Kuhn: concepite per i grandi

Contoterzisti e grandi aziende agricole per minimizzare i tempi di lavoro e massimizzare le rese è bene che strutturino i rispettivi parchi macchine partendo dalle potenzialità operative delle attrezzature adeguando poi di conseguenza le potenze dei trattori.

Sebbene sembri irreversibile l’emorragia delle aziende agricole in Italia, a oggi ne sono ancora censite circa un milione e centomila, volume lontano da quello in essere solo venti fa, circa un milione e 600 mila aziende, ma ancora ragguardevole. A cedere son state soprattutto le realtà meno strutturate, quelle di stampo famigliare, operanti su pochi ettari e con allevamenti di dimensioni ridotte, non in grado di realizzare profitti atti a garantirne la sussistenza. Un trend probabilmente destinato a protrarsi anche in futuro se si pensa che quasi il 60 per cento delle aziende rimaste non supera gli ottomila euro di produzione standard a fronte di una media nazionale di 45 mila euro. Aziende di tipo hobbistico dunque e non professionali.
Analizzando poi da vicino il restante 40 per cento delle aziende in essere si scopre che quelle in grado di produrre più di centomila euro di valore sono solo 97 mila, l’otto e mezzo per cento del totale, e di queste solo il due e sette per cento superano anche la soglia dei 250 mila euro di fatturato.

Circa 31 mila organizzazioni che di fatto rappresentano vera spina dorsale dell’agroalimentare italiano risultando concentrate per lo più in tre regioni del Nord, ovvero Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, tant’è che in Lombardia la superficie media aziendale è di oltre 23 ettari contro gli 11 nazionali.
Scendendo ancor più nei dettagli, pare siano le aziende vocate alla zootecnia intensiva quelle che trainano verso l’alto il valore complessivo prodotto dal settore primario, a conferma di come anche in agricoltura valgono gli insegnamenti dell’economista Vilfredo Pareto quando affermano che spesso è meno del venti per cento delle aziende a sviluppare più dell’80 per cento di un fatturato di settore. Facile quindi ipotizzare che, fatte salve le aziendine non professionali, il futuro del comparto sarà sempre più segnato da forme di aggregazione che daranno vita a organizzazioni produttive di grandi dimensioni che dovranno anche pensare in grande. Soprattutto a livello di investimenti in strutture e parchi macchine, da commisurarsi alle dimensioni aziendali in termini di potenzialità.

Non a caso già da tempo Kuhn ha cominciato a guardare con un occhio di riguardo alle grandi organizzazioni agricole e contoterzistiche offrendo loro soluzioni progettuali atte a operare al meglio su volumi lavorativi massimali per estensioni e per produzioni sfruttando le più recenti tecnologie. Dalle falciatrici alle presse, passando dai voltafieno e dai giroandanatori, la Casa di Saverne propone attrezzature dalle elevate performance arrivando a proporsi quali standard di riferimento nel segmento fienagione e in particolare in quello dello sfalcio, presidiato con attrezzature frontali a dischi di alta produttività quali risultano essere le macchine siglate Fc 3125 Rf aventi fronti di taglio pari a tre metri e dieci centimetri.

A loro possono poi affiancarsi le analoghe attrezzature portate posteriormente quali le falciatrici “Fc 9530 R”, dai fronti operativi di nove metri e 53 centimetri, e il nuovo modello “Fc 8830 R”, messe a punto per incontrare i recenti trend colturali che vedono un incremento delle superfici a leguminose, erba medica e altri foraggi delicati.
Presenta due distinte sezioni dalla larghezza operativa di 310 centimetri, la cui efficienza al taglio è assicurata dalle nuove barre “OptidiscElite”, evolutesi nel tempo in termini di architettura degli organi falcianti, in particolare la disposizione delle lame, per minimizzare le sovrapposizioni. Il tagliato può poi essere subito condizionato mediante i rulli “SquareFlex” da 240 millimetri di diametro i cui profili sono concepiti in modo da velocizzare il condizionamento con particolare riferimento agli steli. A tale parte della pianta guarda la possibilità di regolare tramite una vite centralizzata la compressione fino alla soglia di 500 chilogrammi per metro lineare di rullo, così da rendere l’azione dei condizionatori proporzionale alla consistenza delle diverse componenti del falciato, steli e foglie, evitando di scarseggiare sui primi e di eccedere sulle seconde.

Larghezza fino a quasi 18 metri

Terminata la fase del taglio, da effettuarsi il più possibile netto e senza sfilacciature, subentrano poi in campo le attrezzature per la gestione del reciso trovando il massimo della performance nei voltafieno alto prestazionali “Gf 13012” e “Gf 17012”, entrambi indispensabili quando si debba operare su vaste superfici grazie alle loro elevate efficienze operative indotte da 12 o 16 giranti a sei braccia.
Le larghezze totali sono di 13 metri e quaranta centimetri per il primo e 17 metri e 70 centimetri per il top di gamma, soluzione con cui nelle condizioni ottimali si possono coprire fino a 15 ettari l’ora. Di serie i deflettori di gomma, sia quelli in corrispondenza delle ruote, sia quelli anti avvolgimento posti a copertura delle forche e sempre in entrambi i casi le rese sono enfatizzate dalla possibilità di adattare in automatico l’assetto al profilo del terreno mediante il sistema “Gsc”, “Ground save control”.

