In un contesto industriale come quello attuale, caratterizzato dalla costante ricerca di uniformazioni progettuali volte a ottimizzare sia i costi di sviluppo sia quelli di produzione, la realizzazione dei trattori medium utility è una delle attività più critiche per i costruttori operanti nel comparto della meccanizzazione agricola. Diversamente dai trattori da campo aperto e dagli specializzati, i medium utility Landini non possono infatti essere orientati a specifiche attività, ma, al contrario, devono far fronte a esigenze applicative quanto mai varie e diversificate, mettendo sempre a disposizione degli operatori le migliori funzionalità possibili in rapporto alla lavorazione svolta. Trattori multiuso quindi che proprio in funzione di tale profilo di missione necessitano di accorgimenti progettuali che enfatizzino le loro doti di polivalenza applicativa, senza però che tale connotazione incida negativamente sull’affidabilità meccanica e sui già citati costi di produzione.
Di fatto i principi base su poggia il rinnovamento attuato da Landini nei confronti della sua serie “5”, oggi strutturata sulla base di tre modelli, denominati “5-100”, “5-110” e “5-120”, le cui caratteristiche tecnico-strutturali puntano ad ampliare i profili di missione di una linea di prodotto nata guardando alle esigenze applicative tipiche del campo aperto, ma che il recente percorso evolutivo l’ha portata ad allargare il range delle attività affrontabili arrivando a coprire anche le manutenzioni aziendali e le lavorazioni negli ambiti foraggero e zootecnico. Dei trattori estremamente eclettici dunque che ben si prestano a operare anche continuativamente con i caricatori frontali specificamente sviluppati da Landini, oltre che a muoversi con disinvoltura negli ambiti caratterizzati da ridotti spazi di manovra grazie a passi pari a due mila 355 millimetri, a masse di 40 quintali e a tarature di potenza nell’ordine dei 95, 102 e 114 cavalli.
Egr no grazie
Prestazioni queste ultime erogate da motori Fpt Industrial serie “F36”, dei quattro cilindri da tre litri e 600 centimetri cubi emissionati in stage V attraverso l’esclusivo sistema “doc+ScroF”, un impianto realizzato mediante l’accoppiamento di un catalizzatore doc con un sistema scr integrato nel medesimo corpo che ospita anche il filtro anti particolato dpf. Niente egr quindi, a tutto vantaggio della compattezza dell’insieme e della possibilità di beneficiare senza penalizzazioni di alimentazioni common rail operanti a mille 800 bar e di distribuzioni a quattro valvole per cilindro asservite da impianti di sovralimentazione di tipo turbo-aftercooler.
Grazie a quest’ultima soluzione le unità sono in effetti in grado di realizzare curve di coppia che toccano i propri apici a mille 400 giri per mantenersi poi quasi immutate fino ai due mila e 200 giri, mentre l’alta pressione di iniezione e la conseguente nebulizzazione fine del gasolio in camera di combustione realizza invece un elevato rendimento termodinamico che gioca a favore del contenimento dei consumi anche durante le applicazioni condotte in pieno campo con le attrezzature più impegnative. Ne deriva quindi un’elevata efficienza operativa indipendentemente dall’attività svolta, obiettivo cui guarda anche la presenza di una trasmissione personalizzabile sulla base di otto diverse configurazioni in funzione delle specifiche necessità applicative. Il gruppo base, proposto di serie sui modelli d’attacco “Active”, è un cambio a tre gamme e quattro marce con inversore meccanico, un gruppo integrabile con un super riduttore e con un hi-lo che dalle iniziali 12 velocità in avanzamento e altrettante in retro portano i rapporti disponibili a 24+24 o a 32+32.
L’offerta più evoluta, disponibile esclusivamente sulle versioni “Dynamic”, propone invece un powershift a tre stadi affiancato da un super riduttore operante solo sulla gamma bassa che unitamente al già citato gruppo base da tre gamme e quattro marce realizza un totale di 48 rapporti avanti e 16 indietro, con questi ultimi innestabili mediante un inversore elettroidraulico modulabile nell’aggressività della risposta per adattarla al meglio all’attività in corso.
