Secondo i sondaggi mensili avanzati da Cema, l’Associazione europea dei costruttori di macchine agricole, a fine Gennaio 2024 “Il clima economico per l’industria delle macchine agricole in Europa è in profonda recessione … nuovamente peggiorato dopo i forti cali dei mesi precedenti. … Gli indici per i produttori di trattori e macchine da raccolta sono scesi ai minimi storici. Più della metà degli operatori intervistati ritiene sfavorevole l’attuale situazione economica e due terzi degli intervistati si aspettano un calo del fatturato nei prossimi sei mesi.
Dopo che i portafogli ordini avevano raggiunto il picco all’inizio dello scorso anno, il volume degli ordini ha subito ripetute forti riduzioni e corrisponde ora a un periodo di produzione di poco inferiore ai quattro mesi. Nel confronto a lungo termine è ancora relativamente elevato, ma inferiore al livello di inizio anno negli ultimi tre anni”
Fosche nubi sul futuro
Di fatto accade che i timori dei costruttori per il prossimo futuro siano ben più forti di quanto ci si potrebbe aspettare leggendo la flessione dell’immatricolato maturatasi fra il 2022 e il 2023, una caduta inferiore ai sei punti percentuali e mezzo che in tempi normali non avrebbe allarmato più di tanto. I tempi attuali però poco hanno di normale essendo condizionati da due guerre combattute una alle porte dell’Europa e una al suo interno e da un’incertezza politica indotta sia dalle imminenti elezioni europee sia da quelle statunitensi di metà Novembre.
A livello globale si stanno inoltre modificando i rapporti di forza fra i principali competitor, con la Cina che punta a uscire dal suo attuale ruolo di produttore leader per assurgere al ruolo di leader economico assoluto scavalcando gli Stati Uniti.
A ciò si aggiunga che i costruttori di trattori stanno esaurendo i portafogli ordini maturati a seguito delle agevolazioni messe in campo dai vari Governi per superare i problemi indotti dalla pandemia da Covid-19. Richieste cui non si era potuto dar subito seguito causa problemi di approvvigionamento dei componenti necessari per allestire le macchine, ma che avevano dato luogo a solide liquidità. Ora i trattori sono stati consegnati o sono in fase di consegna e quindi i costruttori hanno ricominciato a lavorare sulla base di nuovi ordini che però stentano ad arrivare.
Anche perché, guerre e crisi socio-politiche a parte, come spesso si è scritto è successo che in tutta Europa le aziende abbiano sfruttato negli anni scorsi gli aiuti per rinnovare i propri parchi macchine e quindi ora non hanno la necessità di acquistare nuovi trattori. Logico aspettarsi a questo punto che tale situazione si protragga per gran parte del 2024 andando poi a risolversi progressivamente se e quando si saranno conclusi i conflitti e si saranno delineate nuove posizioni di equilibrio socio-politiche.
Nell’attesa e nella pagina a lato, la consueta tabella riepilogativa del mercato europeo, elaborata in collaborazione con la rivista spagnola Agrotecnica e il portale italiano Meccagri.
Norme assurde, lesa l’informazione
Nelle pagine a seguire invece un’analisi relativa all’andamento dei vari Marchi, fermo restando che i dati vanno interpretati quali ordini di grandezza e non quali valori assoluti.
Com’è noto un’assurda norma europea limita infatti ai costruttori la libertà di diffondere i propri e più recenti dati di mercato se relativi a comparti di tipo oligopolistico, quelli cioè in cui operano pochi soggetti. La meccanizzazione agricola è fra questi e quindi i dati in tabella relativi al 2023 sono frutto di indagini condotte in autonomia dalla rivista, mentre quelli 2022 possono essere considerati quasi ufficiali.
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Da segnalare inoltre che ogni Paese elabora i propri dati in maniera personale in mancanza di un’elaborazione unificata e continentale. Accade quindi che qualcuno conteggi fra i trattori anche i sollevatori telescopici e altri che ritengano trattori anche i mezzi orientati alla manutenzione del verde. Quest’anno, si è cercato di eliminare tali distonie per dar seguito a una tabella che nei limiti del possibile abbracci solo i trattori agricoli di potenze superiori ai 40/50 cavalli.
Immatricolazioni europee 2023 trattori: chi cresce del 25 per cento e chi cala del 32
Per quanto riguarda gli andamenti nazionali va sottolineata l’estrema variabilità degli stessi. Si passa da Paesi che han visto crescere il proprio immatricolato di quasi il 25 per cento, l’Olanda, a Nazioni in cui l’immatricolato è sceso di oltre il 32 per cento come è successo in Ungheria. Si tratta però di situazioni estreme, esattamente come accade per la decrescita di oltre il 23 per cento della Lituania, e relative a mercati i cui volumi poco incidono su quelli generali.
In tale contesto i Paesi trainanti continuano a essere, in ordine di volumi, Germania e Francia pressoché alla pari, seguite dall’Italia che a sua volta precede Polonia e Spagna, anche loro vicine. La Germania però chiude alla pari, la Francia è in leggera crescita, un due per cento circa, mentre l’Italia, Polonia e Spagna sono in calo, la prima e la seconda fra il 12 e il 13 per cento e la Spagna di quasi il 15.
I Marchi: chi sale e chi scende
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Titolo: Immatricolazioni europee 2023 dei trattori: si barcolla, ma non si crolla
Autore: Redazione