Seguire fedelmente il contour del piano di lavoro contribuisce inoltre a ridurre fino al 50 per cento il raschiamento del terreno, preservando al meglio il foraggio da contaminazioni e impurità che talvolta possono rivelarsi fatali all’intero allevamento. La sporcizia può infatti generare successive contaminazioni degli insilati nel malaugurato caso contenga spore del clostridio botulino, microrganismo anaerobico che vive nel suolo e che in particolari condizioni può essere asportato durante le operazioni di rivoltatura del fieno o dell’andanatura. Sebbene ciò accada molto raramente, quando tale eventualità si verifica può portare a morte la maggior parte dei capi, toccando nei casi peggiori anche il 90 per cento della mandria. Ridurre al minimo il raschiamento, quindi, implica migliorare la qualità del foraggio non solo dal punto di vista igienico e qualitativo, bensì anche da quello sanitario.

Importanti le andane regolari

A poco vale però la qualità del lavoro svolto dai voltafieno se poi gli andanatori non offrono i medesimi standard qualitativi predisponendo andane omogenee e regolari da raccogliere poi più agevolmente con imballatrici. Punti di riferimento in tal senso sono i modelli Kuhn “Ga 7631” e “Ga 8131”, dei semi-portati a posa centrale progettati in un’ottica di estrema semplicità di utilizzo e anche in grado di adattarsi a una elevata molteplicità di aziende differenti grazie all’ampia scelta di accessori. I fronti operativi sono di sette metri e mezzo per “Ga 7631” e otto metri per “Ga 8131” e quindi entrambi ben si orientano alle aziende agricole di dimensioni medio-grandi dando il meglio di sé specialmente nel trattamento di foraggi densi e pesanti.

La loro capacità è in tal senso massimizzata dalla trasmissione “Masterdrive G III”, concepita sulla base di una doppia riduzione a ingranaggi conici e cilindrici, ma a esaltarne la fluidità di lavoro concorrono anche icuscinetti lisci di lega di alluminio operanti su boccole di bronzo, soluzione che riduce anche il peso delle parti in movimento, quindi gli assorbimenti energetici e i picchi inerziali dei transitori.
La stessa soluzione allunga inoltre gli ingrassaggi a 200 ore di lavoro, mentre la luce libera fra rotori e terreno, fra i 43 e i 70 centimetri, assicura l’assenza di ingolfamenti. Da segnalare l’articolazione cardanica dei rotori per un ottimale adattamento al contour del campo e le ruote poste in prossimità delle forche che consentono un rastrellamento efficiente e pulito dei materiali, producendo andane precise e ben arieggiate.

Tonde o quadre sempre al top

A completare il lavoro delle falciatrici, dei voltafieno e dei giroandanatori giungono infine le macchine da raccolta, chiamate a fornire balle robuste, dense e ben conformate. In funzione del materiale o delle scelte aziendali, possono intervenire rotoimballatrici o grandi presse quadre, soprattutto quando invece del fieno si debba raccogliere paglia, un sottoprodotto di crescente interesse nei bilanci aziendali. Nel primo segmento di mercato Kuhn ha di recente lanciato le nuove rotoimballatrici a camera variabile “Vb 7190”, pensate per incontrare le esigenze dei grandi agricoltori e del contoterzismo professionale. Tali macchine producono infatti balle di estrema densità toccando i 140 chilogrammi per metro cubo per una capacità massima oraria di 30 tonnellate, risultando alto performanti nelle più disparate condizioni di campo. Quando a giocare debbano però essere le ammiraglie della flotta, per via di superfici particolarmente ampie e di materiali impegnativi da raccogliere, la scelta deve cadere giocoforza su una grande pressa quadra tipo le “Sb 890”, “Sb 1270 X”, “Sb 1290”ole“Sb 1290 iD”, tutte macchine ad alto grado di innovazione una delle quali dotata anche della tecnologia Kuhn “intelligent density”.

Si basa sull’azione alternata di due distinti pistoni che si integrano nell’azione in luogo di uno solo. In tal modo la compressione delle masse risulta più fluida, esplicandosi ritmicamente solo su metà per volta della superficie da comprimere. Ciò aumenta la spinta per centimetro quadrato, migliorando del 25 per cento la densità delle balle, senza però sovraccaricare gli organi pressori. Evento che talvolta accade nelle versioni a pistone singolo. Le “Sb 1290 iD” sono quindi ideali soprattutto per la raccolta della paglia, generalmente più ostica da comprimere rispetto ai più soffici foraggi. Ciò grazie anche al nuovo rullo motorizzato “PowerFeed” che agevola l’alimentazione seguendo attivamente l’altezza dell’andana. Salendo e scendendo con una corsa di 25 centimetri, comprime l’andana e la convoglia verso il rotore compensando eventuali irregolarità e garantendo un flusso di raccolto omogeneo e continuo. In termini di dimensioni dei prismi, i diversi modelli della serie “Sb” possono predisporre balle rispettivamente da 80×90 centimetri, 120×70 e 120×90, offrendo prestazioni di alto livello su qualsiasi materiale da raccogliere.

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