Le vendemmiatrici semoventi sollecitano crescenti interessi nel settore viticolo nazionale. Permettono infatti di abbattere i costi della vendemmia assicurando una qualità delle uve analoga a quella delle raccolte manuali
Ciò che funziona cresce. Magari lentamente e in modo non omogeneo, ma dove la convenienza sia stata appurata difficilmente si torna indietro. È il caso delle vendemmiatrici a scuotimento orizzontale Gregoire, marchio facente capo al gruppo Sdf. Sono particolarmente efficienti su forme di allevamento a parete verticale praticate sia in pianura sia in ambienti collinari, con questi ultimi approcciabili però solo dotando le macchine di opportuni sistemi di autolivellamento idraulico. Tre gli elementi chiave alla base di questa tipologia di macchine, quelli strategici in termini di precisione, efficienza e delicatezza delle operazioni. Il primo è rappresentato dalla sequenza dei gruppi di raccolta e di intercettazione degli acini, poi viene il dispositivo di trasporto e a chiudere il sistema di pulizia che definisce la qualità del prodotto finale. Per quanto riguarda i gruppi di raccolta c’è poco da dire. Deve simulare l’azione della mano umana quando stacca un grappolo dai filari, ma operando solo sugli acini e senza toccarli. Per questo motivo le vendemmiatrici automatiche Gregoire contano su appositi scuotitori, usualmente realizzati con materiali plastici che trasmettono al filare un’oscillazione sincronizzata atta a consentire il distacco degli acini dai grappoli e la loro successiva captazione. Il tutto senza inquinare il raccolto con foglie e frammenti indesiderati grazie a gruppi di ventilazione che generano una corrente d’aria selettiva sui materiali asportati. La delicatezza operativa di tali organi scongiura inoltre i fenomeni di ammostamento e di ossidazione che in origine macchiavano i primi prototipi di tali macchine, come pure minimizzano la presenza di acini acerbi visto che questi ultimi per loro natura oppongono una maggiore resistenza al distacco rispetto a quelli maturi. Una selezione che non viene di solito operata dal vendemmiatore manuale, il quale distacca grappolo per grappolo e non i singoli acini, e che bilancia ampiamente le eventuali perdite di prodotto, mai superiori al cinque per cento e comunque contenibili fin quasi ad annullarsi adeguando al prodotto la velocità di lavoro della macchina. In tale ottica diventa strategica la facilità di gestione del mezzo e dei suoi gruppi operativi, aspetto che l’Azienda francese ha particolarmente curato su tutte le sue macchine, cinque modelli fra mezzi trainati e semoventi al vertice delle quali si colloca il semovente “G8.260”. Una fuoriserie per aziende agricole particolarmente estese o per terzisti che controllino territori vitati molto ampi. Per tutte le altre situazioni, che coprono circa l’80 per cento del mercato italiano, le Gialle francesi offrono una gamma completa di soluzioni trainate, in primis le “G3.230” e le “G3.250” caratterizzate da un’ampia flessibilità di impieghi grazie ai timoni sterzanti, articolati e compatti e alle ruote motrici che trasmettono a terra la coppia erogata dal trattore. Ciò aumenta le possibilità di lavoro e la sicurezza quando si opera sugli appezzamenti declivi, ove le vendemmiatrici si avvantaggiano anche di un sistema di livellamento sincronizzato che ne amplifica la stabilità e il livello di protezione delle porzioni superiori dei filari. Altra connotazione comune a tutte le Gregoire trainate, gli organi lavoranti efficaci e rispettosi di tralci e grappoli. Il tutto retto da telai di acciaio che risultano al contempo leggeri e robusti al fine di evitare dannosi compattamenti dei terreni senza nulla togliere alla solidità delle strutture. Diverse invece le dimensioni, le quali fanno delle “G3.230” le macchine polivalenti per eccellenza, con altezze di lavoro variabili fra mille e 950 e duemila e 650 millimetri, e delle “G3.250” le soluzioni ideali negli appezzamenti ove servano tunnel più alti, ovvero compresi fra duemila e 450 e tremila e 150 millimetri. Se infine si cerca una macchina semplice ed essenziale, ma che consenta comunque di estrarre il massimo dei benefici della vendemmia meccanizzata, la soluzione porta il nome di “G.Prima”, anch’esso modello trainato Gregoire, adatto però a lavorare su filari dalle altezze inferiori al metro e 95 centimetri. Manovrabilità, testata di raccolta efficace e delicata, manutenzioni e lavaggi facilitati sono i suoi principali punti di forza.