Le modifiche genetiche di specie animali e vegetali sono un’opportunità da cogliere

L’ottusità è una caratteristica negativa che si oppone sempre al carisma, termine di sintesi fra autorevolezza e saggezza. Premesso che ogni ambito di attività è purtroppo permeato da ben precise forme di ottusità, accade che a livello ambientale l’ottusità idealizzi rappresentazioni fittizie della Natura, mentre il carisma spinga a interagire con essa per raggiungere obiettivi concreti. Fra questi la possibilità di produrre di più e meglio mediante modifiche genetiche mirate di specie animali e vegetali. In tutto il Mondo, non a caso, si sta procedendo proprio in tale direzione per intervenire sui processi produttivi senza dar luogo a rischi per la salute o per l’ambiente e un esempio in tal senso è dato dagli studi sulla peronospora della patata, malattia comune anche al pomodoro e causata dal un microrganismo denominato Phytophthora infestans capace di distruggere i raccolti nel volgere di poche settimane. In Italia, invece, le biotecnologie continuano ad essere avversate in nome del “principio di prevenzione”.

Trattamenti ridotti del 90 per cento

Ciò rende necessari molteplici trattamenti fungicidi ogni qual volta le condizioni metereologiche lo richiedano, applicazioni che però secondo un recente studio potrebbero essere ridotte fino al 90 per cento incrociando i geni delle patate “normali” con quelli di una varietà geneticamente modificata proprio per resistere alla peronospora.



Il gene per la resistenza è stato ricavato da una varietà di patate selvatiche dai ricercatori dell’olandese Wageningen University in collaborazione con l’Autorità irlandese per l’agricoltura e lo sviluppo alimentare e quindi il gene nulla ha di chimico o artefatto. Anche la produzione della soia ci si potrebbero aspettare ritorni positivi dopo che nel 2019 la statunitense Calyxt, con sede in Minnesota, ha messo in commercio una varietà il cui olio contiene l’80 per cento di acido oleico, un acido grasso polinsaturo salutare per l’apparato cardiocircolatorio. Sempre i ricercatori di Calyxt stanno inoltre lavorando allo sviluppo di una soia geneticamente modificata atta a sostituire l’olio di palma, aumentando il ventaglio di possibili soluzioni genetiche atte a produrre la materia grassa più utilizzata al Mondo.

Ai due esempi sopracitati si potrebbero poi affiancare quelli relativi agli studi avanzati sul fronte della zootecnia per rendere gli animali indifferenti ad alcune gravi patologie che causano morie e danni economici rilevanti. Basti pensare che nel Regno Unito e negli Usa si perdono annualmente due miliardi e mezzo di dollari a causa delle malattie respiratorie dei suini, che sempre negli Stati Uniti, nel 2022, ci fu un’epidemia di influenza aviaria che uccise 160 milioni di volatili di 80 diverse specie e che la tubercolosi bovina causata dal batterio Mycobacterium bovis è trasmissibile anche agli esseri umani. Sebbene il patogeno sia ben controllato tramite antibiotici nella maggior parte dei Paesi avanzati, in quelli ancora in via di sviluppo si registrano frequenti decessi nel bestiame, situazione aggravata poi dall’insorgere di ceppi batterici farmacoresistenti.

Grandi passi nella lotta contro la peste suina

Per le ragioni sopra esposte, gli allevatori di maiali, bovini e pollame farebbero carte false per contare su alcune specifiche innovazioni genetiche come quella messa a punto presso Roslin Institute, in Scozia, ove è stato sviluppato un ceppo di maiali geneticamente modificati per resistere alla peste suina e alla sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini. Lo stesso Istituto, insieme a Imperial College di Londra, ha anche ingegnerizzato i polli al fine di renderli resistenti al virus dell’influenza aviaria mentre ai Cinesi spetta il merito di aver trovato il modo di rendere i bovini resistenti alla tubercolosi tramite tecniche di Genome editing.

Le modifiche genetiche per animali e vegetali portano vantaggi di innovazione

Milioni saranno quindi gli agricoltori e gli allevatori che trarranno vantaggi significativi da queste innovazioni, ma con ogni probabilità saranno però agricoltori e allevatori stranieri, poiché in Europa e soprattutto in Italia vige ancora un medievale ostracismo nei confronti della ricerca biotecnologica, posizione peraltro coerente per un Continente e un Paese che anziché muoversi verso un futuro sostenibile del settore primario preferiscono stare fermi in nome del famigerato “Principio di prevenzione”.

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Titolo: Modifiche genetiche per animali e vegetali, ecco perchè in Italia vanno a rilento

Autore: Donatello Sandroni

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