiale che gli permette di evitare da solo gli ostacoli, funzione ancora piuttosto primitiva, ma molto efficace nell’uso agricolo quando si deve far volare un drone in azienda, al chiuso, nei frutteti o su campi occupati dai piloni delle linee elettriche. Il cuore del sistema sono due sensori ottici rivolti in avanti che effettuano una scansione degli ostacoli e automaticamente direzionano il velivolo attorno all’ostacolo, ma assicurando al tempo stesso che la rotta rimanga costante. Se il sistema determina che il velivolo non può aggirare l’ostacolo, “Phantom 4” si ferma e aspetta che il suo pilota decida cosa fare. Il veivolo propone inoltre un’autonomia di ben 28 minuti che consente di esaminare poco meno di 65 ettari di terreno alla volta grazie al fatto che in assenza di ostacoli il Nostro vola a 75 chilometri l’ora tornando da solo alla base quando scarico. Usando software specifici, come le app di DroneDeploy che permettono di impostare lavori automatici continuativi e disponendo di batterie supplementari, si possono portare a termine attività su estensioni davvero importanti con un’efficienza pari a quella proposta dai droni ad ala fissa che però sono più sensibili al vento. Altre funzioni utili “Track Point” e “TapFly”. La prima permette di far seguire dal drone il pilota mentre questi guida un trattore, cammina o si muove in campo a bordo di un quad. Percorrendo il perimetro della proprietà si può far memorizzare al drone la mappa così da attivare poi la funzione “Tap Fly” che permette di pilotare il drone battendo due volte col polpastrello sul punto che si vuole raggiungere. Grazie a tale funzione e alla possibilità di agganciare al drone sensori supplementari la macchina diventa un mezzo atto a controllare gli stati vegetativi dei futuri raccolti senza doversi muovere dal cortile aziendale e senza dover temere le giornate umide grazie a una scafandratura semistagna. Non si può volare sotto il temporale, ma l’elettronica non va in crisi se “Phantom 4” entra in una nube bassa. Quando sopra a un prezzo di mille e 600 euro che comprende anche il sistema di video trasmissione “LightBridge” per ricevere sullo smartphone le immagini riprese dal veivolo in alta risoluzione e in tempo reale fino a una distanza di cinque chilometri.