Due serie che danno origine a dieci differenti modelli. Le mietitrebbia “Lexion” di Claas permettono agli operatori che aspirano a mezzi di fascia alta di scegliere le metodologie di separazione a loro più idonee. Fra queste, il sistema “Aps Hybrid System”, plus operativo che solo Claas propone sul mercato
Ogni coltura ha le proprie necessità applicative e nessuna azienda agricola può prescindere dalle proprie esigenze di bilancio. Due priorità che, a causa della difficile congiuntura in cui si trova il comparto primario, rischiano di essere sempre più spesso in antitesi tra loro. Da una parte la necessità di disporre di macchine sempre più prestazionali per velocizzare le lavorazioni nel rispetto del prodotto, dall’altra i bilanci aziendali, condizionati dalla stretta creditizia e dalla volatilità dei prezzi delle commodities agricole che non sempre consigliano investimenti in nuovi macchinari se di prezzo troppo elevato. Difficile per i Gruppi industriali operanti nel settore della meccanizzazione agricola soddisfare entrambe le esigenze senza giocare su offerte di macchine e attrezzature quanto mai differenziate in termini di contenuti tecnici, funzionalità e rapporti prezzo/prestazioni. Una strategia che nel segmento delle mietitrebbia Claas ha perseguito già in tempi non sospetti mettendo a punto una linea di prodotto, la gamma “Lexion”, strutturata sulla base di due serie denominate “Lexion 600” e “Lexion 700” che proprio in funzione delle diverse esigenze applicative mettono a disposizione sia il tradizionale sistema di separazione secondaria a scuotipaglia, le “600”, sia l’esclusivo “Aps Hybrid System”, le “700”, ancora oggi un plus operativo che solo Claas propone nell’intero panorama della meccanizzazione agricola. All’atto pratico accade quindi che un’azienda agricola possa scegliere liberamente la tipologia di separazione che ritiene più adatta alle proprie esigenze operative ed economiche avendo sempre la certezza di acquisire macchine che per progettualità, contenuti e produttività sono sicuramente al vertice del settore. Risulta in particolare orientato alle aziende più strutturate e alle organizzazioni operanti in conto terzi su ampie superfici, realtà che per esigenze di tempo non intendono a scendere a compromessi in termini di efficienza operativa, il sistema “Aps Hybrid System”, basato sull’affiancamento di due gruppi operativi entrambi di brevetto esclusivo Claas. Sulle “Lexion 700” la separazione primaria è affidata al sistema “Aps”, composto da tre elementi rotanti, acceleratore, battitore e lanciatore, in grado di separare fino al trenta per cento in più di granella rispetto a un classico sistema a due rotori. Alla separazione secondaria provvede invece il sistema “RotoPlus”, strutturato sulla base di due rotori da 420 centimetri di lunghezza che operano sfruttano le forze centrifughe generate dalle loro rotazioni contrapposte per separare la granella residua. Così strutturato, il sistema “Aps Hybrid System” è quindi in grado di assicurare un incremento della capacità produttiva fino al venti per cento a parità di assorbimenti energetici, riservando alla granella un trattamento sempre delicato indipendentemente dal tipo di prodotto lavorato. Ciò grazie anche al fatto che acceleratore, battitore e lanciatore possono essere azionati da un variatore centrale che ne sincronizza le rotazioni e alla possibilità di regolazione offerta dagli elementi di controbattitura. I gruppi di separazione delle “Lexion 700”, insieme ad altre funzioni della macchina, possono in effetti essere gestiti dal sistema “Cemos”, un computer di bordo che integra tutte le funzionalità volte a ottimizzare le regolazioni della macchina attraverso due differenti versioni operative, con la prima, denominata “Cemos Dialog”, che consente di ottimizzare progressivamente le regolazioni sulla base di un dialogo tra la macchina e il suo operatore, mentre la seconda, “Cemos Automatic” interviene in modo automatico in funzione di impostazioni pre registrate, ivi comprese quelle relative alla pulizia. A quest’ultima è peraltro preposto il sistema “Jet Stream”, operante sulla base di una struttura a doppio gradino di caduta, posta in un canale che compensa i flussi d’aria generati da un ventilatore a turbina a otto o sei stadi, a seconda del modello, realizzando una pressione di ventilazione omogenea che minimizza la presenza nel serbatoio di raccolta di polvere o pula.