I quattro moschettieri

Bulgaria, Francia, Italia e spagna non riescono con le loro performance positive a render tale anche Il mercato europeo.  Questi chiude in effetti il 2015 con un calo del quattro per cento indotto da una crisi diffusa sulla maggior parte dei mercati nazionali, tutti in evidente difficoltà

Europe (1)Secondo Carlo Alberto Salustri, poeta romano meglio conosciuto con lo pseudonimo “Trilussa”, la statistica è “‘na cosa che serve pe fà un conto in generale” alla quale attribuisce l’aggettivo “curiosa” quando elabora le percentuali “pè via che, lì, la media è sempre eguale”. In effetti le cose non stanno proprio così, ma è indubbio che le statistiche vanno analizzate sempre a fondo se non si vuol correre il rischio di trarre conclusioni sbagliate. Un esempio in tal senso è dato dall’andamento delle immatricolazioni europee riportato nella pagina a lato. Sia in termini percentuali sia a livello di volumi si registra in Europa un calo tutto sommato contenuto e ciò potrebbe far pensare che i momenti di difficoltà si stiano esaurendo. In realtà guardando ai singoli Paesi si nota che le situazioni negative sono molto più diffuse di quelle positive, tant’è che su 16 Paesi solo quattro risultano in positivo. Anche fra questi però solo la Bulgaria può avanzare una crescita percentuale significativa, ma con volumi che incidono sul totale europeo con percentuali da prefisso telefonico. In Italia poi parte della leggera crescita è indotta da immatricolazioni “obbligate”. Momento “no” dunque, pagato a livello di marchi soprattutto dal duo New Holland-Case Ih, dal binomio Same-Lamborghini, da Fendt e da Massey Ferguson. Premiati invece John Deere, Deutz-Fahr, Claas e Kubota. Il primo non ha recuperato i volumi lasciati sul campo nel 2014 ma chiude comunque in rialzo, il secondo ha maturato nuove posizioni, Claas sta raccogliendo i frutti degli sforzi effettuati per rinnovare la sua gamma e Kubota è risultato il protagonista assoluto del mercato europeo 2015. In un Continente in difficoltà Kubota è cresciuto del sette per cento e anche là dove ha perso lo ha fatto in maniera molto contenuta, solo qualche decina di macchine, probabilmente grazie al buon rapporto fra prezzi, prestazioni e affidabilità dei suoi mezzi. Un equilibrio, soprattutto a livello economico, che invece il mercato non sembra aver riconosciuto a Fendt, le cui immatricolazioni sono calate anche in Germania. In tale scenario ben si sono inseriti invece i due marchi di Argo Tractors, Landini e McCormick. A livello di volumi hanno chiuso la stagione sulle stesse posizioni del 2014, ma con crescite locali importanti a fronte di un unico calo, in Polonia, Paese che ha sospeso gli aiuti al comparto specialistico contribuendo non poco al calo dei due protagonisti di settore, Landini appunto e New Holland. Tali vicende confermano quanto i mercati europei siano condizionati dalle politiche di sostegno locali, a differenza di altri comparti che invece riescono a vivere di vita propria. A chiudere due note sui dati in tabella. Sono stati raccolti grazie alla collaborazione di numerosi soggetti, in primis la consociata  spagnola di Macchine Trattori, AgroTecnica, ma come si evince dalla numerose note a piè di pagina, non sono coerenti fra loro a livello di contenuti e a causa di stupide normative europee di settore non possono neanche essere considerati “ufficiali”. Vanno quindi presi quali valori indicativi e non assoluti.

Recessione globale con cambio al vertice

A fronte di un’Europa stazionaria, il resto del Mondo ha vissuto un 2015 da profondo rosso. Il mercato mondiale dei trattori ha infatti segnato lo scorso anno un ulteriore calo, dopo l’arretramento di tre punti percentuali fatto registrare nel 2014, di circa il cinque per cento, valore determinato in particolare dal vero e proprio tracollo che ha colpito alcuni tra i più importanti mercati in termini di volumi. È il caso dell’India che ha visto scendere i propri volumi interni dalle 595 mila macchine assorbite nel 2014 alle circa 400 mila unità dello scorso anno, una contrazione di circa il 33 per cento che ha anche fatto perdere al Paese asiatico la leadership mondiale in termini di volumi a favore della Cina, uno dei pochi mercati in controtendenza, cresciuta del dieci per cento e issatasi al primo posto assoluto con oltre 570 mila macchine immatricolate. Ancor più marcato il calo registrato in Russia, con i volumi annui, ridottisi del 41 e quattro per cento, passati dalle 37 mila 259 unità del 2014 alle 21 mila 837 macchine del 2015, il medesimo trend che ha caratterizzato anche l’andamento del mercato brasiliano, arretrato di circa il 30 per cento e fermatosi lo scorso anno a poco più di 35 mila unità, a fronte delle 55 mila e 500 macchine del 2014. Apparentemente stazionario invece il Nord America, con gli Stati Uniti che hanno formalmente contenuto il calo del mercato interno in un punto percentuale e mezzo, 204 mila 790 trattori immatricolati lo scorso anno a fronte dei 208 mila circa del 2014, ma in realtà non lontani dai risultati negativi del Brasile se si depurano i dati dai 118 mila 348 trattorini garden di bassa potenza. Il segmento dei trattori di potenza superiore ai 100 cavalli ha infatti segnato un arretramento del 32 per cento circa, trend confermato peraltro dal mercato statunitense delle mietitrebbia, ridottosi di quasi un terzo nello scorso anno e fermatosi a cinque mila 381 macchine immatricolate.

Related posts