New Holland ha migliorato il suo sistema di legatura a doppio nodo in uso sulle presse “Big Baler Plus”. Il sistema “Loop Master” differenzia i due nodi garantendo la loro perfetta e assoluta tenuta. È disponibile su tutta la gamma e installabile su eventuali presse già in parco macchine
Massima densità di pressatura, per stoccare grandi masse di foraggio in minimi spazi proteggendo anche il raccolto dai possibili degradi indotti da clima, fermentazioni, muffe e batteri. Questo, molto in sintesi, l’obiettivo progettuale di fondo che tutti i costruttori di imballatrici si pongono nel momento in cui si accingono a progettare una nuova macchina, target che però non può prescindere da una elevata velocità di raccolta e dalla possibilità di sottoporre il raccolto agli eventuali pre-trattamenti se necessari per disporre di un prodotto le cui lunghezze siano in linea con i successivi utilizzi. Tutti input contrastanti fra loro che solo i costruttori più preparati e ricchi di esperienza riescono a conciliare. Come New Holland, marchio forte di un’esperienza di settore che negli Stati Uniti risale al 1940 e in Europa al 1985, quando acquisì uno stabilimento ubicato a Zedelgem, in Belgio, che a sua volta operava nel settore delle macchine agricole da raccolta da oltre un secolo. Non a caso oggi Zedelgem è uno dei più moderni poli produttivi di settore risultando anche un punto di riferimento per il comparto in termini di ricerca e sviluppo, attività che ha permesso alle “Big Baler” di evolversi nel tempo maturando soluzioni progettuali uniche ed esclusive. Ultima proposta in tal senso il sistema di legatura brevettato a doppio nodo “Loop Master”, evoluzione del sistema di legatura a doppio nodo in essere fin dal loro esordio sul mercato sulle presse quadre in giallo e voluto per garantire la stabilità dei prismi sia in fase di movimentazione sia nel tempo. A differenza del sistema base, che opera realizzando due nodi identici chiamati “Deering”, il sistema “Loop Master” realizza due nodi diversi uno dei quali, il secondo, quello che si potrebbe definire di sicurezza, di tipo “Cormic”, nodo che all’estremità presenta un anello che fungendo da blocco evita scivolamenti della corda che potrebbero dar luogo a imprevisti allentamenti. Il sistema permette di raggiungere in sicurezza densità di pressatura e capacità più elevate di quelle standard, minimizzando anche gli sprechi di spago grazie al fatto che elimina gli spezzoni normalmente dispersi in campo azzerando le contaminazioni di balle e terreno – si calcola che normalmente per ogni dieci mila balle realizzate il terreno venga inquinato da circa tre chilometri di spago – permettendo così di ottenere un prodotto di qualità superiore, specialmente per l’alimentazione del bestiame o se destinato all’essiccamento. I ritagli di spago inoltre si azzerano anche sui legatori, gruppi che grazie a “Loop Master” sono anche sottoposti a minori stress e minori usure in quanto non è mai presente spago all’interno del gruppo di legatori se non durante la fase di esecuzione dei nodi. Questo nuovo legatore garantisce poi una resistenza del complesso spago-nodo superiore del trenta per cento a quella raggiunta da un doppio nodo tradizionale a parità di condizioni e riduce il rischio che le annodature falliscano grazie a una manipolazione più delicata dello spago. Il nuovo sistema è installabile in kit su tutte le “Big Baler” New Holland ed è disponibile quale optional di fabbrica sulla nuova gamma “Big Baler Plus”, quattro modelli che consentono a ogni azienda di avere prismi di dimensioni adatte alla propria realtà produttiva spaziando fra balle da 80 per 70 centimetri a quelle da 120 per 90. Le presse sono inoltre disponibili in versione standard con flusso diretto e in variante con “CropCutter”, sistema di taglio che permette di adeguare la lunghezza dell’imballato al suo utilizzo finale scegliendo fra una dimensione media di otto centimetri, studiata per i raccolti destinati alle lettiere, e una di quattro centimetri, ideale per insilati, foraggi e biomasse. Configurato a “W”, il rotore del sistema “CropCutter” opera grazie a un numero di coltelli variabile fra un minimo di nove e un massimo di 39, la coltelliera risulta facilmente estraibile per l’affilatura delle lame o la loro sostituzione e non impedisce che la macchina operi anche in maniera standard se il raccolto non necessita lavorazioni. Il sistema “CropCutter” si posiziona infatti a valle del pick up e prima della precamera contribuendo a ottimizzare sia l’azione del primo sia quella della seconda.