Sulla carta non esistono prodotti industriali che non siano stati progettati e realizzati in un’ottica di qualità, cercando cioè di soddisfare le aspettative esplicite e implicite dei clienti in termini di rapporti fra i prezzi, le prestazioni, i contenuti e l’affidabilità. Quando ci si accinge a un acquisto accade però che prezzi, prestazioni e contenuti dei prodotti fra loro concorrenti siano facilmente comparabili, mentre risulti più aleatorio inquadrare il discorso “affidabilità” alla luce delle tante e diversificate variabili che condizionano tale aspetto.
D’obbligo quindi in questi casi ragionare un attimo più a lungo spostando l’attenzione dal prodotto al marchio e al mercato. Il primo, il marchio, se noto e conclamato è sicuramente una garanzia, a maggior ragione se presente da lungo tempo sul mercato. Tale ambito a sua volta può poi dar luogo a ulteriori conferme quando è possibile conoscere i volumi di vendita dei prodotti in esame come accade nel caso del mercato-trattori 2022 i cui dati evidenziano in maniera inoppugnabile la bontà degli aziendali facenti capo alla gamma “Serie 5” di Landini, marchio che non ha certo bisogno di presentazioni. Accade in effetti che nello scorso anno solare siano stati più di 240 gli agricoltori e gli allevatori che han comprato un “Serie 5”, volume di vendite che ha portato le macchine di Fabbrico a occupare il secondo posto nella classifica degli aziendali più immatricolati in Italia, posizione poi ulteriormente suffragata dal quarto posto assoluto conquistato nella Top Ten di categoria dal modello”5-100” con 117 immatricolazioni.
Landini “Serie 5”: ai vertici fin dall’esordio
Dati che parlano chiaro quindi, soprattutto se si pensa che gli attuali Landini “Serie 5” furono lanciati sul finire del 2021 e han dovuto dunque condividere la prima parte del mercato con i “Serie 5” della precedente generazione ancora a magazzino e proposti a prezzi inferiori non vantando gli stessi contenuti della nuova gamma. Tre modelli facenti capo a quest’ultima, siglati “5-100”, “5-110” e “5-120” a seguito di potenze massime di 95, 102 e 114 cavalli e coppie massime di 395, 430 e 460 newtonmetro, prestazioni erogate da unità “F36” prodotte da Fpt Industrial. Si tratta di turbodiesel quattro cilindri di cubatura sostenuta, tre litri e 600 centimetri cubi, realizzati sulla base di canne da 102 millimetri di alesaggio per 110 di corsa emissionate in stage V mediante un catalizzatore doc abbinato a un sistema scr integrato nel medesimo corpo che ospita anche il filtro anti particolato dpf. Niente egr quindi, a vantaggio dei rendimenti termodinamici, gli stessi cui guardano anche le alimentazioni common rail operanti a mille 800 bar, le distribuzioni a quattro valvole per cilindro e le aspirazioni asservite da impianti di sovralimentazione di tipo turbo-aftercooler pilotati da valvole watstegate.
Riserve di coppia fino al 32 per cento
Così strutturate le unità si caratterizzano per densità di coppia che superano del 15 per cento la media di categoria e per curve di erogazione che assicurano riserve di coppia oscillanti fra il 28 e il 32 per cento, tali da indurre alle macchine temperamenti quanto mai generosi e da minimizzare quando la strada o il campo lo richiederebbero il ricorso alla trasmissione, gruppo disponibile in ben otto diverse configurazioni così da soddisfare qualsiasi esigenza economica o operativa.
La trasmissione-base, di serie sui modelli allestiti in “Active Version”, é denominata “Speed Four” e si propone con tre gamme, quattro marce e inversore meccanico, soluzioni integrabile con un super riduttore e un hi-lo per far salire i rapporti disponibili dai 12+12 standard a 24+24. Più evolute in quanto idrauliche le trasmissioni dei “Serie 5” caratterizzati dall’allestimento “Dynamic Version”. Arrivano a mettere a disposizione 32+16 o 48+16 rapporti, opzione quest’ultima proposta dalle trasmissioni “T-Tronic” basate su un powershift a tre stadi che affianca il gruppo base da tre gamme e quattro marce unitamente a un super riduttore operante solo sulla gamma bassa. Da sottolineare che entrambi i cambi “Power Four” e “T-Tronic” in configurazione “Roboshift” mette a disposizione per ogni gamma 12 rapporti robotizzati, gestibili anche in automatico grazie al joystick “SmartPilot” permette di selezionare la modalità operativa preferita tra le due opposizioni “AutoField” e “AutoRoad”.
