Gli appassionati di trattori d’epoca son soliti associare il marchio tedesco Lanz alle macchine a vapore e ai mezzi equipaggiati con motori testacalda ma pochi sanno che i primi trattori Lanz furono però i giganteschi “Landbaumotor”, in sigla “Ldm”
Heinrich Lanz, classe 1838, fondò la sua prima società nel 1860 dopo aver svolto per anni l’attività di autotrasportatore. Dapprima produsse piccole macchine agricole e poi, una volta trasferitosi a Mannheim, cominciò a importare, vendere e riparare le macchine a vapore inglesi Fowler.
Il salto di qualità in termini industriali lo fece nel 1879, quando iniziò a produrre in proprio delle macchine a vapore che ottennero un successo strepitoso portando la fabbrica a contare oltre due mila dipendenti che davano luogo a una produzione annua di mille e 500 macchine a vapore e 800 trebbiatrici. La crescita fu continua, tant’è che nel 1907 l’insediamento produttivo disponeva addirittura di un ospedale con 80 camere e due sale operatorie.
Proprio sulla base di tale successo Lanz decise di costruire anche trattori, macchine che videro la luce a partire dal 1908 con l’esordio di un tre ruote spinto da un tre cilindri in linea erogante 45 cavalli. Al primo prototipo ne seguì poi un secondo, dotato di una fresa rotante posteriore così da poter lavorare il terreno senza doverlo arare, operazione che all’epoca era ritenuta a rischio per l’integrità delle macchine e onerosa per i proprietari terrieri.
Dai frangizolle ai trattori
Non a caso già fra il 1860 e il1870 in Inghilterra era stato presentato un frangizolle che non ebbe grande riscontro, ma ispirò l’ingegnere ungherese Andras Mechwart portandolo, verso la fine del Secolo, a costruire un frangizolle semovente di buon livello. La macchina venne poi migliorata da un secondo ingegnere ungherese, Karl Koszegi, che la presentò ufficialmente al pubblico nel 1909, a Leipzig, in Germania.
Lanz fu affascinato da tale attrezzo al punto di chiedere a Karl Koszegi di poterlo usare in abbinamento al suo trattore. Da qui, nel 1911, la nascita brevettuale di “Landbaumotor-System Koszegi”, un progetto che si concretizzò nello stesso anno grazie al lancio del trattore Lanz “Lb”, un quattro ruote pesante più di cinque tonnellate con fresa posteriore e spinto da un motore a quattro cilindri in linea da 80 cavalli.
Nei due anni successivi venne prodotto dapprima in 40 esemplari e poi, in versione aggiornata e rivista a sigla “Lc”, in altri 120 pezzi risultando apprezzato anche a livello militare nel corso della Prima Guerra Mondiale, quando la fabbrica lavorò essenzialmente per il settore militare.
Obiettivo eliminazione dell’aratura
A fine Conflitto Lanz ritornò a pensare ai campi e ai relativi lavori avendo sempre quale obiettivo l’eliminazione dell’aratura a fronte della possibilità di operare con un frangizolle. Via quindi tutti gli attrezzi e gli animali necessari all’aratura e spazio a un attrezzo che permettesse a un solo uomo e in una sola passata di preparare un perfetto letto di semina.
Per cogliere tale obiettivo era però necessario dar luogo a un nuovo trattore a tre marce in grado di realizzare una velocità minima di due chilometri e mezzo/ora e una massima di cinque. Venne lanciato nel 1919 con la sigla “Ld” e si propose con dimensioni imponenti, una massa di oltre 66 quintali sostenuta da ruote di metallo e un frangizolle posteriore dai denti estremamente robusti.
Di colore grigio-blu, vantava un’immagine maestosa che faceva apparire il mezzo quale vero e proprio signore indiscusso dei campi. Il frangizolle non era di per sé un’idea nuova, ma il motore da 80 cavalli apriva alla macchina grandi possibilità di utilizzo, ivi comprese quelle di lavorare anche su superfici paludose equipaggiando le ruote grandi cerchi dentati supplementari di metallo.
Landbaumotor di Lanz un killer delle zolle
Grazie a tale soluzione che portava la larghezza del veicolo a circa tre metri posteriormente contro i 160 centimetri di larghezza anteriore, Lanz “Ld” poteva muoversi su qualsiasi terreno, anche i più cedevoli, lasciando dietro di sé una superficie lavorata in profondità e spianata in modo perfetto.
Proprio per tali sua capacità la macchina fu richiestissima, venne soprannominata “killer delle zolle” e Lanz decise di costruirla in serie chiamandola “Landbaumotor Donner Moor”, in sigla “Ldm” per distinguerla dalla già citata versione base “Ld”. Al successo di “Ldm” contribuì ovviamente anche l’efficienza del frangizolle né pesarono sulla sua diffusione le critiche inerenti i consumi, talmente elevate da portare più di un addetto ai lavori a dichiarare che il cantiere non avrebbe avuto un futuro.
Il gigante metallico aveva in effetti bisogno di quasi 85 chili di benzina per ettaro, superficie lavorata in circa sei ore e compattata in maniera sensibile. Ogni critica venne però azzerata dalle prestazioni del trattore, vincente anche su zolle alte e compatte e capace di lavorare per dieci giorni consecutivi prima di aver bisogno di manutenzione.
Tali performance resero “Ldm” quasi leggendario e fecero ipotizzare un trend di sviluppo che però non si avviarono se non dopo svariate decine di anni passando poi in secondo piano nel 1921, anno in cui Lanz decise di lanciarsi nella produzione di trattori con motore testacalda facendo esordire “Bulldog Hl 12”. Ottenne un grandissimo successo con centinaia di migliaia di trattori prodotti in una quarantina di anni, fino al 1956, quando John Deere rilevò la maggioranza del pacchetto azionario Lanz, chiamando la nuova azienda dapprima John Deere Lanz e poi, nei primi Anni Sessanta del secolo scorso solo John Deere.
Titolo: I giganteschi Landbaumotor di Lanz
Autore: redazione