Innovare sposando le più attuali tecnologie, ma restando sempre fedeli a sé stessi e alle proprie tradizioni. È questa, in estrema sintesi, la sfida cui devono rispondere i tecnici Landini quando metton mano al progetto un nuovo trattore o all’aggiornamento delle soluzioni in essere su modelli già a listino. Allineare i contenuti funzionali a quanto di più moderno offra la tecnologia di settore non è infatti sufficiente per catturare l’interesse commerciale di chi intende investire su macchine Landini dovendo queste confermare, per tradizione e vocazione, quelle doti di affidabilità e di facilità di gestione che hanno permesso al Marchio emiliano di rimanere per quasi un secolo un punto di riferimento nel panorama trattoristico italiano e internazionale. I trattori Landini devono quindi fondere tutte le funzionalità tecniche indispensabili per affrontare in modo efficiente le più attuali pratiche agricole, ma senza proporre soluzioni gestionali troppo complesse.
Un equilibrio delicato e difficile da raggiungere, soprattutto quando si devono rinnovare macchine da sempre ai primi posti nel mercato italiano in termini di immatricolazioni e di conseguenza tra i punti di riferimento del loro segmento.
Dal 1991 sempre al top del mercato
Un esempio in tal senso è l’evoluzione vissuta dai cingolati serie “Trekker4”, nati nel 1991 e costantemente aggiornati nei decenni a seguire per permetter loro di sostenere al meglio i continui mutamenti delle pratiche colturali senza tradire, come accennato in precedenza, quelle doti di affidabilità e di efficienza che hanno reso le macchine una delle tradizioni più longeve e di maggior successo nel panorama della meccanizzazione agricola italiana.
Un successo che molto si lega a una filosofia progettuale tesa a privilegiare l’utente finale mettendogli a disposizione già di serie di tutte le principali soluzioni tecnico-funzionali necessarie ad affrontare con successo le applicazioni negli ambiti specialistico e di campo aperto, i due segmenti cui fanno tradizionalmente riferimento le versioni “F” e “M” dei Landini “Trekker4”.
Cingolati Landini “Trekker4”, personalizzabili se necessario
Intendiamoci, gli optional sono previsti, ma mirano a soddisfare una clientela che necessita di contenuti specifici e spesso di nicchia, opzioni funzionali che completano senza alterare una qualità costruttiva e una ricchezza tecnica offerte da allestimenti standard di alto livello. Tali risultano, per esempio, le motorizzazioni, unità Deutz a quattro cilindri da due litri e 900 centimetri cubi in grado di erogare un range di potenze massime che spazia dai 75 cavalli della versione d’attacco “Trekker 4-085” ai 112 cavalli del modello più prestazionale “Trekker 4-120”.
Alla realizzazione di tali performance concorrono alimentazioni common-rail a controllo elettronico che consentono ai propulsori di ottemperare alle normative stage V attraverso l’azione congiunta di sistemi scr per l’abbattimento degli ossidi azotati, ad esclusione del già citato modello d’attacco “Trekker4-085”, di impianti egr di ultima generazione, di catalizzatori doc e di filtri anti-particolato a rigenerazione passiva che non necessitano di interventi manutentivi per conservare costante la propria efficienza.
Forti di coppie massime oscillanti fra i 375 e i 420 newtonmetro a mille e 600 giri, con i primi 250 newtonmetro disponibili già a mille giri al minuto, i propulsori assicurano inoltre un’elasticità di erogazione che minimizza l’uso di una trasmissione meccanica sincronizzata a due gamme e quattro marce che, integrate da un overdrive o in alternativa da super riduttore, mettono a disposizione 16 velocità in avanti e otto in retro, con queste ultime selezionabili mediante inversori sincronizzati a gestione meccanica o elettroidraulica. Così strutturati i cingolati Landini serie “Trekker4” sono quindi in grado di disimpegnarsi con successo anche nelle applicazioni più gravose condotte su terreni impervi e irregolari, ambiti nei quali le macchine possono peraltro giovarsi della presenza del sistema di sterzo idrostatico “Hi-Drive” che consente di gestire senza sforzi la direzionalità dei trattori grazie a due frizioni indipendenti tese a comandare in maniera progressiva e calibrata le singole ruote motrici, incidendo di conseguenza sulla velocità delle relative catenarie e quindi sulla direzionalità della macchina.
Landini “Trekker4”, idrauliche da 28+42 litri/minuto
Alla movimentazione delle attrezzature è invece orientato un impianto idraulico a doppia pompa che mette a disposizione 28 litri al minuto per i servizi di bordo e la servo-assistenza dello sterzo e ulteriori 42 litri per alimentare fino a cinque distributori posteriori, l’innesto di una presa di forza a due velocità di lavoro, 540 giri disponibili in versione standard ed eco o, in alternativa a quest’ultima, a mille giri, e un sollevatore posteriore dalla portata massima di tre mila 150 chili, capacità elevabile a quattro mila 500 chili integrando il gruppo con due cilindri idraulici supplementari. Al comfort e alla sicurezza di lavoro sono invece orientati posti guida piattaformati, completamente sospesi rispetto al carro e al motore mediate hydro-silentblocks, ed equipaggiati di serie con pedali sospesi, con cruscotti digitali che riportano i principali parametri operativi del trattore e con una consolle dei comandi laterali che concorre a rendere facile e intuitivo il controllo dei gruppi di lavoro.
Simili ma non uguali
La serie “Trekker4” è strutturata sulla base di due specifiche versioni, denominate “Frutteto” e “Montagna”, che si differenziano tra loro in termini di peso e di larghezze. I modelli “Frutteto” sono i più compatti e leggeri, con una massa complessiva di tre mila 900 chili a cui fa eco una larghezza minima di un metro e 41 centimetri, mentre le versioni “Montagna” affiancano a un peso di quattro mila e 500 chili una larghezza minima di un metro e 70 centimetri, orientata a garantire maggiori doti di stabilità sui terreni in pendenza. Coerente con i due diversi profili di missione l’offerta di altrettante specifiche tipologie di cingolature, con le strutture in acciaio semi lubrificate che propongono larghezze comprese tra i 310 e i 360 millimetri per i modelli “Frutteto” e tra i 400 e i 450 millimetri per le versioni “Montagna”, mentre i nastri in gomma rinforzati sono invece disponibili nella larghezza unificata per entrambe le macchine di 400 millimetri.
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Autore: Redazione