Puntano a espandersi nel segmento della meccanizzazione agricola i motori del gruppo Hyundai Infracore, colosso sud-coreano ampiamente presente nel segmento movimento terra che nel giro di pochi anni ha messo nel mirino l’agricolo e a Eima quest’anno si è presentato con un ampio parterre di motori, alcuni dei quali già integrati all’interno del segmento trattoristico sul mercato europeo. La kermesse bolognese ha visto infatti la presenza all’interno dello stand di Goldoni Keestrack di unità a tre quattro cilindri serie “Dm” sulle nuove generazioni di trattori specializzati italo-belgi, motori presenti sulle macchine Goldoni con i modelli “Dm01”, tre cilindri da un litro 800 centimetri cubi proposto in fiera nella taratura di 55 cavalli e 190 newtonmetro, e “Dm02”, quattro cilindri da due litri 400 centimetri cubi in grado di erogare fino a 105 cavalli e 310 newtonmetro di coppia. Le vere novità però erano rappresentate dal lancio dei nuovi “Dx5” e “Dx8”, gli stessi motori che avevano debuttato nel segmento construction e a livello europeo nella prima metà dell’anno in Francia in occasione di Intermat. Sono propulsori di potenza medio alta che ambiscono a muovere grandi macchine e generatori di potenza. “Dx5” è un quattro cilindri da cinque litri di cubatura definita da canne che misurano 110 millimetri di alesaggio per 132 millimetri di corsa. 171 chilowatt, circa 230 cavalli, l’erogazione di massima taratura proposta a un regime di mille 900 giri al minuto abbinata a una coppia di 955 newtonmetro che attacca a mille 400 giri. Tutte prestazioni definite dalle versioni dedicate alle applicazioni off-road su veicolo. Per applicazioni genset “Dx5” propone invece una potenza meccanica di stand-by di 200 chilowatt a 60 hertz e 183 chilowatt a 50 hertz, che diventano rispettivamente 197 e 177 chilowatt in prime power.
L’unità è proposta in conformità alle normative stage V con un sistema after-treatment che integra filtri doc, dpf e scr ed è già certificata all’utilizzo di carburante hvo. La stessa soluzione è prevista per l’unità “Dx8” che condivide con la precedente anche la geometria delle canne avanzando però un’architettura a sei cilindri al fine di offrire una cilindrata totale di sette litri e mezzo. 254 chilowatt, poco meno di 350 cavalli, la potenza offerta in taratura massima nelle applicazioni off-road, raggiunta a un regime di mille 800 giri, mentre la coppia tocca i mille 460 newtonmetro che attacca a mille 200 giri al minuto. Anche in questo caso variano le erogazioni nelle applicazioni power generation collocandosi sui 307 chilowatt di potenza meccanica in stand-by a 60 hertz e sui 290 a 50 hertz con erogazioni in prime power rispettivamente di 279 e 264 chilowatt.
A dimostrazione di una tecnologia potenzialmente già pronta per l’implementazione su larga scala Hyundai ha esposto a Bologna anche l’unità “Xh12 Hydrogen”, un motore a combustione sei cilindri da 11 litri 100 centimetri cubi messo a punto al momento per rispondere solo alle necessità applicative del segmento power generation. Allestito sulla base di canne cilindri da 123 millimetri di alesaggio per 155 di corsa, il motore si propone nella taratura di 282 chilowatt di potenza meccanica a 60 hertz in stand-by e con 256 chilowatt a 50 hertz, portando tali valori di potenza a 226 e 205 chilowatt in prime power. Va precisato che lo sviluppo di “Xh 12 Hydrogen” non è limitato però alla power generation ma guarda anche ad applicazioni nei segmenti truck e bus. Questo grazie alla possibilità offerta dall’alimentazione a idrogeno di abbattere le emissioni portando l’unità ad assecondare eventuali future normative di emissionamento in tutti i settori.