Esiste un filo conduttore che lega indissolubilmente l’evoluzione del marchio Claas dalle sue origini a oggi. Si tratta della qualità rappresentata sin dai primi decenni del Novecento dalle imballatrici progettate e sviluppate dalla Casa di Harsewinkel, dote derivata in particolare da un innovativo sistema di legatura brevettato nel 1921 da August Claas, il fondatore dell’Azienda, e ancora oggi a oltre un secolo di distanza alla base della gamma delle raccoglitrici foraggere del Gruppo tedesco. Sia le rotopresse a camera variabile “Variant” sia i modelli a camera fissa “Rollant” avanzano infatti quale caratteristica comune e primaria la capacità di abbinare la massima densità di pressatura con un sistema di legatura che avvolge la balla prodotta in modo saldo e sicuro.
Ciò garantisce, indipendentemente dalle dimensioni delle balle, un’ottimizzazione dei processi di trasporto e di stoccaggio del prodotto finito, contribuendo così fattivamente a ridurre gli spazi inutilizzati e i costi gestionali legati agli spostamenti tra campo e sede aziendale. Prerogative queste ultime peraltro enfatizzate sulla serie “Variant 500” dalla possibilità di programmare elettronicamente e in tempo reale tutte le funzioni operative delle attrezzature attraverso il terminale isobus “Cebis 700” da sette pollici che direttamente dalla cabina del trattore consente di impostare le caratteristiche dimensionali e di pressatura di ogni singola balla. Grazie a ciò, i quattro modelli che fanno capo alla serie “Variant 500”, denominati “560 Rf/Rc”, “580 Rf/Rc”, “565 Rc Pro” e “585 Rc Pro”, queste ultime in versione “Hd”, sono in grado di realizzare un prodotto finito avente un diametro compreso tra un minimo di 90 e un massimo di 180 centimetri e caratterizzato da una larghezza fissa di 120 centimetri.
No problem sui terreni irregolari
Tali parametri sono peraltro gestiti da centraline elettroniche che intervengono, in particolare, sui cilindri idraulici che regolano la tensione delle cinghie preposte alla lavorazione finale della balla, operando sempre e comunque in abbinamento a pick-up di raccolta caratterizzati da due differenti larghezze, 210 e 235 centimetri, che all’atto pratico realizzano fronti di lavoro di 190 e 215 centimetri. Indipendentemente da tale parametro, il loro contour nei confronti del terreno si mantiene sempre ottimale grazie alla presenza di ruote tastatrici oscillanti, regolabili in altezza senza necessitare di attrezzi, che consentono alle raccoglitrici di seguire da vicino anche le più piccole variazioni altimetriche dei fondi, fermo restando comunque la presenza di denti realizzati in acciaio per preservare il gruppo da eventuali urti contro sassi o altri corpi estranei. Una volta completate le attività in campo, le ruote del pick-up possono essere sollevate dal terreno attraverso un meccanismo di ribaltamento opzionale che semplifica e velocizza gli spostamenti su strada.
Sempre in via opzionale è inoltre possibile equipaggiare le “Variant 500” con un compensatore a doppio rullo dedicato a un’iniziale pressatura del prodotto raccolto in modo da accelerarne il flusso verso i rotori “Roto Feed” o “Roto Cut”, con il primo avulso da organi di taglio, mentre il secondo opera a 360 gradi grazie a denti dal profilo stellare e dallo spessore di sei millimetri abbinati a gruppi di taglio provvisti di 14 coltelli.
Fino a 17 coltelli con le “Hd”
Due millimetri in più, quindi otto millimetri, lo spessore invece dei denti stellati che equipaggiano le versioni “Hd”, “Heavy Duty”, operanti sulla base di 17 coltelli che realizzano lunghezze minime nell’ordine dei 60 millimetri, in luogo dei circa 70 millimetri prodotti dal sistema a 14 coltelli. Le versioni “Hd” possono peraltro giovarsi di serie anche del sistema anti ingolfamenti “Pro”, apribile e dotato di sistema di preallarme integrato, che agevola il convogliamento del materiale vegetale alla camera di pressatura, al cui interno opera un doppio braccio tenditore che beneficia di un sistema di regolazione della pressione che permette di separare l’azione dei due organi di tensionamento.
