Horsch: seminatrici universali

Oltre alla gamma dei coltivatori atti all’affinamento del terreno, Horsch propone anche seminatrici per cereali adatte a operare in una molteplicità di situazioni differenti, inclusa la semina su sodo.

L’autunno scorso ha creato situazioni climatiche diverse lungo lo Stivale, con temperature sostanzialmente miti per il periodo e una piovosità irregolare a livello territoriale. Ciò ha indotto un prolungamento dei lavori in campo, sia per le lavorazioni meccaniche, sia per le ultime semine di cereali autunno-vernini. L’Italia è però molto variegata quanto a territori, quindi è molto diverso operare in areali cerealicoli centro-meridionali, tendenzialmente collinari, oppure in quelli pianeggianti del Nord.

Nel primo caso si esaltano le pratiche di minima lavorazione del terreno e di semina su sodo, foriere di grandi risparmi di carburante e di maggior preservazione della stabilità idrogeologica del terreno. Nel secondo trovano più facilmente luogo le arature con le successive lavorazioni di affinamento pre-semina. Ciò perché i suoli sono generalmente più sciolti e meglio dotati di sostanza organica. In considerazione di tale premessa, parlando di seminatrici è bene compiere le proprie scelte in modo oculato e conforme alle reali necessità locali. Soprattutto in caso si operi come contoterzisti, necessitando di un parco macchine sufficientemente completo per incontrare ogni specifica esigenza aziendale.

In caso si seguano tecniche di semina diretta, per esempio, è bene scegliere una soluzione avulsa da difetti come la presenza di assolcatori a scarpetta che non riescano a depositare al meglio i semi nei solchi, lasciandone una quota significativa in superficie. Chi opera poi in ambiti collinari deve guardare anche alla stabilità del cantiere di lavoro, dal momento che le tramogge pesano quando riempite di semente e di fertilizzanti. Una seminatrice in tal caso, oltre a essere produttiva, deve anche risultare adeguatamente bilanciata in termini di masse e baricentro. Anche la regolabilità dei diversi elementi appare fondamentale, sia in termine di precisione sia di facilità d’esecuzione, dal momento che ogni terreno è fatto a modo suo e se le dischiere non sono adeguatamente modulate in funzione del campo, il seme rischia di essere rilasciato troppo in profondità o viceversa.

Un’eventualità che può presentarsi anche in caso si operi in campi condotti seguendo tecniche di lavorazioni meccaniche pre-semina. Per soddisfare questa molteplicità di esigenze, Horsch, marchio distribuito in Italia da Krone, ha sviluppato la serie “Pronto Dc”, macchine che offrono un’elevata duttilità d’impiego grazie alla capacità di rispondere alle necessità di coloro che intendono affrontare sia la semina diretta in presenza di residui colturali, sia la semina post-lavorazioni. Tale vocazione mista permette quindi l’impiego delle seminatrici su un’ampia varietà di colture, dal grano all’orzo, fino alla colza. Tutti ambiti applicativi nei quali la lavorazione fine del letto di semina è delegata a una doppia fila di dischi concavi dentellati, abbinati a coppie fra loro e inclinati in modo da esplicare al meglio l’azione di affinamento, mentre a un packer gommato composto da ruote da 780 millimetri di diametro è affidato il compito di ricompattare delicatamente i primi centimetri di terreno, quelli che accolgono i semi.

I coltri di semina sono poi presenti in ragione di 20, 28 e 40 a seconda dei modelli, la cui larghezza varia da un minimo di tre metri, proposta dalla “Pronto 3”, a un massimo di sei avanzata dalla top di gamma italiana “Pronto 6”, passando dai quattro metri della “Pronto 4” e della sua versione “Rigid”. Comune a tutti i modelli invece la pressione dei vomeri al suolo regolata idraulicamente, così come la capacità di lavorare fino a velocità nell’ordine dei 20 all’ora grazie a un gestore elettronico dei flussi che permette di processare fino a cento semi al secondo. Elevata infine l’autonomia, grazie a generose tramogge per i semi che in termini di portate spaziano dai due mila e 800 litri per i modelli “Pronto 3 Dc” e “Pronto 4 Dc”, salendo fino ai tre mila e 500 litri per le “Pronto 6 Dc”.

Lavorazione e semina in una volta sola

La serie “Express Kr” rappresenta il connubio fra la collaudata tecnologia di semina della Casa tedesca con la lavorazione del terreno effettuata tramite erpici rotativi della serie “Kredo”, azionati dalla presa di forza, che permettono la preparazione ottimale del letto di semina anche in condizioni difficili. Questi erpici contano su dieci, 12 o 14 tamburi collocati rispettivamente su fronti operativi da un minimo di tre metri a un massimo di quattro, proponendo anche un modello di larghezza intermedia da tre metri e mezzo. In sostanza, sono le medesime larghezze operative dei tre modelli delle seminatrici “Express Kr”. Il cantiere di lavoro è stato progettato per garantire la massima stabilità anche su terreni sassosi, contando anche su denti a ricambio rapido da 310 millimetri che possono essere utilizzati a 11 differenti profondità. Parimenti tre sono le varianti di packer di affinamento che seguono l’erpice.

Si parte da un rullo ad anelli trapezoidali da 500 millimetri di diametro, ideale per terreni pesanti, salendo ai 540 millimetri per il packer “FarmFlex”, di gomma, particolarmente adatto per suoli medi e sciolti, raggiungendo i 640 millimetri con il rullo dentato, caratterizzato quest’ultimo da un’elevata capacità di carico anche su terreni leggeri. Ciò gioca a favore del fabbisogno di potenza, quindi del consumo di gasolio. Per soddisfare diverse esigenze aziendali in termini di autonomia operativa, le “Express Kr” sono disponibili con serbatoio singolo oppure doppio. Adottando quest’ultima variante, le due tramogge da mille e 500 litri possono essere attinte in parallelo quanto a flusso di seme da depositare nel solco di semina, la cui regolazione in profondità avviene idraulicamente ed è indipendente da quella di lavorazione dell’erpice. Infine, i coltri di semina “TurboDisc” possono essere completamente sollevati, sempre idraulicamente, al fine di utilizzare il solo erpice rotante in caso si voglia seminare in un momento successivo. Per chi volesse però utilizzare separatamente le due attrezzature, l’unità di semina può essere facilmente sganciata dall’erpice utilizzando solo quattro punti di attacco.

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