Un divario di quasi dieci mila macchine. È questo il gap che nel 2016 il mercato trattoristico italiano ha evidenziato tra le immatricolazioni di nuovi modelli, pari a 18 mila 342 unità, e le vendite di mezzi usati, 27 mila 946. Il dato emerge da un’indagine realizzata dall’Ufficio Studi e Statistiche di FederUnacoma che sembra indicare come nelle aziende agricole del Belpaese da una parte esista la necessità di potenziare i propri parchi macchine, ma dall’altra manchino le disponibilità economiche per gli acquisti del nuovo. Ciò, sempre secondo FederUnacoma, ha da un lato accentuato negli ultimi anni la flessione delle immatricolazioni di macchine nuove e dall’altro ha dato impulso al mercato dell’usato, con mezzi di età di poco inferiore ai vent’anni a far la parte del leone. Il trend sembra tuttavia limitato, almeno per ora, ai trattori di bassa e media potenza, in particolare gli utility e gli aziendali, ovvero quei modelli che le aziende di medie e piccole dimensioni, molto spesso a stampo familiare, utilizzano per la maggior parte delle proprie attività. A conferma, il fatto che nel 2016 i trattori specializzati, destinati in gran parte a produzioni a elevato valore aggiunto, hanno visto le immatricolazioni del nuovo superare quelle dell’usato, sei mila 794 unità contro quattro mila 190, con il gap che risulta marcato nella fascia di potenza compresa tra i 75 e i 100 cavalli. Allo stesso modo, la prevalenza del nuovo sull’usato si è registrata anche nei trattori da campo aperto da oltre cento cavalli di potenza, con un divario che cresce vistosamente nel segmento delle macchine da oltre 175 cavalli. I dati evidenziano come le imprese agricole maggiormente strutturate e le organizzazioni operanti in conto terzi, naturali bacini di utenza per i mezzi di alte prestazioni, siano le realtà più solide dal punto di vista economico e nutrano una maggior propensione a investire in macchine tecnologicamente evolute. Non si deve però dimenticare che certe classi di potenza venti anni fa erano inesistenti o poco incidevano sul mercato in termini percentuali, cosa che rende il relativo usato difficile e reperirsi.
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