Uno si chiama “Tf 50.8 Cts-170 CvTronic-Hf”. L’altro “Tf 65.9 Cts-170 CvTronic-Hf”. In comune le livree Merlo, i powertrain di ultima generazione e, soprattutto, una versatilità di utilizzo che permette a entrambe le macchine di lavorare a ciclo continuo facendo fronte a manutenzioni aziendali, movimentazioni, traini su strada e attività logistiche in campo aperto senza far mai pesare in termini economici le loro prestazioni.
Motori Ftp Industrial a trasmissioni continue
Mossi da turbodiesel quattro cilindri serie “Nef 45” a marchio Fpt Industrial che già di loro risultano quanto mai parchi nei consumi, i due sollevatori vantano in effetti la presenza sottocarro di trasmissioni continue “CvTronic”, gruppi in grado coniugare i vantaggi propri delle trasmissioni idrostatiche con le prestazioni e la facilità di utilizzo dei cambi cvt. Grazie a tale soluzione e alla presenza del sistema “Edp”, “Eco Power Drive”, che regola automaticamente in base alle condizioni operative, la portata della pompa idraulica, la cilindrata del motore idrostatico e il regime del motore termico disaccoppiandolo dal carico imposto sull’acceleratore, si può lavorare con consumi ridotti anche del 18 per cento rispetto agli standard di settore.
Sulle macchine in questione il sistema è inoltre di tipo “Epd Plus”, e quindi mette a disposizione un joystick autoaccelerante e tre modalità di lavoro, “Eco”, “Speed Control” e “Heavy Load” che affinano ulteriormente la versatilità di lavoro delle macchine adeguandone le risposte operative alle attività in essere. Non è un caso quindi se due aziende agricolo-zootecniche caratterizzate dalle medesime esigenze operative ma ubicate in Maremma e nel Padovano, quindi a quasi 400 chilometri di distanza fra loro, abbiano individuato proprio in tali sollevatori le macchine più adatte per accudire ai propri allevamenti. La prima, l’azienda lattiero-casearia “Le Rogaie” di Barbaruta, vicino a Grosseto, di Merlo ne possiede e usa addirittura tre, ciascuno dei quali opera sulla base di oltre mille ore/anno.
Sollevatori Merlo a supporto di un allevamento di 250 capi
Fondata nel 1906, l’azienda è oggi diretta da Giulio Borgia ma vede impegnata in attività dirette e indirette l’intera famiglia Borgia dovendo lavorare oltre 200 ettari di terra per sostenere un allevamento di circa 250 capi di bovine da latte e un impianto di produzione biogas. “L’idea dell’impianto biogas si concretizzò una decina di anni fa, afferma Giulio Borgia, e subito impose la presenza di una macchina atta ad alimentare in maniera continua i digestori. I sollevatori Merlo in tale ottica si rivelarono perfetti risultando poi tali anche per far fronte a tutte le attività di manutenzione e movimentazioni che il nostro lavoro impone in azienda e in campo.
Basta cambiare l’attrezzatura terminale per adeguare la macchina alle mansioni da espletare godendo sempre di un ambiente di lavoro quando mai confortevole grazie alla cabina sospesa e climatizzata, di una grande facilità di gestione indotta dai comandi ergonomici e intuitivi e della sicurezza d’uso garantita dal sistema “Ascs”, “Adaptive Stability Control System”, che avvalendosi del circuito elettronico di tipo Can-Bus monitora e gestisce la stabilità della macchina e del carico”. Ausilii preziosi quindi i sollevatori Merlo, affermazione peraltro confermata anche da Gabriele Belluco, titolare dell’omonima azienda agricola sita a Bovolenta, nel Padovano.
Sollevatori Merlo, 500 ettari per alimentare tre mila e 500 tori
Nata nel 1962 opera sulla base di oltre 500 ettari di terra che alimentano circa tre mila e 500 tori di razza Charolaise, Aubrac, Sellers e Blu Belga poi venduti sui mercati nazionali e francesi e, indirettamente, anche un impianto biogas. Anche in questo caso era quindi necessaria una macchina versatile prestazionale, scelta che in tempi recenti è caduta su un Merlo “Tf 65.9 Cts-170 CvTronic-Hf” dotato di braccio sospeso per velocizzare i tempi di movimentazione e contemporaneamente minimizzare le perdite quando si trasportano materiali sfusi.
“Le nostre bestie sono alimentate solo con soia, mais e fieno, afferma Gabriele Belluco, e quindi è importante che tutti i trasferimenti interni siano effettuati in un’ottica di efficienza e di affidabilità. Il nostro ‘Tf 65.9’ con il suo braccio sospeso e la sua robustezza ben risponde a tali esigenze risultando anche agile e facile da gestire quando portato a lavorare in stalla. Il comfort proposto dalla cabina sospesa è inoltre da prima classe mentre lo sbraccio da nove metri abbinato a un diagramma di carico favorevole alle attività in quota permette di usarlo in sicurezza anche per gli impilaggio più impegnativi. Ritengo sia una macchina perfettamente allineata con le aziende che vogliono lavorare in un’ottica di efficienza e, grazie ai consumi ridotti, anche di sostenibilità”.
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Titolo: Sollevatori Merlo “Tf 50.8” e “Tf 65.9”
Autore: Redazione