…quel che finisce bene. E il mercato 2020 non si può dire che sia andato male alla luce di come era messo a metà anno e dei mille problemi che lo hanno assillato. A maggior ragione se lo si confronta con il calo subito da altri segmenti industriali.
Mercato auto 2020: meno 28 per cento circa. Mercato veicoli industriali: meno 15 per cento circa. Mercato macchine movimento terra: fra meno nove e meno dieci per cento. Mercato trattori: meno tre punti e sei. I numeri parlano chiaro e anche se fotografano un momento di flessione non sono tali da destare preoccupazioni, risultando anche decisamente più positivi di quelli che si proponevano nel giugno scorso quando a 30 giorni dalla fine del lockdown il calo delle immatricolazioni era superiore al 18 per cento. Già allora però Macchine Trattori avanzò parole di fiducia, con l’ipotesi che nonostante la situazione contingente alla fine il mercato si potesse chiudere su volumi di immatricolato vicini a quelli 2019 e comunque decisamente superiori alle 17 mila macchine previste dagli addetti ai lavori più pessimisti.
Ci si è preso visto che alla fine mancano solo circa 120 trattori per toccare la soglia delle 18 mila immatricolazioni e che delle 662 macchine che mancano all’appello per arrivare al volume 2019 ben 612 si legano al fallimento dei marchi Arbos e Goldoni. Si può affermare quindi senza tema di smentita che gli aiuti messi in campo dalla Legge di Bilancio 2020 han fatto il loro lavoro, andando a premiare in modo particolare quel marchio, Fendt, che proprio grazie agli aiuti ha visto i suoi stratosferici listini molto avvicinarsi a quelli della concorrenza. A subirne le conseguenze soprattutto John Deere e in parte anche New Holland, con il secondo che però resta sempre e comunque il leader di mercato, mentre il primo, John Deere, nella classifica assoluta si vede scavalcato da Antonio Carraro, in gran spolvero con 214 trattori immatricolati in più rispetto al 2019. Bene anche Deutz-Fahr e Landini che vedono i propri immatricolati crescere di 118 e 159 macchine, né possono lamentarsi McCormick, Same e Steyr, in crescita comunque anche se con volumi ridotti. Chiudono in pari o con cali contenuti Case Ih, Massey Ferguson e Valtra, soffrono Claas e i marchi facenti capo al gruppo Bcs, mentre risultano aver perso volumi di macchine importanti Kubota e Lamborghini. Da segnalare che sempre grazie agli aiuti le auto-immatricolazioni di fine anno sembrano essersi mantenute su livelli accettabili e quindi i dati possono essere interpretati quale specchio attendibile del mercato.