Da 14 milioni e 400 mila a nove milioni e 100 mila aziende agricole nel quindicennio 2005-2020. Sono questi i numeri con cui Eurostat, l’ente statistico europeo, fotografa l’andamento del numero di imprese dell’Unione europea attive nel comparto primario. Si parla della chiusura di cinque milioni e 300 mila realtà imprenditoriali nell’arco di 15 anni, una contrazione di 37 punti su base percentuale che testimonia l’evoluzione vissuta dall’agricoltura del Vecchio Continente.
Le sue difficoltà a mantenersi competitiva nonostante i consistenti investimenti stanziati attraverso le varie Politiche agricole e il trend di industrializzazione che sta attraversando. Ciò al netto degli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina visto che l’analisi si ferma ai primi mesi dell’emergenza Covid-19.
Ue, le aziende agricole a vocazione mista e zootecniche le più penalizzate
A pagare maggiormente dazio, soprattutto le aziende a vocazione mista e zootecniche. Nell’arco del quindicennio 2005-2020 si sono ridotte di due milioni e 600 mila e di un milione e 600 mila unità. A livello di Stati membri, i cali più sostenuti si sono invece registrati in Romania, dai quattro milioni e 200 mila aziende del 2005 ai due milioni e 800 mila del 2020, in Polonia e in Italia, dove le realtà imprenditoriali operanti nel comparto primario sono passate, rispettivamente, da due milioni e 400 a un milione e 300 mila e da un milione e 700 mila e un milione e 100 mila. Nel Belpaese, in particolare, la riduzione si è concentrata sui segmenti cerealicolo, orticolo e frutticolo che nell’arco di 15 anni hanno visto pressoché dimezzato il numero delle aziende agricole attive.
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Titolo: Ue, aziende agricole in calo
Autore: Redazione