A differenza dei settori industriali legati al largo consumo o agli appalti pubblici, la meccanizzazione agricola ha risentito solo in parte dell’emergenza Covid-19. La flessione del mercato trattori nei primi quattro mesi è stata infatti pesante, oltre il 17 per cento, ma non drammatica.
Meno 17 per cento. Il calo delle immatricolazioni dei trattori registrato fra gennaio e aprile in tempi normali sarebbe da considerarsi un tracollo. Tale definizione diventa però esagerata se si pensa che il dato viene registrato dopo un lockdown di quasi due mesi. A maggior ragione se si confronta quel 17 per cento con il calo subito nello stesso periodo dal mercato auto, superiore al 90 per cento. I trattori sono inoltre andati meglio anche dei camion, il cui mercato nei primi quattro mesi di quest’anno è calato di un 25 per cento circa. Nel complesso si può quindi affermare che il comparto sia stato penalizzato molto da Covid-19, ma non travolto.
Anche perchè sui dati dell’immatricolato pesa il fermo delle Motorizzazioni e degli oltre mille trattori che mancano all’appello quasi 850 si legano a quattro soli marchi, uno dei quali, Goldoni, copre da solo più del 32 per cento del negativo. Considerando che Goldoni è in concordato preventivo e quindi il crollo delle sue immatricolazioni solo in parte si lega alla crisi epidemica, si può ipotizzare che gli incentivi governativi messi in campo per aiutare il settore abbiano fatto il loro dovere, almeno fino a quando la pandemia non si è manifestata in tutta la sua virulenza. Molte immatricolazioni sono in effetti state indotte da ordini antecedenti alla fine di Febbraio, mentre fra Marzo e Aprile anche il settore ha visto flettere i contratti molto di più di quanto le cifre facciano ipotizzare. Giustificata quindi l’ansia con cui i Costruttori guardano ai prossimi mesi, anche se a differenza dei prodotti voluttuari e non essenziali le macchine agricole sono mezzi di lavoro indispensabili il cui acquisto non può essere procrastinato più di tanto. Se il trattore non regge più le attività cui è preposto lo si deve cambiare, a maggior ragione se ci sono condizioni favorevoli all’acquisto come le attuali.
Da qui l’ipotesi avanzata da più di un operatore che il mercato trattori a fine 2020 sarà in marcato in calo, fra il dieci e il 15 per cento rispetto al 2019, ma senza tracolli se non si innescheranno ulteriori momenti di crisi. Una realtà che Fendt sembra però smentire proponendosi quale brand in forte crescita nonostante tutto. La Casa ha inoltre compiuto un deciso balzo avanti nella classifica dei Costruttori generalisti passando dal sesto al quarto posto, subito alle spalle di John Deere che avendo lasciato sul campo una trentina di macchine scende sul terzo posto ritrovandosi con il competitor tedesco che gli alita collo. Sempre a livello di classifica da segnalare anche i progressi di Massey Ferguson, brand passato dal decimo all’ottavo posto, di Landini, tornato a essere il secondo player del mercato, e di Deutz-Fahr, da settimo a sesto. Meno brillanti le performance di Same e Kubota che perdono due posizioni e quelle di Claas e Lamborghini che arretrano di una. Claas però limita le perdite a una quindicina di macchine, mentre Lamborghini supera le 50. Fra i costruttori specialistici flette in maniera importante Antonio Carraro, mentre cala in maniera meno preoccupante il marchio Bcs. Nell’ambito dell’omonimo Gruppo “tengono botta” Ferrari e Pasquali, regge poi Valpadana e va sospeso il giudizio circa i dati di Goldoni.