Progettati per rispondere alle esigenze applicative delle aziende a vocazione mista, gli aziendali serie “M5001” di Kubota si propongono con soluzioni tecnico costruttive che ne ampliano il profilo operativo verso le lavorazioni leggere del terreno e le attività foraggere
Secondo le stime della Fao, organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione, nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere i nove miliardi. Una crescita demografica che imporrà al comparto agricolo il ripensamento delle metodologie produttive, in modo tale da aumentare le rese medie per ettaro per garantire la sussistenza alimentare all’intera popolazione globale. In tale ottica, la meccanizzazione agricola dovrà giocare un ruolo chiave attraverso lo sviluppo di macchine sempre più performanti ed efficienti, capaci in particolare di massimizzare i cicli operativi e, allo stesso tempo, di ridurre i costi gestionali. Prerogative queste ultime attorno alle quali i tecnici Kubota non a caso hanno progettato e realizzato la serie “M5001”, aziendali di media potenza strutturati sulla basa di due modelli, denominati “M5091” e “M5111”, in grado di affrontare con successo, oltre alle attività di manutenzione e movimentazione, anche le applicazioni in ambito foraggero e le lavorazioni superficiali del terreno. Ciò grazie in particolare alla presenza sotto le cofanature di motorizzazioni Kubota “V3800” a quattro cilindri da tre litri e 800 di cubatura in grado di erogare fino a 95 e 113 cavalli di potenza massima, prestazioni che si affiancano alla presenza di un regolatore elettronico preposto al controllo del regime motore teso ad assicurarne la costanza indipendentemente dal carico e quindi capace di ottimizzare la qualità delle lavorazioni che richiedono velocità di avanzamento fisse e calibrate. Omologate stage 4 attraverso il contemporaneo impiego di impianti egr, di sistemi scr, di filtri antiparticolato e di catalizzatori doc, le unità operano poi mediante alimentazioni common rail ad alta pressione, mille 800 bar, e distribuzioni a quattro valvole per cilindro che, nel loro insieme, contribuiscono ad assicurare curve di coppia lineari e progressive e, di conseguenza, a minimizzare i consumi di carburante. Obiettivo quest’ultimo al cui raggiungimento guarda anche la presenza di una trasmissione strutturata sulla base di tre gamme e sei marce che, affiancate da un hi-lo, mettono a disposizione degli operatori 36 rapporti in avanzamento e altrettanti in retro, tutti innestabili anche sottocarico attraverso un inversore elettroidraulico modulabile nelle sue risposte funzionali e affiancati dalla funzione “OverDrive” che permette di raggiungere i 40 all’ora su strada a un regime inferiore del venti per cento rispetto a quello nominale. Sempre a controllo elettroidraulico anche l’innesto della doppia trazione e del sistema di blocco delle macchine attuabile mediante la stessa leva che comanda le marce, così da evitare agli operatori di dover intervenire sul classico freno a mano per arrestare il veicolo durante le soste, mentre guarda invece direttamente alla gestione delle attrezzature l’impianto idraulico da 64 litri al minuto in grado di alimentare fino a quattro distributori ausiliari, una presa di forza a due velocità di lavoro, 540 e mille giri al minuto, e un sollevatore posteriore da quattro mila e 100 chili di capacità massima.