Larghe vedute per massime rese

I giroandanatori serie “Ga” e le falciatrici triple serie “Gmd” di Kuhn raggiungono fronti operativi che incontrano le esigenze prestazionali dei contoterzisti e delle grandi aziende agricole

Kuhn serie GA

Le dimensioni contano, specialmente quando si parli dei fronti operativi delle macchine per la fienagione. Per quanto le aziende agricole italiane mostrino dimensioni medie degli appezzamenti decisamente contenute, va infatti ricordato il noto “pollo di Trilussa”, ovvero l’esempio ironico per il quale se una persona mangia un pollo intero e un’altra non mangia affatto, per la statistica hanno entrambi mangiato mediamente mezzo pollo a testa. Fatto ovviamente non vero, perché il primo è certamente sazio mentre il secondo è ancora a stomaco vuoto, a dimostrazione che la statistica va saputa interpretare se non si vogliono dire solenni stupidaggini. Declinato sul fronte dell’agricoltura e della fienagione, tale esempio si adatta anche alle dimensioni aziendali. Seppur poche sul totale, infatti, le aziende agricole di grandi estensioni annoverano ettarati esprimibili con numeri a due o a tre cifre, confermandosi un target strategico per quanto riguarda le aziende fornitrici di macchine e attrezzature, con buona pace delle statistiche. Cosciente di ciò, Kuhn ha posto nel proprio catalogo alcune soluzioni che ben si confanno alle esigenze produttive di tali realtà, sia per quanto riguarda i giroandanatori, sia per le falciatrici. I primi trovano la massima espressione nella serie “Ga”, con i nuovi modelli “Ga 13131” e “Ga 15131” che si affiancano ai più compatti “Ga 8731” e “Ga 9531”. Questi ultimi sono stati appositamente concepiti per utilizzi intensivi nella gestione di insilati, fieno o paglia, producendo andane singole centrali di ottima qualità. Robusta appare inoltre l’articolazione cardanica che muove rotori e ruote, vicinissime queste alle forche al fine di massimizzarne il contour con il piano di campagna. Il passaggio delle andane risulta poi ulteriormente facilitato dalla luce libera rispetto ai rotori, i quali staccano dal suolo di circa 75 centimetri. La regolazione della larghezza d’andana è poi attuata per via idraulica, permettendo di spaziare in entrambi i modelli da un metro e 40 centimetri a due metri e 30. Le “Ga 8731” e “Ga 9531” offrono infine la possibilità di essere trasportate senza dover smontare alcun braccio porta forche, aspetto che le candida all’uso in aziende dalle grandi dimensioni, ma con appezzamenti fra loro separati e distanti che obbligano a frequenti spostamenti del cantiere di lavoro. Quanto a fronti operativi, le “Ga 8731” offrono larghezze comprese fra sette metri e 70 centimetri a otto e 60, mentre le “Ga 9531” spaziano da otto metri e 40 centimetri a nove metri e trenta, anche grazie alle sei ruote andanatrici per rotore, contro le quattro delle “Ga 8731”. Ciascun rotore è dotato di 15 bracci, ognuno dei quali reca a sua volta quattro forche, assicurando in tal modo una densità di lavoro al suolo che si posiziona ai vertici del mercato. Caratterizzati da una massa pari a duemila e 400 chilogrammi i “Ga 9531” necessitano per operare di trattori dalle potenze alla presa di forza di almeno 75 cavalli, i quali scendono a 68 nel modello minore. Quando però gli spazi da coprire siano nell’ordine delle decine di ettari per appezzamento serve un salto di qualità, ottenibile solo adottando i nuovi giroandanatori della Casa di Saverne, ovvero i summenzionati “Ga 13131” e “Ga 15131”. Compatibili Isobus, presentano quattro rotori con posa centrale del fieno e avanzano rispettivamente larghezze di lavoro variabili fra otto metri e 40 centimetri e 12 metri e mezzo per i “Ga 13131”  e tra nove metri e mezzo e 14 metri e 70 centimetri per i “Ga 15131”. Nonostante l’ampiezza operativa, l’adattamento al profilo del terreno è comunque assicurato dal posizionamento delle ruote molto vicine alle forche, soluzione già vista nei “Ga 8731” e nei “Ga 9531”. Analogamente, si possono bloccare i rotori in posizione di passaggio d’andana e in fase di trasporto grazie al sistema “Stabilift”, le cui ruote si presentano mobili contribuendo a scongiurare danni al cotico erboso anche quando si operi negli angoli dell’appezzamento o nelle curve. Infine, il passaggio dalla posizione di trasporto alla posizione di lavoro si effettua senza alcuna manipolazione dei bracci o delle protezioni, permettendo alla macchina di rientrare facilmente nella sagoma stradale di altezza inferiore ai quattro metri. Tutte le funzioni di ripiegamento e dispiegamento, come pure di regolazione della larghezza d’andana, della larghezza di lavoro, dell’altezza di rastrellamento e della gestione dei campi possono essere infine amministrate dalla cabina grazie al terminale isobus e all’impiego di un pratico joystick.

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