Cabine originali Argo Tractors
Ne deriva un comfort di lavoro di ottimo livello che viene ulteriormente enfatizzato dalla presenza di cabine a quattro montanti “Total View Slim” omologate in classe “2”. Assicurano la piena visibilità sull’area di lavoro grazie alle pannellature atermiche con cui sono realizzate le superfici laterali e di serie propongono anche una botola trasparente a tetto per agevolare l’uso di un eventuale caricatore frontale. Alla visibilità concorre inoltre anche la snellezza delle cofanature integrali, mentre torna a guardare al comfort la possibilità di equipaggiare i trattori con sistemi automatici di condizionamento, assali anteriori sospesi e sistemi di sospensione meccanici dell’intero vano in luogo degli isolamenti mediante silent block previsti di serie. Standard su tutti i modelli i cruscotti digitali che fungono da interfaccia uomo-macchina, i volanti regolabili in altezza e inclinazione e le poltrone di guida sospese mediante sistemi meccanici che in opzione possono diventare pneumatici.
Landini “Serie 5”, Sicurezza di classe superiore
Alla sicurezza d’uso della macchina guardano il sistema di stazionamento “Park Lock” che blocca il trattore se fermato su fondi in pendenza senza la necessità di intervenire sui freni e il sistema “Ibs”, “Integral Brake System”, che oltre a innestare automaticamente la doppia trazione in frenata propone anche freni a disco integrati nell’assale anteriore per minimizzare ulteriormente gli spazi di arresto. A ottimizzare l’efficienza dell’intero cantiere di lavoro provvede invece una specifica soluzione di telemetria sviluppata da Argo Tractors che monitorizza in tempo reale i principali parametri operativi mettendoli a disposizione dell’operatore, degli uffici tecnici aziendali e, se autorizzato, del concessionario di riferimento.
Tutto sempre sotto controllo
Previsti anche la geolocalizzazione della macchina, per calcolare con precisione i costi produttivi e di conseguenza anche i margini economici di ogni attività, e un servizio di diagnostica da remoto che za grazie a uno specifico software di monitoraggio attiva per via telematica l’assistenza nel caso registri l’innescarsi di una anomalia. I fermi macchina imprevisti sono quindi un ricordo, complice anche la possibilità di tutelare la macchina sia mediante piani di manutenzioni programmati lunghi anche cinque anni sia includendo nelle rate di un eventuale finanziamento i tagliandi di manutenzione, calcolati in funzione della durata del finanziamento stesso e in base alle ore di lavoro previste.
Idraulica da 114 litri/minuto
Le attrezzature agricole attuate per via idraulica si stanno sempre più imponendo sul mercato, trend di cui Landini ha preso atto quando ha deciso di rivedere i suoi “Serie 5”. I trattori molto mutuano in effetti dalle macchine di classe superiore proprio a livello di dotazioni di lavoro mettendo a disposizione di serie portate idrauliche dell’ordine dei 94 litri di olio al minuto, 32 dei quali riservati ai servizi di bordo e i restanti 62 destinati ad alimentare fino a sei distributori, due dei quali posti ventralmente e gestibili mediante un joystick che, oltre a facilitare il controllo di un eventuale caricatore frontale, permette anche l’innesto e il disinnesto della presa di forza, operante a 540 e mille giri al minuto in modalità standard ed eco.
Nel caso poi si prevedessero assorbimenti idraulici particolarmente impegnativi è possibile disporre anche di un doppio circuito atto a rendere fino a 82 litri/minuto di olio sempre destinati ai gruppi di lavoro. Fra questi spicca di serie il sollevatore posteriore da quattro mila e 500 chili di portata gestibili anche per via elettronica, gruppo affiancabile anteriormente da un secondo sollevatore capace di da due mila e 200 chili di portata.
Caricatori frontali made in Fabbrico
Essendo degli aziendali ben strutturati, le masse a vuoto viaggiano sulle quattro tonnellate, i “Serie 5” di Landini possono essere impiegati per far fronte alle più diverse attività in campo, su strada, in azienda e al chiuso. Per tale motivo rientrano fra i trattori che la Casa può equipaggiare con caricatori frontali dedicati serie “Lc”, “Li” e “Lt”. Assicurano portate comprese tra i mille 200 e i mille 800 chili e raggiungono altezze massime nell’ordine dei tre metri e 80 centimetri.
Realizzati con acciai alto resistenziali e protetti dalla corrosione per garantirne la durata anche in caso di utilizzi continui in stalla, sono pilotabili mediante specifici joystick disponibili in quattro modelli diversi in base alle singole esigenze operative. Installaii direttamente in fabbrica, sono inoltre progettati in modo da ridistribuire sia la massa del caricatore sia quella del carico su tutte le ruote, non solo su quelle anteriori, al fine di contenere le usure dei pneumatici e indurre minori sollecitazioni su perni e cuscinetti, obiettivo cui guarda anche la presenza di due accumulatori ad azoto che ammortizzano gli inevitabili scossoni che in sede di lavoro l’aggancio e lo sgancio dei carichi induce sul trattore. I sistemi “Velotak” e “Flash System” agevolano poi montaggi e smontaggi della struttura portate né manca la possibilità di disporre di una posizione flottante nel caso si debbano usare attrezzature che operano seguendo il profilo del terreno.
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Titolo: Landini “Serie 5”, ai vertici fin dall’esordio
Autore: Redazione