Niente frizione
Il sistema integra inoltre la funzione “De-Clutch” che permette all’operatore di non utilizzare la frizione durante i cambi marcia, soluzione che di fatto equipara la semplicità di gestione dei Landini serie “5” di nuova generazione a quella normalmente proposta da macchine di classe superiore.
Mutuata da queste ultime anche l’idraulica, strutturata sulla base di impianti a doppio circuito che mettono a disposizione un totale di 94 litri di olio al minuto, 32 dei quali riservati ai servizi di bordo e i restanti 62, elevabili a 82 in via opzionale sui modelli “Dynamic”, destinati ad alimentare fino a sei distributori, due dei quali posti ventralmente e gestibili mediante un joystick che, oltre a facilitare il controllo di un eventuale caricatore frontale, permette anche l’innesto e il disinnesto della presa di forza, operante a 540 e mille giri al minuto in modalità standard ed eco. Lo stesso impianto alimenta poi anche il sollevatore posteriore da quattro mila e 500 chili di portata gestibili anche per via elettronica e, in optional, un analogo gruppo anteriore da due mila e 200 chili di capacità massima. Elettro-idraulico poi l’innesto e il disinnesto della presa di forza, operante a 540 e mille giri al minuto in modalità standard ed eco.
Con Landini “Serie 5” anche caricatori dedicati
Impiegabili, come detto, anche continuativamente per attività di movimentazione in ambito aziendale e foraggero, i medium utility serie “5” sono equipaggiabili con caricatori originali Landini serie “Lc”, “Li” e “Lt”. In grado di assicurare portate comprese tra i mille 200 e i mille 800 chili e di raggiungere altezze massime nell’ordine dei tre metri e 80 centimetri, i caricatori Landini propongono strutture realizzate in acciai alto resistenziali, elevati standard di protezione contro la corrosione indotti dalle verniciature “Blue Icon” e gestioni facilitate dalla presenza di specifici joystick, disponibili in quattro modelli diversi in base alle singole esigenze operative. Installabili direttamente in fabbrica, sono peraltro progettati in modo da ridistribuire sia la massa del caricatore sia quella del carico su tutte le ruote, non solo su quelle anteriori.
Ne derivano minori usure dei pneumatici e minori sollecitazioni su perni e cuscinetti, obiettivo cui guarda anche la presenza di due accumulatori ad azoto che ammortizzano gli inevitabili scossoni che in sede di lavoro l’aggancio e lo sgancio dei carichi induce sul trattore. A facilitare montaggi e smontaggi, attuabili anche senza dover scendere dalla cabina del trattore, provvedono invece i sistemi “Velotak” e “Flash System”, con il primo che opera sulla base di un’unica leva per effettuare agganci e sganci immediati, mentre il secondo permette di effettuare tutti i collegamenti idraulici necessari con un solo movimento. Prevista anche la possibilità di disporre di una posizione flottante nel caso si debbano usare attrezzature che operano seguendo il profilo del terreno, così come è sempre a discrezione dell’operatore decidere se disporre di livellamenti manuali operanti per via meccanica o idraulica.
Visibilità a 360 gradi
I Landini serie “5” sono equipaggiati con cabine a quattro montanti “Total View Slim” di progettazione originale Argo Tractors.
I vani assicurano la piena visibilità sull’area di lavoro grazie all’uso esclusivo di pannellature atermiche per la realizzazione delle superfici laterali e alla presenza di tettuccio trasparente che permette di avere sempre sotto controllo i movimenti di un eventuale caricatore frontale. Di serie anche i cruscotti digitali che fungono da interfaccia uomo-macchina, le poltrone di guida sospese meccanicamente o per via pneumatica, i volanti regolabili in altezza e inclinazione e la possibilità di fruire di un impianto di illuminazione che mette a disposizioni fino a dieci fari a led per operare in piena sicurezza anche in condizioni di scarsa o ridotta visibilità.
Titolo: I rinnovati trattori multiuso Landini “Serie 5”