La versatilità dei sollevatori telescopici Merlo

Lanciati ufficialmente nel 1996, i sollevatori telescopici “TurboFarmer” di Merlo furono i primi telehandler espressamente progettati per far fronte ad attività agricole, tant’è che ottennero poi l’omologazione quali trattori agricoli che permetteva loro di trainare rimorchi pesanti su strada. Di fatto una vera e propria rivoluzione che ancora oggi, a quasi 30 anni dalla loro prima apparizione, permette ai “TurboFarmer” di continuare a proporsi con contenuti tecnici di assoluto rilievo e con capacità operative quanto mai ampie e variegate.

Una continuità storica cui ovviamente molto hanno contribuito i continui upgrade cui il Gruppo cuneese ha sottoposto e continua a sottoporre tutte le sue macchine, trend peraltro enfatizzato nell’ultimo quinquennio da una ristrutturazione delle linee di produzione tesa a rendere modulare ogni specifica soluzione costruttiva così da poterla rendere disponibile sull’intera gamma. Grazie a ciò, ogni sollevatore può quindi essere personalizzato a livello di contenuti in base alle esigenze di lavoro cui dovrà far fronte, connotazione cui non sfugge il recente aggiornamento cui la Casa di San Defendente di Cervasca ha sottoposto il suo modello medium duty “Tf 42.7-136” con cui presidia la forbice di prestazioni più gettonata dal comparto agricolo.

Idrauliche da 139 litri/minuto

Come recita la sigla di identificazione, la macchina può in effetti movimentare masse da 42 quintali operando ad altezze massime di sette metri, prestazioni al cui raggiungimento molto concorrono sia idrauliche load sensing da 139 litri al minuto sia nuove motorizzazioni basate su unità Perkins a quattro cilindri, da tre litri e 600 centimetri cubi, eroganti 136 cavalli di potenza massima.

Emissionati in stage V mediante sistemi scr di post trattamento degli ossidi azotati, impianti affiancati anche da filtri dpf per bloccare le emissioni di particolato, si configurano quali motori di ultima generazione in grado di sfruttare al meglio le opzioni funzionali degli acceleratori elettronici Merlo “Epd Plus”; “Eco Power Drive Plus”, che gestiscono in tempo reale i regimi di lavoro in un’ottica di risparmio energetico. Grazie a loro si può lavorare con consumi anche inferiori del 18 per cento rispetto a un sollevatore telescopico tradizionale di pari prestazioni.

Un’efficienza operativa ulteriormente enfatizzabile equipaggiando la macchina con la trasmissione idrostatica Merlo “CvTronic”, in grado di incrementare la coppia motrice alle basse velocità del 12 per cento e di mettere a disposizione tre diverse modalità operative grazie alla gestione autonoma dei due motori idrostatici che compongono il gruppo.

Quasi come una trasmissione continua

Il sistema simula da vicino quanto proposto da un vero e proprio cambio a variazione continua, facendo lavorare entrambe le unità idrostatiche per consentire alle macchine di erogare i loro massimi livelli di coppia e quindi di far fronte anche ad attività gravose, quali, per esempio, lo spostamento di inerti di elevato peso specifico. Quando invece le velocità di lavoro crescono, come accade per esempio durante i traini su strada o le movimentazioni di carichi da una parte all’altra dell’azienda, uno dei due motori si disattiva in maniera progressiva e graduale, così da permettere alla trasmissione di operare con assorbimenti energetici ridotti.

Manutenzioni predittive

Un vantaggio frutto peraltro dei costanti sforzi compiuti dalla divisione Ricerca e Sviluppo del Gruppo piemontese, la stessa che ha dato vita anche al sistema di connessione “Merlo Mobility” che assicura sia la possibilità di monitorare da remoto e in tempo reale le macchina per via satellitare, sia di rendere predittiva la gestione delle manutenzioni in un’ottica di riduzione dei costi di gestione.

Comfort al servizio della produttività

Consapevole che la fatica è uno dei fattori che più penalizzano la produttività, il gruppo Merlo mette a disposizione di tutti i suoi sollevatori, quindi anche dei “TurboFarmer” di media capacità, cabine sospese dal carro mediante il sistema idropneumatico “Cs” gestito per via elettronica.

I vani assicurano in tal modo i più elevati standard di comfort operativo, preservando l’operatore a bordo da vibrazioni, urti e calore, un beneficio ulteriormente enfatizzato dalla presenza di sedili a sospensione pneumatica, impianti di climatizzazione integrali e tetti trasparenti protetti da griglie anti sfondamento che agevolano le attività in quota del braccio telescopico. Tutti i comandi sono inoltre posizionati in modo da garantirne una gestione semplice e diretta, obiettivo raggiunto anche grazie alla presenza di joystick capacitivi di progettazione originale Merlo integranti tutti i principali azionamenti preposti al controllo delle funzioni operative della macchina.

Sollevatori telescopici Merlo: sicurezza sempre attiva

Il gruppo Merlo ha da sempre messo la sicurezza operativa al centro della propria attività. Proprio in tale ottica anche il rinnovato “Tf 42.7-136” è equipaggiato con il sistema Ascs”, acronimo di “Adaptive Stability Control System”, che sfrutta la connessione can-bus e la sensoristica di bordo per mostrare mediante su un display da dieci pollici i movimenti effettuabili fino ai limiti della stabilità.

L’impianto rileva infatti in automatico il carico, la posizione del braccio e l’attrezzo accelerando tutte le manovre di movimentazione che non danno luogo a instabilità e bloccando invece i movimenti aggravanti. In questa fase sono però consentiti tutti i movimenti diretti verso una condizione di maggior sicurezza e ciò consente di non bloccare mai il sollevatore telescopico, in modo tale da ottimizzare i tempi di lavoro e da semplificare l’uso della macchina anche per utenti meno esperti.

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Titolo: La versatilità dei sollevatori telescopici Merlo

Autore: Redazione

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