L’evoluzione del segmento motoristico verso la messa a punto di soluzioni propulsive scevre da emissioni di carbonio e gas clima varianti ha visto Cummins accelerare nell’ampliamento della propria gamma di prodotto verso soluzioni di elettrificazione sostenute sia da accumulatori sia da fuel cell.
Soluzioni queste ultime che sembrano essere favorite nelle strategie di lungo termine del Gruppo americano complice un ramo di attività legato alla produzione di impianti di elettrolisi dell’acqua a membrana “pem” il cui prodotto finale, l’idrogeno, è visto quale vettore energetico ideale per sostituire i combustibili fossili. Permette infatti di assecondare gli obiettivi di decarbonizzazione senza sacrificare l’operatività dei sistemi propulsivi endotermici in un’ottica di autonomia e operatività. Già in occasione del salone dei trasporti di Hannover, Cummins aveva esposto la quarta generazione dei propri sistemi fuel cell la cui gamma per applicazioni mobili spazia in un range di potenze comprese fra i 30 e i 180 chilowatt.
Una linea di prodotto che in occasione della fiera tedesca ha vissuto l’introduzione di un’unità da 135 chilowatt di potenza in modulo singolo e da 270 chilowatt se a modulo doppio. I nuovi sistemi puntano inoltre a supportare l’ampliamento dell’offerta di prodotto Meritor, azienda acquisita da Cummins con l’obiettivo di ampliare il portfolio delle soluzioni elettrificate dedicate ai veicoli commerciali e alle macchine industriali.
Motori Cummins, Non solo fuel cell
Va precisato che la soluzione fuel cell non è la sola strategia Cummins per cogliere gli obiettivi di decarbonizzazione. I segmenti industriali, movimento terra e agricolo privilegeranno infatti ancora per lungo tempo le unità a combustione e in tale ottica la possibilità di utilizzare l’idrogeno quale combustibile nei motori endotermici sarebbe la soluzione ottimale, anche perchè permette di riutilizzare le linee di produzione dei motori diesel limitando l’impatto economico e logistico sulla filiera.
In tale ottica nei mesi scorsi la Casa americana ha stipulato un accordo con Buhler Industries, produttore di macchine operatrici agricole a marchio “Versatile”, per l’integrazione di un 15 litri alimentato a idrogeno derivato dai motori serie “X15” su alcuni modelli del Costruttore canadese. Il motore, che fornisce fino a 675 cavalli di potenza massima e due mila 800 newtonmetro di coppia, mantiene l’architettura del motore originario a sei cilindri in linea, ma è stato rivisto nelle testate e nei manovellismi per assecondare l’introduzione di cicli di funzionamento ad accensione comandata basate sull’idrogeno.
In Eima solo diesel
La volontà di mantenere i motori a combustione interna quali vettori principi dei settori industriali e agricolo è stata ribadita da Cummins in occasione di Eima esponendo nel proprio stand solo diesel. Fra questi l’unità da quattro litri e mezzo con coppa strutturale “F4.5”, specifica per applicazioni su trattore. E’ derivata dal quattro cilindri “B4.5”, è proposta nell’intervallo di taratura da 130 a 158 cavalli e performance massime di coppia di 650 newtometro. L’omologazione in stage V è raggiunta senza egr, mentre la sovralimentazione è affidata a un con turbocompressore a geometria fissa con valvola wastegate.
A fianco di “F4.5” era poi collocato “L9 Harvest”, un sei cilindri da otto litri e 900 centimetri cubi proposto nelle tarature di potenza dai 350 ai 430 cavalli per mille 846 newtometro di coppia massima. Prestazioni raggiunte grazie a un turbocompressore a geometria variabile. L’omologazione stage V è raggiunta con tecnologie di post trattamento “Single Module” che integrano tutti i sistemi in un unico modulo compatto in grado di ridurre fino al 40 per cento le dimensioni del sistema e fino al 20 per cento i pesi.
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Titolo: L’evoluzione dei motori Cummins? Nel segno dell’idrogeno
Autore: Jacopo Oldani