Le figure di riferimento della dirigenza Bkt parlano del presente del Gruppo indiano, ma con l’occhio rivolto ai prossimi obiettivi in termini di mercato, di linee di prodotto e di tecnologie produttive
Nel gioco degli scacchi la vera differenza tra un campione e un giocatore qualunque è l’abilità del primo nell’adattare i propri schemi ai momenti contingenti, così da disporre sempre i propri pezzi in modo adatto per spiazzare l’avversario e portare a segno il colpo vincente. Con questa metafora Arvind Mahabirprasad Poddar, classe 1957, amministratore delegato di Bkt, a destra nella foto, ha voluto rappresentare lo spirito imprenditoriale con cui dal 1994 ha diretto il proprio Gruppo dapprima proponendolo quale new entry nel comparto dei pneumatici off-highway, poi trasformandolo in un protagonista di settore operante in 130 Paesi e infine, oggi, con l’apertura del nuovo sito produttivo di Bhuj, gettando le basi per un’ulteriore crescita, tecnologica e di prodotto, funzionale al raggiungimento di un fatturato che nel 2020 vuole essere di due miliardi di dollari. Un traguardo ambizioso tenendo conto che nel 2014 il fatturato è stato di 750 milioni di euro, ma potenzialmente raggiungibile alla luce di un trend di crescita che negli ultimi cinque anni è stato sempre superiore al 30 per cento e che è ora destinato ad aumentare ulteriormente con la crescita del mercato per applicazioni “construction”. Questi copre oggi il 35 per cento del giro di affari e nel 2018 dovrebbe pareggiare il business indotto dalla fornitura di pneumatici in campo agricolo, attuale core business del Gruppo con un’incidenza sul fatturato del 65 per cento. “Oggi, afferma Rajiv Poddar, direttore generale del gruppo nonché figlio del Fondatore, al centro nella foto, il nostro business nell’agricolo è coperto per il 26 per cento dalla fornitura di pneumatici in primo montaggio e per il 74 per cento da quelli aftermarket. L’obiettivo per il 2018 è una crescita delle forniture di primo equipaggiamento che copra il 35 per cento del fatturato di settore senza far calare la percentuale delle vendite aftermarket. Proprio a tale obiettivo guarda il nuovo stabilimento di Bhuj, la cui capacità produttiva e flessibilità permetteranno a Bkt di adattarsi rapidamente a tutte le eventuali variazioni degli scenari di base. Di fatto, non avremo problemi per assecondare qualsiasi richiesta del mercato, sia in termini di volumi di produzione sia a livello di contenuti tecnologici. Il tutto, con standard di qualità superiori agli attuali, obiettivo cui guarda anche il potenziando della divisione ricerca e sviluppo che ora dispone di tutti i mezzi, umani e strumentali, necessari per sviluppare soluzioni avanzate e innovative. Primo risultato di tali investimenti sarà il completamente della gamma dei pneumatici ‘If’, in grado di operare a bassa pressione. Sono prodotti che domineranno i futuri equipaggiamenti tant’è che a loro stanno guardando i marchi più importanti del settore per disporre delle necessarie forniture. A seguire, ma sarebbe meglio dire ‘contemporaneamente’ amplieremo anche l’offerta di gomme ‘Vf’ per gli sprayer, mezzi che si diffonderanno sempre più visto il trend di accorpamento delle aziende agricole oggi in atto che porta verso un’industrializzazione spinta delle produzioni”. “Si tratta di attività che coinvolgeranno da vicino sia la produzione sia la divisione ricerca e sviluppo, precisa Dilip Vaidya, direttore tecnico del Gruppo, a sinistra nella foto, ma che potranno essere sostenute grazie a quel quattro per cento annuo di fatturato che Bkt ha deciso di investire in tali attività. Gli attuali 120 tecnici sono quindi destinati a crescere, esattamente come gli strumenti di prova e di analisi che, relativamente al comparto agricolo, si orienteranno alla messa a punto di soluzioni costruttive atte a far fronte alle sempre più elevate coppie motrici erogate dai trattori di ultima generazione. In tale segmento i pneumatici ‘improved flexion’ e ‘very high flexion’ giocheranno un ruolo fondamentale per assecondare le future richieste del settore. Non ultima quella di potersi muovere su strada a velocità ben superiori agli attuali 40 chilometri l’ora senza doversela vedere con penalizzazioni di sorta a livello di capacità di carico. Si tratta quindi di conciliare la possibilità di lavorare a bassa pressione in campo per ridurre la compattazione del terreno con la capacità di carico e le prestazioni stradali perseguendo simultaneamente tutti e tre gli obiettivi. Proprio per questo stiamo lavorando per migliorare sia le nostre mescole sia le strutture delle gomme mediante soluzioni che impatteranno anche sui pneumatici destinati alle macchine da raccolta già nei prossimi mesi. Il lancio di tali gomme è peraltro allineato con un ulteriore focus progettuale di Gruppo che punta allo sviluppo di prodotti dedicati che massimizzino le performance richieste da ogni specifica applicazione. Produzioni di grande volume e di ampio respiro quindi, ma anche specialistiche, così da permettere a ogni macchina di disporre del pneumatico più adatto alle attività che si devono affrontare”. “Grazie a tale strategia, conclude Arvind Poddar, faremo sicuramente crescere il nostro market share che in Europa, nel primo equipaggiamento, è oggi del dieci per cento nel segmento agricolo, con quote molto variabili nell’after market da un Paese all’altro. In Italia, per esempio, oscilliamo fra il 17 e il 20 per cento, mentre in Francia e Germania tocchiamo il 30 per cento, tutte percentuali che grazie al nuovo stabilimento possiamo ora pensare di superare”.