I trattori Bcs serie “Vithar” cambiano pelle e alzano i propri standard di comfort. Si propongono infatti con nuove e più compatte cofanature oltre che con piattaforme isolate dai carri, avanzando anche la possibilità di equipaggiarsi con due diversi tipologie di cabine
Il passaggio dai motori omologati stage 3A a quelli omologati 3B ha creato non pochi problemi ai costruttori dei trattori specializzati, mezzi che per loro natura devono essere il più compatti possibile e che quindi mal digeriscono le meccaniche dimensionalmente troppo invadenti. Un problema che ovviamente si acuisce se il trattore oltre a essere uno specializzato è anche un isodiametrico e quindi il motore lo vede collocato a sbalzo rispetto all’avantreno. In questo caso le maggiori dimensioni dei propulsori possono andare a ledere la manovrabilità stessa della macchina, incidendo anche sulla ripartizione dei pesi a terra che sugli isodiametrici puntano notoriamente a equilibrare i carichi sui due assi quando c’è un’attrezzatura installata posteriormente. Con tali problemi ovviamente si sono dovuti confrontare anche i tecnici Bcs, marchio che non a caso negli ultimi anni ha completamento rivisto le sue motorizzazioni puntando su equipaggiamento Kubota o Kohler a seconda del modello, motori che si propongono in stage 3B con dimensioni abbastanza vicine o simili a quelle proposte in stage 3A andando di conseguenza a salvaguardare le peculiarità operative dei trattori su cui sono installati. A conferma, l’ultima novità del Gruppo, lanciata in occasione di Eima e ora in produzione, “Vithar L80N”, dove la lettera “N” com’è prassi in campo agricolo sta per “Narrow”, stretto, aggettivo che sintetizza il principale upgrade dei nuovi nati rispetto ai loro predecessori, i “Vithar L80”. La differenza più evidente fra le due macchine è insita nelle cofanature, con quelle dei “Vither L80N” che risultano decisamente più compatte e quindi foriere di una miglior visibilità sull’intero avantreno, ma a tale plus se ne abbinano poi altri, tutti indotti dall’obiettivo di alzare gli standard di comfort proposti delle macchine. Un esempio in tal senso il passaggio dai posti guida pedanati degli “L80” alle piattaforme isolate mediante silent block degli “L80 N” reversibili che isolano perfettamente il posto guida dalle vibrazioni e dal calore generati dal carro. Le stesse piattaforme inoltre possono ora accettare la presenza di eventuali cabine, gruppi in precedenza non previsti su questa tipologia di macchine e ora disponibili oltre che nella versione standard a sei montanti mutuata da altre macchine del gruppo anche in un allestimento conico che agevola il lavoro fra i filari stretti e in pendenza. I vani sono omologati, riscaldati e raffrescati e nel caso le macchine debbano far fronte con frequenza a eventuali trattamenti c’è anche la possibilità di proteggere l’operatore mediante filtri attivi. Caratterizzati da pedaliere sospese di tipo automobilistico e da volanti regolabili, i posti guida possono essere reversibili come nelle migliori tradizioni Bcs, operazione che sui nuovi nati viene agevolata dalla presenza di molle e gas e pedaliere che seguono il movimento della torretta. Niente comandi sdoppiati quindi e possibilità di invertire il posto guida in pochi secondo e senza sforzo. Da segnalare anche le poltroncine di guida rivestite con tessuto in luogo della finta pelle prevista sui sedili delle versioni open e, di serie, l’inserimento di una botola trasparente posta nella parte posteriore del tetto per agevolare eventuali operazioni di sollevamento. A permettere queste ultime provvede un impianto idraulico a doppio circuito con scambiatore di calore integrato erogante 13 litri di olio al minuto per servire l’idroguida e i gruppi ausiliari di bordo e altre 30 o 51 litri, a seconda della pompa installata, interamente dedicati ai gruppi di lavoro, cioè ai distributori e al sollevatore. I primi variano per numero e tipologia in funzione dei profili di missione cui deve far fronte ogni singola macchina risultando per lo stesso motivo anche pilotabili mediante un joystick multifunzioni, mentre il sollevatore può muovere carichi fino a un massimo di 23 quintali risultando controllabile in posizione sforzo se necessario. Al gruppo si abbinano prese di forza indipendenti dal cambi, azionate mediante frizioni in bagno d’olio e inseribili anche sotto carico, gruppi che possono operare a 540 o 750 giri al minuto, integranti anche la velocità sincronizzata-cambio e controllabili nell’azione grazie alla presenza di un cruscotto digitale a colori che funge da interfaccia uomo macchina riportando all’operatore tutte le informazioni standard necessarie per gestire al meglio la macchina, ivi compresi i consumi istantanei di carburante. Possibile anche la gestione elettronica dei giri motore attraverso una specifica consolle che permette di memorizzare i regimi di lavoro ritenuti più idonei per le lavorazioni in corso così da poterli poi richiamare a pulsante e mantenere fissi ogni volta che per un motivo o per l’altro, per esempio in fase di manovra a fine capezzagna, li si deve variare.