Le nuove rotoimballatrici serie “Pro Belt” di New Holland

In ambito foraggero, la corretta densità di pressatura può essere equiparata al Sacro Graal. Ricercata costantemente sia dai costruttori di rotoimballatrici sia dagli operatori in fase di lavoro, è in realtà una sorta di obiettivo difficilmente raggiungibile in senso assoluto visto che quasi sempre uno stesso prodotto vede variare le sue modalità di raccolta e lavorazione in funzione della tipologia e della destinazione d’uso. Pena il rischio di dar luogo a perdite qualitative dell’imballato.

Differenze di sostanza

Non a caso il mercato propone sia rotoimballatrici a camera fissa sia macchine a camera variabile, con le prime che lavorano a pressioni variabili che crescono al crescere del diametro della balla, mentre le seconde esercitano sul conglomerato vegetale in via di avvolgimento una pressione costante per tutta la durata del processo.

Ne deriva che le rotoimballatrici a camera fissa realizzano manufatti sempre più compatti man mano che la balla si forma, ma partendo da un centro relativamente morbido mentre le versioni a camera variabile assicurano la massima densità di lavoro fin dalle prime fasi della lavorazione. Una differenza peraltro visibile anche osservando la “stella” che la rotoballa presenta al suo centro, connotazione indotta proprio dalla compressione iniziale del raccolto più o meno accentuata.

Di fatto accade che le differenti modalità di lavoro delle rotopresse a camera fissa e a camera variabile diano luogo a una dicotomia superabile solo attraverso attrezzature in grado di coniugare le caratteristiche delle macchine a camera fissa con le peculiarità di quelle a camera variabile adeguando di conseguenza la densità centrale della balla alle condizioni di raccolta e ai successivi utilizzi del prodotto. Di fatto il Sacro Graal citato in apertura che, seguendo la similitudine, è stato raggiunto, nel ruolo di moderno Re Artù, da New Holland con lo sviluppo delle nuove rotopresse a camera variabile serie “Pro-Belt”, macchine declinate nei due modelli “165” e “190” le cui sigle identificano il diametro massimo in centimetri raggiungibile dalla rotoballa.

New Holland “Pro Belt”: due versioni per quattro modelli

Disponibili nelle versioni “SuperFeed” e “CropCutter”, danno a quattro raccoglitrici in grado di rispondere a ogni esigenza applicativa con i modelli “SuperFeed” che guardano in particolare alle aziende a vocazione mista di medie e grande dimensioni. Si giovano infatti di gruppi di alimentazione che ottimizzano il passaggio della paglia lunga dal pick-up alla camera di pressatura consentendone una lavorabilità immediata che facilita la continuità operativa minimizzando di conseguenza i tempi di raccolta. Alle realtà maggiormente strutturate e alle organizzazione operanti in conto terzi impegnate quotidianamente e intensivamente su ampie superfici si orientano invece i modelli “CropCutter”.



Si propongono di serie rotori a 25 coltelli, fruibili anche nelle configurazioni a 12 o a 13 coltelli a seconda delle necessità, che assicurano una lunghezza minima di taglio della paglia di 42 millimetri, misura in grado dar vita a rotoballe caratterizzate da elevati standard di densità e a insilati di alti valori nutrizionali.

Denti in configurazione a “V”

Comune a entrambe le versioni lea presenze di un rotore “heavy duty” da 520 millimetri di diametro orientato a garantire un’alimentazione uniforme mediante la configurazione a “V” dei denti, e del sistema “ActiveDrop”, teso a prevenire eventuali intasamenti della camera di pressatura attraverso l’abbassamento del fondo del rotore per consentire la fuoriuscita del materiale vegetale in eccesso.

Grazie a ciò, le rotopresse serie “Pro-Belt” sono in grado di lavorare sempre alla massima velocità e con la massima efficienza possibili, complice anche la possibilità di variare i diametri delle rotoballe con intervalli di cinque centimetri partendo da un minimo di 90 centimetri e di sfruttare la funzione “bassa densità” per incrementare poi la pressione solo in fase di realizzazione della porzione più esterna delle rotoballe per conferire loro resistenza e stabilità di forma una volta legate.

New Holland serie “Pro Belt”: copertura fin oltre i margini

Tale ultima lavorazione è peraltro realizzata sulla base di un sistema “a becco d’anatra” operante mediante rulli estensori che assicurano una copertura uniforme sull’intera superficie della balla, coadiuvato in tal senso anche dall’azione del sistema “EdgeWrap” che realizza una copertura del prodotto finito fin oltre i suoi margini così da preservarne al meglio la forma.

È l’attrezzatura a comandare

Le rotoimballatrici serie “Pro-Belt” sono progettate e sviluppate per utilizzi intensivi e in tale ottica sono equipaggiabili in via opzionale con il sistema “IntelliBale” che consente alle attrezzature di comandare il trattore attraverso il protocollo isobus, arrestandolo non appena viene raggiunto il diametro preimpostato della rotoballa.

Dopodiché inizia il processo di legatura e successivamente l’apertura del portellone, passaggi monitorati costantemente da un apposito sensore posto sulla rampa di scarico che chiude il portellone una volta scaricata la rotoballa e invia allo stesso tempo un segnale all’operatore a bordo del trattore per invitarlo a proseguire con il lavoro. Grazie a ciò, il cantiere trattore-rotopressa è in grado di ottimizzare sia i consumi di combustibile sia la produttività oraria, obiettivo quest’ultimo a cui concorre anche la presenza del pick-up “MaxiSweep” da due metri e 30 centimetri di larghezza, integrante cinque barre portadenti e un sistema di flottazione che attraverso due molle regolabili permette di scegliere tra una modalità più rigida della struttura, ideale su terreni pianeggianti con andane di paglia uniformi, e una più flessibile, più orientata invece ai terreni ondulati oppure in presenza di andane irregolari.

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Titolo: Le nuove rotoimballatrici serie “Pro Belt” di New Holland

Autore: Redazione

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