La foraggicoltura è uno dei settori agricoli che presentano i più elevati livelli di diversificazione, sia a livello areale sia in termini di produzione sia di utilizzo del raccolto. I foraggi si rendono in effetti disponibili in pianura e su grandi estensioni, ma anche in aree montane, pedemontane e collinari, ambiti spesso caratterizzati da appezzamenti di dimensioni ridotte. Cambiano inoltre le tipologie delle coltivazioni e cambiano pure le modalità di utilizzo dei foraggi potendo presentarsi freschi o parzialmente disidratati. Ciò che accumuna però ogni azienda dedita all’allevamento è la sequenza delle operazioni da svolgere in campo, riassumibili nello sfalcio, nel rivoltamento del fieno, nella sua andanatura e nella raccolta finale. Fatta salva la corretta esecuzione delle prime due operazioni, nella linea temporale delle attività gioca un ruolo fondamentale l’andanatura in quanto rappresenta il passaggio essenziale per la successiva raccolta, pratica da facilitare il più possibile poiché foriera a sua volta delle migliori condizioni per lo stoccaggio finale dei raccolti.
Strategici per ogni ciclo produttivo
Ne deriva che per quanto possano sembrare macchine semplici e leggere i giroandanatori, le attrezzature preposte a realizzare le andane, sono in realtà mezzi strategici per la buona riuscita del prodotto finale, obiettivo cui molto concorrono la presenza di generose luci libere da terra e una ottimale conformazione dei denti la cui sagoma deve assicurare il trattamento delicato ma fermo del foraggio. Importante anche che gli stessi denti realizzino un adeguato effetto “jet”, il lancio del foraggio deposto in campo verso l’andana in via di formazione.
A ciò si aggiunga che l’andana deve anche essere sempre il più possibile omogenea per densità e regolare quanto a forma, obiettivi raggiungibili solo adottando attrezzature affidabili, in grado di lavorare con la massima precisione unita a una facile gestione. Si tratta di esigenze spesso contrastanti fra loro che non possono essere approcciate avvalendosi di una sola macchina dovendo adeguare quest’ultima alle condizioni di contorno per dimensioni e funzionalità.
Non è un caso dunque se chi costruisce i giroandanatori tende sempre a offrire una grande molteplicità di modelli, al fine di assicurare con ognuno di essi la necessaria qualità nel trattamento dei foraggi senza penalizzare la produttività oraria. I giroandanatori Krone serie “Swadro” sono stati progettati proprio nel rispetto di tali obiettivi e quindi risultano oggi inseriti fra le attrezzature più efficienti proposte sul mercato oltre che quelle che realizzano una delle gamme più diversificate.
Giroandanatori “Swadro” di Krone, dalle piccole alle grandi estensioni
La famiglia comprende infatti modelli che spaziano dalle attrezzature portate e semiportate di piccole dimensioni, a una sola girante, ideali per le aziende dalle estensioni contenute od operanti in ambito collinare e montano, fino alle soluzioni vocate alla foraggicoltura professionale di pianura che richiede modelli di tipo trainato caratterizzati da grandi rese orarie. A quest’ultima chiamata rispondono in particolare i trainati “Swadro 2000”, giroandanatori che mettono a disposizione sei giranti per fronti operativi tra i dieci e i 19 metri di larghezza. Grazie a loro si possono realizzare andane centrali di larghezze variabili fino a un massimo di tre metri senza che sia penalizzata la possibilità di effettuare trasferimenti su strada a 40 chilometri orari grazie alla possibilità di richiudere per via idraulica l’attrezzo a fine lavoro. Plus voluto da Krone per far fronte alle esigenze di trasferimento avanzate dei contoterzisti.
Non tutte le aziende di pianura presentano però superfici “oceaniche”, né tutte le aziende collinari sono ostili al passaggio di cantieri di lavoro medio-grandi. A tali realtà intermedie guardano gli “Swadro Ts” e “Tc”, a due giranti. I primi, a due giranti per andanature laterali, realizzano andane singole, parallele o affiancate, richiedendo però due passaggi successivi. Tale soluzione appare perfetta se si ha a che fare con ridotte quantità di prodotto o se la raccolta avviene tramite trincia semoventi o carri autocaricanti mentre in tutti gli altri casi è vantaggioso ricorrere alla versione “Twin” delle stesse attrezzature così da realizzare una doppia andana, che meglio si presta al lavoro di rotoimballatrici o grandi presse quadre, con un solo passaggio grazie a un semplice comando che aziona due bracci telescopici dedicati. Soluzione a parte, il modello “Ts 970”, a tre giranti per nove metri e 70 centimetri di fronte operativo.
Fino a dieci ettari l’ora
La macchina è idonea per appezzamenti dalle dimensioni medio-grandi e dispone di serie di un sistema di regolazione della profondità di lavoro attuato mediante servomotori elettrici, connotazioni che permettono di lavorare no a dieci ettari/ora. Da segnalare infine la versione “HighLand” dei ranghinatori “Swadro S 350” e “Swadro S 380” a una sola girante e progettati per operare in aree montuose o collinari. Dotati di ammortizzatori idraulici con bracci integrati di bilanciamento del carico, assicurano infatti la massima stabilità anche su pendii ripidi.
Fino a 19 metri
A comando meccanico o idraulico, i giroandanatori trainati della serie “SwadroTc” possono operare su ampiezze differenti in funzione dell’estensione da processare. Si parte infatti da un fronte operativo minimo di cinque metri e 70 centimetri per il modello di attacco a doppia girante, il “Tc 640” ad andana centrale, salendo no ai 19 metri del modello “Tc 2000”, a sei rotori. Nel mezzo, altri sei modelli, di cui cinque a due rotori, i “Tc 680”, “Tc 760”, “Tc 880”, Tc 930” e “Tc 1000”, e uno a quattro giranti, il modello “Tc 1250”, con fronte operativo no a 12 metri e mezzo. Un ventaglio di soluzioni che può quindi soddisfare una molteplicità di esigenze differenti, anche e soprattutto per il contoterzismo.
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Titolo: I Giroandanatori “Swadro” di Krone strategici per ogni ciclo produttivo
Autore: Redazione