L’operatore può quindi monitorare puntualmente la posizione di ciascun braccio e la pressione alla quale sta operando, fermo restando che a ottimizzare l’intero processo è preposto il sistema “Smart Density” che attraverso un algoritmo volto a modulare l’operato della macchina per rispondere agli input ricevuti in fase di programmazione, stabilisce in continuo la potenza necessaria da impiegare, creando in tal modo nuclei più o meno morbidi a seconda che si operi su fieno, paglia o insilato. Il sistema aumenta inoltre la densità ai bordi delle balle, rendendole così più robuste e meno influenzabili da eventuali piogge cadute in campo prima che il raccolto sia stato conferito al centro aziendale, mentre alla legatura della balla realizzata provvede un sistema a rete che, una volta conclusa l’azione, permette lo scarico a terra del prodotto finito in soli sei secondi dall’apertura alla chiusura del portellone.
Ne deriva un ciclo di lavoro improntato sempre alla massima produttività oraria, prerogative peraltro condivisa anche dalle rotopresse a camera fissa “Rollant”, quattro modelli accumunati da un pick-up da 210 centimetri di larghezza che realizza un fronte operativo di 190 centimetri destinato ad alimentare camere di pressatura caratterizzate da dimensioni di 120 centimetri di diametro per 125 centimetri di larghezza sui modelli “520”, “455” e “454”, mentre le versioni “540” propongono diametri di 122 centimetri. Differenti in funzione dei modelli anche l’opzione di rotori disponibili, con le “Rollant 520” e “Rollant 540” equipaggiabili sia in allestimento “Roto Feed” sia in configurazione “Roto Cut”, mentre le “Rollant 455” e “Rollant 454” sono proposte unicamente in versione “Roto Cut”, ma integrabile con il sistema di avvolgimento “Uniwrap” che attraverso due bracci da 750 millimetri di lunghezza avvolge in soli 23 secondi sei strati di pellicola intorno alla balla con una sovrapposizione del 52 per cento.
Rotoimballatrici Claas, maggior quantità e parità di volume
A ottimizzare il processo di lavorazione del raccolto concorrono inoltre sia compensatori a rullo singolo o doppio, a seconda della versione, che comprimono il raccolto a favore dei successivi passaggi del processo, sia il sistema “Maximum Pressure System”, un gruppo a tre rulli che a inizio lavoro è in grado di penetrare fino a 20 centimetri nella camera di compressione per anticipare così la rotazione del prodotto e migliorare la compattazione del nucleo. Disponibile anche in versione “Plus”, gestibile attraverso il terminale “Cemis 700”, il sistema all’atto pratico assicura la certezza di ottenere una balla prodotta con una maggior quantità di raccolto a parità di volume, ottimizzando in tal modo anche le attività di trasporto e di stoccaggio.
Pro… tagonista della raccolta
Orientato a massimizzare le capacità produttive delle rotopresse “Variant 500” di Claas eliminando il rischio di ingolfamenti, il fondo “Pro” abbassabile di 30 centimetri opera attraverso due pistoni ed è gestibile attraverso il terminale a bordo del trattore. Capace di adeguarsi attivamente al flusso di prodotto, il sistema consente un movimento anche durante il lavoro e avvisa l’utente prima dell’ingolfamento con un sistema di pre-allarm, permettendo così una rapida reazione all’operatore. Ciò assicura quindi un’ottimale alimentazione e sicurezza anche in caso di andane discontinue, concorrendo, insieme al sistema “Smart Density”, ad assicurare produzioni orarie elevate in qualsiasi condizione di raccolta, obiettivo perseguito anche grazie all’adozione in fase costruttiva da parte dei tecnici Claas di soluzioni volte a ridurre al minimo i tempi morti indotti da esigenze manutentive e alla possibilità per le attrezzature di muoversi su strada a velocità nell’ordine dei 40 all’ora sempre nella massima sicurezza.
Titolo: Le rotoimballatrici Claas serie “Variant” e “Rollant” ottime su terreni irregolari
Autore: Redazione