Pubblicato nel 1992, “Automatic for the people”, con 18 milioni di copie vendute fu l’album che consacrò i Rem come la rock band simbolo di una generazione. Il titolo, all’epoca apparentemente bizzarro, si rifaceva allo slogan di un locale vicino all’Università statunitense di Athens, nello stato della Georgia, che aveva da poco iniziato a sperimentare un programma di automazione degli ordini per i propri clienti.
Parola d’ordine automazione
Un percorso innovativo che, fatte le dovute proporzioni, anche John Deere ha da tempo intrapreso nel segmento delle grandi raccoglitrici semoventi e che si è riproposto con il lancio delle nuove mietitrebbia serie “S7”, macchine derivate dalle assiali serie “S” già a listino, ma declinate attraverso un arricchimento tecnologico in grado automatizzare quasi completamente i cicli di raccolta, in modo tale da rendere più proficue e virtuose le attività estensive.
Strutturata sulla base di quattro modelli che a livello nominale e prestazione sono quasi perfettamente allineati con quanto proposto dalle attuali versioni “S”, la nuova serie affianca infatti a tutte le più moderne soluzioni sviluppate da John Deere per il precision farming, dal ricevitore “StarFire”, alla guida automatica “AutoTrac”, fino al sistema di controllo avanzato “CommandCenter G5Plus”, anche la possibilità di fruire della funzione opzionale “Harvest Settings Automation” preposta alla regolazione automatica delle macchine in fase di raccolta sulla base di parametri pre impostati.
Una volta saliti a bordo, basta infatti selezionare la condizione di lavoro da privilegiare, scegliendo i limiti di perdita di prodotto, di corpi estranei e di granella danneggiata, lasciando poi al sistema il compito di adeguare cinque parametri funzionali della mietitrebbia in funzione delle condizioni di raccolta. Grazie a ciò, l’operatore a bordo può quindi evitare di preoccuparsi delle tradizionali regolazioni per concentrarsi esclusivamente sulla velocità di lavoro, fermo restando che anche tale parametro può essere automatizzato sulla serie “S7” grazie all’automazione predittiva della velocità di avanzamento, operante sulla base delle immagini raccolte da videocamere frontali che uno specifico software analizza in tempo reale per valutare lo stato vegetativo del prodotto da raccogliere così da adeguare senza soluzione di continuità la velocità di lavoro della mietitrebbia.
Veri e propri robot autonomi
Così configurate, le mietitrebbia serie “S7” in campo diventano quindi dei veri e propri robot autonomi, in cui la presenza umana a bordo è essenzialmente indotta da precauzionali motivi di sicurezza, anche se quest’ultima potrebbe essere in futuro delegata al controllo da remoto già oggi realizzato attraverso il sistema “JdLink” che connette in modo biunivoco la macchina al “John Deere Operations Center”, in modo tale da permettere al proprietario di supervisionare in tempo reale le applicazioni in corso e di archiviare di tutti i dati operativi per la creazione di un database storico.
Immutate come detto rispetto alle versioni serie “S” di attuale generazione invece le potenze massime, erogate però sui quattro modelli che fanno capo alla serie “S7” da nuove motorizzazioni John Deere. La versione d’attacco “S7 700”, da 467 cavalli, è equipaggiata con l’inedito sei cilindri “Jd9X” da nove litri di cilindrata, mentre le versioni più prestazionali “S7 800”, “S7 850” e “S7 900”, rispettivamente da 547, 579 e 629 cavalli, sono mosse dal sei cilindri “Jd14X” da 13 litri e 600 centimetri cubi che equipaggia anche la mietitrebbia biassiale top di gamma serie “X9”, portando in dote anche alle macchine di classe inferiore il collaudato sistema “HarvestMotion” che massimizza in automatico coppia e potenza in base al regime di lavoro e al carico con l’obiettivo di minimizzare i consumi di carburante.
Oltre i limiti
Parallelamente al lancio delle nuove mietitrebbia “S7”, John Deere ha anche annunciato l’ampliamento verso l’alto della sua serie di trattori quadricingolo di altissima potenza “9Rx”. Tre i modelli che hanno fatto il loro esordio alla fine dello scorso mese di febbraio, denominati “9Rx 710”, “9Rx 770” e “9Rx 830”, tutti equipaggiati con il sei cilindri “Jd18X” da 18 litri di cubatura che equipaggia anche le trinciacaricatrici semoventi serie “9000”.
All’atto pratico, trattori di altissime prestazioni che guardano specificamente ai mercati del Nord America e dell’Europa Centro Orientale in funzione di tarature massime nell’ordine dei 781, 847 e 913 cavalli realizzate mediante alimentazioni common rail ad alta pressione, distribuzioni a quattro valvole per cilindri e aspirazioni forzate mediante sistemi a doppio turbo, uno dei quali, operante ai bassi regimi, alimenta l’altro.
Emissionate stage V mediante un sistema di ricircolo dei gas combusti egr refrigerato che evita il ricorso a sistemi scr e quindi la necessità di prevedere serbatoi di urea, le unità sono inoltre in grado di erogare fino a quattro mila 234 newtonmetro di coppia a mille 400 giri, contribuendo in tal modo a realizzare consumi specifici contenuti. Al raggiungimento di tale obiettivo molto concorre peraltro anche la presenza della nuova trasmissione “e21”, un gruppo powershift a gestione automatica che grazie al sistema “Efficiency Manager” solleva l’operatore dalla necessità di intervenire manualmente per gestire i cambi marcia, ottimizzando costantemente e in modo autonomo il rapporto in essere tra carico motore e velocità di avanzamento.
Titolo: John Deere serie “S7”, automatic for the people
Autore: Redazione