Dopo il lancio dei trattori serie “Yt4”, già disponibili in Giappone, e la presentazione dei prototipi multifunzione “AgroBot”, Yanmar introduce “Yv01”, un irroratore semovente robotizzato che amplia le prospettive di automazione delle pratiche agricole.
L’automazione delle pratiche agricole procede a passo spedito. Tutti i costruttori di macchine stanno orientando in tale direzione i lavori dei propri centri di ricerca. Fra i più impegnati in tale ambito c’è Yanmar, azienda che non solo sta mettendo a punto diverse tipologie di macchine agricole autonome, ma ha addirittura messo in produzione dei veri e propri trattori compatti robotizzati, i serie “Yt4”, in grado di lavorare senza operatore a bordo. Lo scorso anno presentò poi il prototipo “AgroBot”, una piattaforma multifunzione orientata al controllo di vigneti e colture orticole cui si è ora affiancato “Yv01”, un irroratore scavallante autonomo destinato a operare in vigneto la cui immessione sul mercato è prevista per i primi mesi del prossimo anno.
Lavora adagio, bene e sempre
Mossa da un bicilindrico Honda quattro tempi serie “Igx800” erogante 27 cavalli, la macchina opera a una velocità di circa quattro chilometri/ora. Senza aver bisogno di alcun controllo e quindi in assoluta autonomia. Il serbatoi da 27 litri abbinato a consumi in potenza continuativa dell’ordine dei sette litri/ora garantisce circa quattro ore di lavoro senza interruzioni. Autonomia peraltro assicurata anche dalla cisterna di carico da 200 litri di capacità.
Una volta programmato il computer con le mappe del vigneto su cui si deve operare e aver allineato “Yv91” con primo filare ci si può dimenticare di lui. Lasciandolo alle prese con le sue attività in totale autonomia. Queste ultime sono affrontate a una velocità massima di circa quattro chilometri/ora, prestazione che non permette di inserire “Yv01” fra gli irroratori più veloci attualmente disponibili sul mercato, ma quando si usano i robot i tempi perdono di significato non dovendo pagare la manodopera e sapendo di poter lavorare 24 ore su 24 su quattro facciate alla volta con tempi di fermo macchine per i pieni tutto sommato minimali.
Maggiore sostenibilità
A gestire attività e traiettorie provvedono specifici sensori, telecamere e un impianto satellitare gps. L’irrorazione è invece assicurata da un sistema di polverizzazione operante per via elettrostatica che minimizza i consumi di acqua e agrofarmaci.
Il robot si muove inoltre su cingoli di gomma che assicurano trazione e stabilità. Con la prima dote che permette alla macchina di operare anche su pendenze longitudinali di oltre 45 gradi. La seconda evita qualsiasi rischio di ribaltamento laterale fino a pendenze di 19 gradi.
Sempre i cingoli assicurano poi alla macchina la possibilità di ruotare su se stessa a fine capezzagna,velocizzando così al massimo le manovre di rientro,e non fanno gravare troppo sul terreno la massa totale del sistema, circa dieci quintali, molti meno di quelli proposti da un cantiere di lavoro tradizionale e tali da permettere il trasporto di “Yv01” da un vigneto all’altro su un furgone guidabile con la patente “B”.
Irroratore robotizzato Yv01